ENIGMI DALLO SPAZIO E DAL TEMPO 08

5: MIRACOLI, MORTE E RESURREZIONE DI GESU’ CRISTO

“Simone, Simone, ecco Satana vi ha cercato per tagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non verrà meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.

E Pietro gli disse:

“Signore, Con te siamo pronti ad andare in prigione e alla morte”.

E Gesù gli rispose:

“Pietro, in verità io ti dico: non canterà oggi il gallo, più tre volte che tu avrai negato di conoscermi”.

Un uomo di nome Gesù è storicamente esistito, su questo non esiste alcun dubbio, ma se fosse esistito così come ce lo raccontano, avrebbe certamente lasciato prove storiche… Infatti è difficile credere che gli storici (sempre in cerca di fatti insoliti) non parlino di uno che fa resuscitare i morti, guarisce i lebbrosi parlando, che moltiplica il cibo, che fa camminare la gente storpia, che guarisce i ciechi dalla nascita, ecc. Se fosse stato inventato (ma non è così) possiamo ritenere che se lo avessero creato gli ebrei, sarebbe rimasto nei canoni della religione ebraica e dunque non avrebbe per esempio violato il sabato, se poi fosse stato inventato dai Greci o dai Romani, sarebbe stato come molti personaggi mitici Greco-Romani un greco o un romano… e comunque ci sia permesso dubitare che mai i Romani si sarebbero dipinti come gli assassini di un così grande personaggio. Viene quindi da pensare che sia stato un comune predicatore in realtà mica tanto comune, e che, dopo la sua morte, i suoi discepoli per meglio diffondere il suo messaggio, sulla base di miti preesistenti, abbiano creato la storia di Yehsua che oggi conosciamo. Però se io sono figlio di un Dio, già qualcuno in più mi ascolterà, se poi mi metto a guarire e resuscitare la gente, prometto vita eterna, resuscito io stesso, dando prova di essere davvero un figlio di un Dio, compio miracoli a tutto spiano, do ai miei discepoli il potere di fare altrettanto, vengo ucciso dalle persone che ho salvato con il mio sacrificio (innescando pure un senso di colpa), ecc. il discorso migliora ancora. Comunque non è nemmeno da escludere che sia stato un mito ispirato dallo stesso concetto che ha ispirato altri miti simili presenti in altre mitologie e dunque che sia anche questa una storia simbolica…

La tesi di partenza è che vi sia una certezza morale per la resurrezione di Gesù che si basa sull’esperienza personale dell’incontro con Lui tramite il dono della fede, ma che esista anche un sostegno storico che porta a guardare alla resurrezione di Gesù come la miglior spiegazione di quattro eventi ben definiti nella storia di Gesù, giudicati altamente attendibili storicamente dalla comunità scientifica.

Eccoli:

1) La sepoltura di Gesù: è riferita da numerose fonti indipendenti (i quattro Vangeli, tra cui il materiale utilizzato da Marco che secondo Rudolf Pesch risale a sette anni dalla crocifissione di Gesù e proviene da testimonianze oculari, diverse lettere di Paolo, scritte prima dei Vangeli e ancora più vicine ai fatti, e l’apocrifo Vangelo di Pietro) e ciò è un elemento di autenticità sulla base del criterio delle molteplici testimonianze. Inoltre, la sepoltura di Gesù per mezzo di Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio ebraico, risulta attendibile, infatti la sepoltura di Gesù grazie a Giuseppe d’Arimatea è “molto probabile” dal momento che sarebbe stato inspiegabile come dei membri della chiesa primitiva potessero valorizzare tanto un membro del Sinedrio ebreo, avendo verso di loro una comprensibile ostilità e che di fatto erano gli artefici della morte di Gesù. Per questo e altri motivi si può dire che la sepoltura di Gesù nella tomba è uno dei fatti più antichi e meglio attestati su Gesù.

2) La tomba trovata vuota: la domenica dopo la crocifissione, la tomba di Gesù fu trovata vuota da un gruppo di donne. Anche questo fatto soddisfa il criterio delle molteplici testimonianze essendo attestato da diverse fonti indipendenti (Vangelo di Matteo, Marco e Giovanni, e Atti degli Apostoli 2,29 e 13,29). Inoltre, il fatto che le protagoniste del ritrovamento della tomba vuota siano delle donne, allora considerate prive di qualunque autorità (perfino nei tribunali ebraici), avvalora l’autenticità del racconto.

