MICHAEL JOHN MOORCOCK

Michael John Moorcock nasce a Londra il 18 dicembre 1939 ed è principalmente conosciuto come scrittore di fantascienza e di fantasy.

Divenne redattore per “Tarzan Adventures” nel 1956, a soli sedici anni, collaborando successivamente con “Sexton Blake Library”. Come curatore della controversa rivista di fantascienza inglese “New Worlds”, dal maggio 1964 fino al marzo 1971 e quindi nuovamente dal 1976 al 1996, Moorcock incoraggiò lo sviluppo della New Wave nel Regno Unito e indirettamente negli Stati Uniti. La sua edizione a puntate di “Jack Barron e l’Eternità” (in originale “Bug Jack Barron”) di Norman Spinrad fu tristemente famosa perché portò un membro del parlamento appartenente al partito conservatore a condannare in aula il finanziamento della rivista da parte dell’Arts Council.

In questo periodo scrisse occasionalmente sotto lo pseudonimo di James Colvin, uno pseudonimo di casa usato anche da altri critici su “New Worlds”. In seguito apparve un falso necrologio di Colvin proprio sulla rivista e successivamente “Breakfast in the Ruins”, un romanzo letterario, incluse addirittura un’introduzione che menzionava la precedente morte di Moorcock. Alcuni lettori vi credettero. Moorcock, infatti, usa molto le iniziali “JC”, e non è interamente una coincidenza che siano anche le iniziali di Gesù Cristo (Jesus Christ in inglese), il soggetto del suo romanzo del 1967 intitolato “I.N.R.I. (Behold the Man)”. Quest’opera, pubblicata per la prima volta su “New Worlds” come una novella, racconta la storia di Karl Glogauer, un ebreo agnostico, insicuro e dall’incerta sessualità che, ossessionato dalla figura di Gesù Cristo, diventa viaggiatore del tempo per cercare di incontrarlo, ma scopre, con suo orrore, che “Gesù di Nazareth” non è altri che un ritardato storpio, figlio di una donna di facili costumi che racconta di averlo concepito con un angelo: a quel punto Glogauer, per “riparare” a quello che gli sembra un insopportabile “torto cosmico”, inizia a viaggiare per la Palestina predicando il messaggio cristiano come lo ricorda dalle sue numerose letture dei Vangeli e, infine, arriva a “inverare” la leggenda biblica della crocefissione attraverso un paradosso di predestinazione. Questo lavoro vinse il “Premio Nebula” per il miglior romanzo breve del 1967.

Nel 1997 Moorcock è stato uno degli ospiti d’onore alla Worldcon di San Antonio e Ospite d’Onore alla World Fantasy Convention di Corpus Christi, Texas (2000), dove ricevette un “Howie World Fantasy Award” alla carriera. Nel 2002 entrò a far parte della Science Fiction Hall of Fame.

Negli anni Novanta Moorcock si trasferisce in Texas, negli Stati Uniti, in modo da poter meglio comprendere la società americana giacché il suo romanzo “The Skrayling Tree” doveva basarsi sull’incontro/scontro di Elric, uno dei suoi personaggi principali, con questa. Nel 2004, annunciò di essere intenzionato a tornare in Europa, probabilmente stabilendosi in Francia e Spagna.

Il suo lavoro è complesso e presenta molti livelli. Centrale per molti dei suoi romanzi fantasy è il concetto di un “Campione Eterno”, che ha potenzialmente molte identità attraverso molte dimensioni. Questa cosmogonia è chiamata “Multiverso” all’interno dei suoi romanzi. Il suo “Campione Eterno” è impegnato in una costante lotta, non solo contro le manifestazioni delle convenzionali idee di bene e male, ma anche per l’equilibrio tra la Legge e il Caos. Così la critica delle metanarrative, comune nella teoria della critica postmoderna, trova la sua espressione in una forma largamente letta e compresa ad una varietà di livelli.

Le opere più popolari di Moorcock sono di gran lunga, come detto, i romanzi di Elric, aventi come personaggio principale Elric di Melniboné. Moorcock scrisse la prima delle storie di Elric come un deliberato rovesciamento dei cliché comuni nei romanzi di avventure fantasy ispirati dai lavori di Tolkien (che Moorcock disprezzava) chiamata heroic fantasy, così come anche il lavoro di Robert E. Howard (che invece stimava e apprezzava). La popolarità di Elric ha oscurato i suoi altri numerosi lavori, sebbene avesse lavorato a un certo numero di temi presenti nelle storie di Elric anche nei suoi lavori precedenti (ad esempio i romanzi di “Hawkmoon” e “Corum”).

