FABIO MONTEDURO

Apprezzato scrittore di romanzi e racconti horror e thriller, Fabio Monteduro (vedere nella sezione link) è tornato recentemente in libreria con "Anima Nera", la sua ultima fatica dedicata all’orrore dentro di noi, di cui abbiamo già parlato. Di lui però finora abbiamo avuto modo di parlare poco… per questo è giunto il momento di scoprirlo meglio.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È FABIO MONTEDURO?
Fabio Monteduro è semplicemente una persona che ha molto da raccontare e che ama perdersi tra le strade che la sua mente riesce a creare. Essere uno scrittore di fantasia, è come vivere, a volte, in altri mondi… in altre dimensioni.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI LETTERARIE PRECEDENTI, SIA DEI RACCONTI CHE DEI ROMANZI?
Diciamo subito che il vero imput alla mia “carriera editoriale” (chiamiamola così, per amore di conversazione) è arrivato con l’incontro con Progetto Babele e con Marco Roberto Capelli, suo ideatore e curatore, nonché collega scrittore. Si tratta di una rivista “elettronica (il sito è www.progettobabele.it) che accoglie molti scrittori di vari generi, ben fatta ed estremamente interessante, per contenuti e tematiche. La mia fortuna è stata quella di essere contattato da loro agli albori della loro e mia carriera e che Marco, in particolare, sia stato subito attratto dal mio genere letterario, l’horror e il thriller, per l’appunto. Da lì è cominciata una collaborazione che dura tutt’ora. Hanno pubblicato alcuni miei racconti e poi, quando hanno deciso di aprire una collana cartacea, ho avuto l’onore di essere il prescelto per cominciare quell’avventura. Così è stato pubblicato il mio primo romanzo, “So chi sei …ed altre ossessioni”, era il 2004, che si basa su un complesso chiesa, convento, scuola elementare, abbandonato da tempo e che si trova a poche centinaia di metri da dove vivo. Un posto ideale per creare i personaggi spaventosi che ho collocato nel romanzo principale, “So chi sei”, per l’appunto. Insieme a quel racconto lungo (o romanzo breve) ci sono altre quattro storie “scritte apposta per ricordarci come le porta a volte si chiudano per impedire al male di entrare, altre volte per non lasciarlo uscire”, come giustamente scritto proprio da Capelli nella presentazione del libro. A quella prima uscita editoriale, ne sono seguite altre: due raccolte di racconti pubblicate sempre da Progetto Babele, racconti scelti dai lettori della rivista (e lì ho avuto l’onore di essere indicato come l’autore maggiormente seguito) che contenevano i racconti “Tavole della Legge” (cosa accadrebbe se nel ventesimo secolo si ritrovassero davvero le Tavole che Dio stesso diede a Mosè?) e “Catalessi”, un viaggio nel profondo sud italiano, tra soprusi e angherie… l’alba di un serial killer. Nel 2005 esce “Avamposto dell’Inferno”, edito da Edizioni La Riflessione, un romanzo assolutamente demoniaco… la vendetta che prevarica persino la morte. Passano due anni ed ecco uscire una nuova raccolta di racconti, edita da Edizioni Creative, il racconto “Il Signore degli Inganni” vince il concorso indetto e viene pubblicato. Si tratta di un horror metafisico, perché puoi anche evocare il diavolo, ma attento a cosa gli chiedi e a come lo fai. Lo stesso è stato poi pubblicato anche dalla rivista “Short Stories”, con tanto di illustrazioni a cura di Luca Oleandri. Sempre nel 2007, il racconto brevissimo “La sesta vittima”, già apparso su “So chi sei …ed altre ossessioni”, viene pubblicato anche in una raccolta edita da Full Color Service Edizioni.
Siamo così giunti alle ultime pubblicazioni, “Anima Nera”, edito da Statale 11 Editrice, e il racconto “Antinomia” presente nella raccolta di racconti “Famiglie Assassine”, pubblicata dallo stesso editore. Di “Anima Nera” possiamo parlare più avanti, di “Antinomia” posso solo dire che, probabilmente, è il racconto più spaventoso che ho scritto finora.
RECENTEMENTE, APPUNTO, È USCITO IL TUO NUOVO ROMANZO “ANIMA NERA”. CE NE VUOI PARLARE?