3) Apparizioni di Gesù dopo la morte: in diverse occasioni e in varie circostanze numerosi individui e gruppi di persone differenti dicono di aver sperimentato apparizioni di Gesù dopo la sua morte. Paolo spesso cita questi eventi nelle sue lettere, considerando che sono state scritte vicine agli eventi e tenendo conto la sua conoscenza persona con le persone coinvolte, queste apparizioni non possono essere liquidate come semplici leggende. Oltretutto esse sono presenti in diverse fonti indipendenti, soddisfacendo il già citato criterio delle molteplici testimonianze: l’apparizione a Pietro è attestata da Luca e Paolo; l’apparizione ai Dodici è attestata da Luca, Giovanni e Paolo; l’apparizione alle donne è attestata da Matteo e Giovanni, ecc. Si può quindi affermare che può essere preso come storicamente certo che Pietro e i discepoli abbiano avuto esperienze dopo la morte di Gesù in cui egli apparve loro come il Cristo risorto. Dobbiamo però anche considerare come un evento, partendo da un primo testimone, scateni in pochissimo tempo una ridda di eventi successivi dovuti a allucinazioni, inganni o sincera voglia di credere e quindi, in questo caso, per attestare la veridicità su una persona e il suo verbo.

4) Il cambiamento radicale dell’atteggiamento dei discepoli: dopo la loro fuga impaurita al momento della crocifissione di Gesù, i discepoli hanno improvvisamente e sinceramente creduto che Egli fosse risorto dai morti, nonostante la loro ebraica predisposizione contraria. Tanto che improvvisamente furono disposti perfino a morire per la verità di questa convinzione.

L’eminente studioso britannico NT Wright ha perciò affermato: «Questo è il motivo per cui, come storico, non riesco a spiegare l’ascesa del cristianesimo primitivo a meno che Gesù sia risorto, lasciando una tomba vuota dietro di lui». (“The New Unimproved Jesus”, Christianity Today, 13/09/1993).

Però dobbiamo anche considerare che la risurrezione di Gesù è una spiegazione miracolosa di queste prove, ma queste prove in sé non sono miracolose. Nessuno di questi quattro fatti è in alcun modo soprannaturale o inaccessibile allo storico. Per questo si potrebbe affermare che la migliore spiegazione di questi fatti è che Gesù è risorto dai morti. Questa è anche stata la spiegazione che i testimoni oculari stessi hanno dato e nessuna spiegazione naturalistica riesce a fornire una spiegazione davvero plausibile dei fatti, tenendo in conto tutti gli elementi. È puramente una questione se crederci o meno perché non ci sono prove in un senso o in un altro, se non la Fede, ma essa non è scienza e la scienza ha bisogno di fatti non di credenze.

È necessario e obbiettivamente utile aggiungere questo: i Vangeli non sono così solidi come fonti storiche, dato che sono stati composti dai 35 ai 65 anni dopo la morte di Gesù.

La seconda obiezione è che vi sono delle contraddizioni tra i diversi Vangeli su come si sono svolti i quattro fatti citati: l’ora e il giorno della morte di Gesù, il numero di donne che ha trovato il sepolcro vuoto ecc., però, sempre a onore del vero, è stato anche detto che i Vangeli sono tutti concordi sui quattro fatti al centro del dibattito, anche se possono variare dei particolari secondari ma che non compromettono il racconto.

La terza obiezione è che la resurrezione dai morti di Gesù da parte di Dio è un’affermazione teologica e non può essere storica poiché gli storici possono stabilire solo quello che probabilmente è accaduto in passato, e per definizione, un miracolo è l’evento meno probabile. E così, per la natura stessa dei canoni della ricerca storica, non possiamo affermare storicamente che un miracolo probabilmente è accaduto. Per definizione, probabilmente, non è accaduto perchè sarebbe, questo sì, altamente improbabile, ma chi crede per fede può rispondere che non si vede alcun motivo per pensare che sia improbabile che Dio abbia risuscitato Gesù dai morti. (Il che vorrebbe dire che ha resuscitato se stesso quando era contemporaneamente esistente e morto). Infatti, al fine di dimostrare che tale ipotesi è improbabile, bisognerebbe dimostrare che l’esistenza di Dio è improbabile. Il fatto è che lo storico non può dire nulla su Dio. Pertanto, non può dire che l’esistenza di Dio è improbabile. Ma, se non si può dire questo allora non si può nemmeno affermare che la risurrezione di Gesù è improbabile. Inoltre il dibattito è centrato sulla probabilità della resurrezione in seguito a una serie di fatti che richiedono essa come spiegazione migliore, non la probabilità della resurrezione dai morti senza alcun elemento di prova.

È ovvio che fare di Gesù, l’unico vero Messia divulgatore dell’unico verbo della verità, è un ulteriore atto di superbia umana. Gli altri non sono certificati, sono falsi profeti. Coloro che seguono le proprie religioni potrebbero dire la stessa cosa della nostra, viene da sé, quindi, che ognuno segua il proprio credo secondo le proprie idee o che sono state inculcate da altri e sono tutte false e contemporaneamente tutte vere, almeno storicamente parlando. L’uomo ha bisogno di credere in qualcosa: da Dio a Maometto, da Giove ad Allah, dal non essere solo nell’universo agli UFO, ma sono solo speranze, desideri o atti di Fede.

(8 – continua)

Giovanni Mongini