GIUSY TOLVE

Scrittrice e illustratrice, Giusy Tolve si è affacciata recentemente al panorama letterario italiano con il romanzo “Mal di luna – La figlia del licantropo bianco”, in cui ha saputo ottimamente miscelare tutte le tematiche del fantastico, dalla fantascienza al fantasy all’horror. L’abbiamo incontrata per farci raccontare come è iniziata questa “grande avventura”.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GIUSY TOLVE?

Molte cose. Ma prima di tutto potrei dire di essere una sognatrice; una di quelle persone che da sempre si guarda intorno e nelle cose più semplici vede mondi e universi apparentemente invisibili. In second’ordine sono anche un’insegnante, quindi per metà della mia giornata parlo anche di cose concrete e verificate, non solo di mondi e creature fantastiche o mitologiche.

VUOI RACCONTARCI COME HAI DECISO DI FARE LA SCRITTRICE?

Non è una cosa che si decide di fare. Credo che scrittore si possa soltanto esserlo. È un processo che prende vita in maniera del tutto autonoma quando si hanno tante idee per la testa. È  una sorta di strada che trovano queste immagini o “visioni”, se così posso definirle, per venir fuori. La penna dello scrittore è solo il mezzo per rendere concreto ciò che vive nella dimensione surreale del sogno.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO PRIMO ROMANZO INTITOLATO “MAL DI LUNA – LA FIGLIA DEL LICANTROPO BIANCO”. VUOI PARLARCENE?

Si tratta di un romanzo fantasy-horror ambientato nel terzo millennio. I protagonisti sono creature geneticamente mutate (a seguito di una guerra nucleare) che per fattezze e comportamenti vengono assimilate ai licantropi, esseri mitologici che in origine si credeva fossero uomini ai quali era stata lanciata una maledizione. Fara Roi, voce narrante e figura principale della vicenda, è una sorta di antieroina. Un licantropo superiore a tutti gli altri che vive la vita del mercenaria per lungo tempo finché, spinta dal suo desiderio di essere uguale agli umani, decide di abbandonare la sua squadra di combattenti e di condurre una vita normale. Le conseguenze relative a questa sua decisione non saranno ovviamente delle migliori!

COME È NATA L’IDEA DI UNIRE TEMATICHE FANTASCIENTIFICHE E HORROR?

In maniera del tutto imprevista. “Mal di luna” è come se si fosse scritto un po’ da sé. Credo più concretamente che sia il frutto delle mie conoscenze e più di ogni altra cosa di tutte le mie passioni letterarie e cinematografiche che, di fatto, abbracciano molti generi: dal fantasy, al thriller, al noir, all’horror. Il romanzo possiede elementi tipici dei romanzi di fantascienza, ma si serve di protagonisti assimilabili al fantasy e di ambientazioni riconducibili al genere gotico. Non sono neanche assenti forti scene di carattere horror, ma il più delle volte sono mitigate dalle considerazioni personale della protagonista che tende a stemperare la ferocia delle uccisioni. È un romanzo per tutti i gusti. Gli amanti di questi generi non rimarranno delusi!

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Non esiste una parte semplice e una difficile. Fara Roi così come tutti gli altri personaggi che ruotano intorno alla sua figura si sono delineati un po’ alla volta, in maniera graduale, man mano che la storia prendeva forma e consistenza. Forse l’unico aspetto più impegnativo e allo stesso tempo più semplice è stato quello di dare un corpo e ovviamente una personalità a Fara. Chi mi conosce personalmente sa che quest’ultima è stata modellata su di me, anche se Fara è più che altro il risultato di un processo di perfezionamento, tanto fisico quanto psicologico. Allo stesso modo, gli altri protagonisti sono persone reali, o meglio parte di persone reali che involontariamente mi hanno dato una mano a dar vita i miei personaggi.

PER IL TUO DEBUTTO DA SCRITTRICE HAI SCELTO IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Sono cresciuta leggendo “Dylan Dog”, “Legs Weaver”, “Witchblade” e i romanzi di King e Matheson. E in quanto figlia unica sono stati loro i miei principali compagni di gioco durante tutta l’infanzia e l’adolescenza. Credo fosse inevitabile partire proprio dal qui.

OLTRE CHE SCRITTRICE, SEI ANCHE ILLUSTRATRICE. VUOI PARLARCI ANCHE DI QUESTA TUA ATTIVITA’?

Ho sempre amato disegnare: da bambina pensavo che sarei senz’altro diventata una fumettista. Ora semplicemente cerco di completare l’attività di scrittrice illustrando le copertine dei romanzi, miei o di altri. Questo perché credo che ogni storia, soprattutto se ben raccontata, alla fine deve trovare un modo per esprimersi anche attraverso le immagini.

COME SI CONIUGANO PER TE PAROLE E IMMAGINI?

In maniera semplice e naturale. Sono l’una il prolungamento dell’altro. Quando scrivo una storia, alla fine, mi limito semplicemente a narrare quello che vedo dinanzi ai miei occhi. È come vedere un film muto aggiungendo poi per iscritto le parole. Quindi, quando passo all’illustrazione, mi limito a riguardare quelle immagini della mente e a riprodurle sul mio album da disegno. Forse è più facile pensare a me come a una ritrattista non solo di immagini ma anche di parole. Getto l’occhio in un altro mondo e poi lo racconto scattandogli qualche fotografia!

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Un po’ da tutto ciò che ho letto e visto a partire dalla mia infanzia. Ma l’ispirazione può arrivare anche dalla battuta fatta da un amico oppure da una gita in un posto particolare. Nel caso di “Mal di luna” è stata la mia terra fonte d’ispirazione. Esistono luoghi misteriosi e particolari come Craco o Caprarico, Rionero e altri ancora, che grazie alla loro suggestione hanno dato vita al mondo di Fara.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Credo siano troppi per poterli elencare tutti, ma ti dirò che per me la migliore è certamente L.K. Hamilton. Subito seguita da Chelsea Quinn Yarbro e da Carlos Ruiz Zafon. Bravissimi anche Sepulveda e Michael Gregorio.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Guardo praticamente di tutto, indipendentemente dal genere, ma i miei preferiti rimangono i film di Kurt Wimmer, David Twohy e Travis Betz.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Riguardo alla prima domanda posso dire che esistono due progetti legati alla mia attività di scrittrice. Il primo, già a buon punto, è il seguito stesso di “Mal di luna”, storia nata già in origine come una trilogia; il secondo, invece, dovrebbe essere la rivisitazione in chiave horror della triste vicenda di una poetessa lucana. Nel frattempo, però, cerco anche di curare altri progetti (più che altro legati alla mia attività di illustratrice) in collaborazione con altri autori. Riguardo ai miei sogni nel cassetto, bè, oltre a quello di fare la scrittrice ce ne sono molti altri ma finché non si saranno realizzati preferisco non parlarne: sono un po’ scaramantica.

NON CI RESTA CHE AUGURARTI IN BOCCA AL LUPO E… TENERTI D’OCCHIO!

Davide Longoni