INDOMITE

Le Edizioni VociFuoriScena ci segnalano nella collana “I Ciottoli” l’uscita della raccolta di racconti INDOMITE (190 pagine; 13,30 euro) di Simona Friuli, un viaggio a cavallo tra il fiabesco, il fantasy e il genere psicologico.

Sono, i racconti di Simona Friuli, segnati da presenze pressoché costanti: un re, una regina e una figlia, al solito singolare, se non mostruosa. Sono queste ultime, le figlie, le vere protagoniste: soggette solo a se stesse e al richiamo del sangue, arse dall’eros ma libere dal giogo maschile o, al più, indocili spose o in procinto di diventarle, comunque mai madri (le madri, se compaiono, hanno funzione marginale se non negativa: tutrici d’ordine, segregatrici, mercantesse, a volte, delle loro stesse figlie). Il maschile ha ruolo minimo, è un intruso, violatore in fondo impotente, soggetto ai raggiri e ai desideri delle femmine, padrone del campo.

Le storie e i personaggi di INDOMITE hanno radici robuste: affondano nell’antica tradizione delle fiabe (non però in quella edulcorata delle “fiabe per bambini”) e nella più nuova tradizione del raccontare femminile. Presenze illustri e rivendicate, accanto a molte altre, segrete: l’Angela Carter del “Book of fairy tales”, l’Heinrich von Kleist di “Pentesilea”, il Cesare Pavese di “Dialoghi con Leucò”. Sul piano formale, il libro presenta una scrittura personalissima, sorretta da un linguaggio sontuoso, intessuto di termini arcaici, recuperati e talora reinventati, che nel susseguirsi di figure retoriche, grammaticali e di contenuto, conquista con una barocca musicalità, quasi ipnotica.

Simona Friuli per errore nasce nel 1991. È poco meno di Driade; è più di Lady Lazarus. Vive attorniata da strane figure dipinte o da dèi dalla testa animale. Coltiva le frecce e le fiere, ma anche le rose; al collo, senza costrizione, porta un boa che le fa manto; come monile ha falena – sullo sterno, carnosa –; pendenti, alle orecchie, vedove nere. Ha sempre e soltanto scritto.

Buona lettura.

A cura della redazione