Mi piace pensare che “Anima Nera” sia un primo punto d’arrivo, perché finalmente sono riuscito a rendere su carta ciò che cerco da sempre: il male è dentro ognuno di noi, è parte di noi, della nostra storia. C’è una parte della storia dell’umanità che, per potenza ed importanza, può quasi essere paragonata al Cristianesimo… anzi, ne è la sua parte oscura, la sua controparte, se vogliamo. Mi riferisco ovviamente al Nazismo e a tutto ciò che ne è scaturito. “Gli indizi ricollocati nel giusto scenario condurranno alla fine a una soluzione terribile, in un epilogo da brivido, dove il possibile e l’impossibile, il fantasioso e il reale, si fondono tra loro, lasciando il lettore con la consapevolezza che ciò che legge è in realtà possibile e che anzi è già avvenuto, sotto ai suoi occhi, e che egli nemmeno se n’ è accorto”, come scrive Sabina Marchesi, mia manager, amica e collega, nella presentazione del romanzo. Altro non vorrei aggiungere, dico solo che vale la pena di comprarlo e leggerlo.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Sono le uniche tematiche che mi interessano e che amo approfondire. I miei romanzi, i miei racconti, non sono solo il frutto di una scrittura da cui scaturisce paura ed angoscia, sono anche ciò che deriva da ricerche e studi. E poi, vedere un film, leggere un libro, senza l’adrenalina che ti scorre a fiumi in corpo, è, per me, come giocare a poker con le caramelle, invece che con i soldi… chi gioca a poker, sa di cosa parlo. L’adrenalina è una droga di altissima qualità, è gratis e non fa male. Per il resto, scrivo ciò che ho sempre letto… insomma, se uno fa il musicista e per tutta la vita ha ascoltato i Deep Purple, non è che poi si può mettere a suonare musica jazz, no?
QUALCUNO TI HA DEFINITO UNO SCRITTORE MOLTO SIMILE AL PRIMO STEPHEN KING. CHE RAPPORTO HAI CON IL GRANDE SCRITTORE?
E’ il mio mentore, il mio ispiratore… parlo dello Stephen King agli inizi della sua carriera, quello più recente, mi piace molto meno. Da lui ho imparato a scrivere nel modo che più amo, ovvero in quella che viene definita scrittura “cinematografica”, perché leggendo hai davanti agli occhi, nella mente, il “film” di ciò che leggi… è impossibile, leggendo King e, modestamente, anche me, non provare questa sensazione.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Domanda classica e ovvia, direi. Non passa giorno senza che qualcuno non ti chieda: ma dove le vai a pescare le tue idee? In realtà basta poco, un indizio, una notizia di cronaca, persino un film che sto guardando e che va in una direzione diversa da come me la sarei immaginata io. Per dire, l’ultimo romanzo che ho scritto e che si intitola “Jodi” (e che speriamo possiate leggere al più presto) è nato guardando un film tratto da un racconto di Edgar Allan Poe. “Anima Nera”, invece, è nato pensando alle implicazioni che il Nazismo ha avuto sul mondo… ci sono poi dei luoghi che ti ispirano, come ho già detto, come nel caso di “So chi sei”. Oppure fatti raccontati, di spiriti o fantasmi, magari dai nostri nonni, cose che ci terrorizzavano da piccoli e, se messi nella giusta maniera, continuano a farlo ancora oggi. Più in generale direi che esiste un posto, nella mente di ogni scrittore, dove vanno a depositarsi idee che tornano utili quando serve.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Il progetto principale è il sogno attuale hanno lo stesso nome, “Anima Nera”. Credo che sia davvero un romanzo che valga la pena di essere acquistato e letto. A chi piace il genere horror, ma non lo splatter, ben inteso, deve leggere quel romanzo. E’ un consiglio che va al di là del fatto che ne sono l’autore. Per il futuro, come ho già detto, ho appena finito di scrivere un nuovo romanzo, “Jodi”, che spero sarà pubblicato presto. Il sogno più grande, comunque, è sempre lo stesso, da sempre: vedere un mio romanzo o un mio racconto sul grande schermo. E chissà…

11/06/2008, Davide Longoni