Un’altra delle creazioni più popolari di Moorcock è Jerry Cornelius, una specie di agente segreto alla moda dalla sessualità ambigua; come gli stessi personaggi modellati in ognuno dei diversi libri di Cornelius. Questi libri costituirono una satira più scoperta dei tempi moderni, compresa la Guerra del Vietnam, e continuano a distinguersi come un’ulteriore variazione sul tema del Multiverso. Dal primo libro di Jerry Cornelius, “The Final Programme”, fu tratto anche un lungometraggio.

Fin dagli anni Ottanta Moorcock è stato incline a scrivere romanzi letterari “tradizionali”, come “Mother London” e “Byzantium Endures”, che hanno avuto recensioni positive, ma continua a rivisitare personaggi dai suoi lavori precedenti, come Elric, con libri come “The Dreamthief’s Daughter” o “The Skrayling Tree”. Con il completamento del terzo e ultimo libro della trilogia “The White Wolf’s Son”, ha annunciato che si stava ritirando dallo scrivere heroic fantasy, sebbene continui a scrivere delle avventure di Elric sotto forma di graphic novel con il suo collaboratore di lunga data Walter Simonson. Ha anche annunciato il compimento della serie del “Colonnello Pyat”, legata all’Olocausto Nazista, che è iniziata con “Byzantium Endures”, continuata con “The Laughter of Carthage” e “Jerusalem Commands” e conclusa da “The Vengeance of Rome” (2006).

Conclusa nel 2006 la tetralogia del Colonnello Pyat, Moorcock ha composto nuovi episodi della serie di Jerry Cornelius, fra cui un cross-over con il franchise di “Doctor Who” nel 2010, ha ampliato le “Leggende alla fine del tempo” per integrarvi la saga del “Second Ether” (2008), e ha organizzato nell’antologia “The Metatemporal Detective” (2007) il ciclo di racconti brevi imperniato su Sir Seaton Begg & Monsieur Zenith; nel successivo decennio ha pubblicato per i tipi di Victor Gollancz Ltd. il romanzo autobiografico “The Whispering Swarm” (2015) e fra il 2013 e il 2016 ha curato per lo stesso editore la “Michael Moorcock Collection”, ovvero una riedizione integrale della propria opera (eccettuato il ciclo “Between the Wars”). Tale collana costituisce l’edizione definitiva del corpus dell’autore per quanto concerne le revisioni testuali da lui stabilite nel corso dei decenni, che a seconda dei casi consistono in semplici correzioni di refusi, in cambiamenti onomastici, in ampliamenti testuali con l’aggiunta di numerosi nuovi capitoli e in ristrutturazioni complete.

Benché Moorcock sia conosciuto principalmente per i libri appena menzionati, egli scrisse anche parecchi altri romanzi e novelle che sono ambientate sulla Terra in alcuni milioni di anni dalla fine del mondo. Le strane creature che abitano questo modo, “The Dancers at the End of Time”, possono sembrare bizzarre all’inizio, ma il linguaggio di Moorcock e il suo controllo della storia riescono a catturare il lettore dopo poche pagine. Non propriamente fantasy (o dark fantasy, come il suo stile di scrittura è stato chiamato da molti), queste storie sono un esempio della maestria con cui l’autore si destreggia tra fantascienza, fantasy e narrativa classica. Il suo romanzo “Gloriana”, nonostante la storia di un mondo alternativo non sia strettamente fantasy, vinse il “Premio John W. Campbell” nel 1978 e il “World Fantasy Award” nel 1979. Altri romanzi hanno vinto il “British Fantasy Award” e un “Agust Derleth Award”. Ricevette inoltre il “The Guardian Fiction Prize” per “The Condition of Muzak”, l’ultimo libro della prima serie di Jerry Cornelius, nel 1977. Ha ricevuto infine un premio alla carriera, il “Prix Utopiales”, a Nantes, in Francia, nel 2004.

Fra le altre cose infine, lo ricordiamo anche come scrittore di brani musicali (ha collaborato con il gruppo rock britannico Hawkwind, con Robert Calvert e con il gruppo statunitense Blue Öyster Cult), mentre nel 2000 Moorcock scrisse una bozza di 50.000 parole per un videogioco, che fu poi migliorato e sviluppato da Storm Constantine, concludendosi nel romanzo “Silverheart”. La storia è ambientata a Karadur-Shriltasi, una città nel cuore del Multiverso.

Davide Longoni