E SOPRA SPLENDEVA UN CIELO STELLATO

Le Edizioni Vocifuoriscena ci accompagnano nel territorio del surreale filosofico con il romanzo E SOPRA SPLENDEVA UN CIELO STELLATO (212 pagine; 15 euro) di Claudia Maschio.

«Come si può accettare una morale prefabbricata? Era quello il grande male del mondo: non offrire a nessuno i mezzi per scrivere sulla propria pagina bianca in modo autonomo. No, anzi, il problema era un altro: nessuno voleva farlo.»

Cosa accadrebbe se venisse dimostrato che Dio non esiste?

Semplice: a qualcuno verrebbe subito in mente di aprire una rivendita di sensi di colpa. Ma non nella speranza di un trionfo della morale – che neppure l’idea di un dio onnipotente e onnisciente è riuscita a instillare negli esseri umani – bensì per sfruttare il disorientamento generale e farci un po’ di soldi, come esplicita il Fratello:

«… farò grandi affari vendendo sensi di colpa. Nessuno ne ha più. Tutti compiono le azioni più ignobili senza mai provare un rimorso, ma questo non rende le loro vite migliori.»

È questo lo scenario in cui si trova a muoversi Immanuel, un trentenne che – in un mondo sconfitto dalla propria vacuità e alla deriva etica, dove solo gli oggetti, ovvero i “senzienti di terzo tipo”, sanno discernere tra giusto e sbagliato – coltiva ancora il vizio di leggere e pensare.

Tra sbagli e piccole conquiste, confrontandosi con un Vocabolario che la sa lunga, una Strada cervellotica, una Botticella arguta e una fidanzata che ama le parole, Immanuel ripercorre i passi e i tormenti del suo celebre omonimo di Königsberg, mettendo poco per volta a soqquadro l’intera sua esistenza.

E SOPRA SPLENDEVA UN CIELO STELLATO è un romanzo in cui il surreale gioca a braccetto con profonde tematiche filosofiche, regalando al lettore uno sguardo disincantato sulle contraddizioni umane e anche qualche possibile suggerimento per… renderle ancor più contraddittorie.

Claudia Maschio vive a Negrar (Verona), tra incantevoli colline e ancor più incantevoli bottiglie di Recioto e Amarone. Adora gli animali, la musica (soprattutto jazz), il cinema e l’arte surrealista. Sopporta a fatica chi non ama le stesse cose. Ha esordito come scrittrice ai tempi delle elementari, scrivendo piccole sceneggiature che recitava insieme agli amichetti, e non ha più smesso, anche se con fin eccessivo senso autocritico: racconti, romanzi e poesie si sono susseguiti l’uno all’altro, per poi essere regolarmente cestinati. Mentre conseguiva la laurea in Sociologia e il dottorato in Filosofia della Scienza, si è cimentata nell’invenzione di fiabe, risultando nel 1993 tra i dieci finalisti del Premio Andersen. Dopo la nascita dei due figli, Clara e Elio, ha continuato a scrivere rubando ore al sonno e ha così dato vita a una serie di saggi, sceneggiature teatrali, romanzi e racconti. Attualmente collabora in qualità di editor per il T.S.M. della Provincia di Trento e, intanto, pensa a cosa fare da grande. Ah, è curatrice della collana “i Ciottoli” per Vocifuoriscena. Tra il 2005 e il 2007 ha pubblicato tre saggi sul Natale e uno sul Carnevale, corredati di fiabe e pubblicati da QuiEdit. A partire dal 2008 ha scritto a quattro mani con Dario Giansanti – sempre per QuiEdit – i primi sei romanzi del ciclo “Agenzia Senzatempo”. Nel 2012 è uscito “A due passi dalla morte del sole”, sceneggiatura teatrale. Nello stesso anno il primo romanzo con Edizioni PerSempre, dal titolo E SOPRA SPLENDEVA UN CIELO STELLATO e, a distanza di pochi mesi, il manuale romanzato “Come smettere di stirare in due settimane”. Per Vocifuoriscena ha recentemente pubblicato “Oltre la superficie dello sguardo”, “Il titolo è l’ultima cosa”, “Tutto cambia quando meno te lo aspetti”, “A nord del futuro”, la riedizione di E SOPRA SPLENDEVA UN CIELO STELLATO e “Il pescatore di frottole” (riconoscimento speciale della giuria del Premio Andersen nel 2015).

Buona lettura.

A cura della redazione