IL GRANDE SCOMUNICATO

Ecco un libro che non può mancare nella vostra biblioteca personale del fantastico: si tratta di “Il grande scomunicato” (240 pagine; 17 euro) di Luca Di Fulvio, edito da Bompiani. Dopo i thriller “L’impagliatore” (Einaudi) e “La scala di Dioniso” (Mondadori), e l’epopea newyorkese de “La gang dei sogni” (sempre Mondadori), lo scrittore romano porta ora in libreria “un romanzo di passione e dittatura”, come lo definisce lui stesso, un originale pastiche di spunti fantasy e favolistici, satira e romanticismo.

Ma scendiamo ora nel dettaglio e vediamo la trama. Di lui si sa solamente che è nato cento anni dopo la scoperta delle Americhe. Anche il suo vero nome è andato perso. Tutti lo conoscono semplicemente come il Grande Scomunicato. È stato l’uomo più potente al servizio del Papa. Il più malvagio. E nella Santa Città il male è stata la sua miglior raccomandazione. Ma anche la sua dannazione. Per un fraintendimento fatale è caduto in disgrazia. È stato condannato a vagare per l’eternità, emarginato da ogni comunità religiosa e civile.

Ma poi il Grande Scomunicato giunge in un deserto senza nome, popolato solo da dodici coppie di “mentecatti”, uomini e donne che non conoscono il trascorrere del tempo. Che non sanno cosa siano la malattia e la morte. Ed è qui che il Grande Scomunicato può tessere nuovamente la sua rete e gettare le fondamenta della sua dittatura, basata sulla corruzione del corpo come dello spirito. Innalzerà superbamente una città in pieno deserto e condannerà i suoi sudditi a vivere nel terrore.

Solo l’amore di un ragazzo per l’unica figlia del dittatore si opporrà al suo regno. Solo la loro passione indicherà la via per una possibile rinascita umana e naturale. Ma saranno loro due soltanto contro la crudeltà del tiranno.

Luca Di Fulvio è uno straordinario Cappellaio Matto che ci affascina con l’ambizioso sogno del Grande Scomunicato. Difficile tornare al di qua dello specchio, perché parla di noi, delle nostre debolezze, delle nostre paure e delle nostre vittorie. E quando chiudi l’ultima pagina, hai voglia di inventare un sogno tutto per te. Se Lewis Carroll e Tim Burton avessero potuto lavorare insieme, avrebbero scelto di raccontare questa storia.

L’autore è nato nel 1957 a Roma, dove vive e lavora. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, entra a far parte della comunità teatrale americana “Living Theatre” e si trasferisce con loro per sei mesi a Londra. Successivamente lavora con Andrej Waida ne “L’affare Danton”, con Mario Maranzana. Fonda poi con Pino Quartullo la compagnia teatrale “La Festa Mobile”. Oltre a numerosi spettacoli di successo, i due realizzano il cortometraggio “Exit”, vincitore della “Concha de Oro” al “Festival di San Sebastian” e nomination agli Oscar. È vincitore del “Premio Under 35” e riceve una segnalazione speciale dell’Istituto del Dramma Italiano con l’atto unico “Solo per amore” scritto con Carla Vangelista.

Nel 1996 esordisce nella scrittura con il romanzo breve “Zelter”, pubblicato da Zelig-Baldini&Castaldi, cui fa seguito nel 2000 “L’impagliatore”, romanzo noir pubblicato da Mursia che in breve ottiene grandi consensi. Acquistato dalla casa di produzione Cattleya, viene portato al cinema da Eros Puglielli col titolo “Occhi di cristallo” e presentato alla “Mostra del Cinema di Venezia”. Nel 2004 “L’impagliatore” viene ristampato da Einaudi. Segue “Dover Beach”, pubblicato da Mursia e acquistato da Vittorio Cecchi Gori, mentre con lo pseudonimo di Duke J. Blanco scrive il romanzo per ragazzi “I misteri dell’Altro Mare”, vincitore del premio Selezione Bancarellino. Nel 2006 approda a Mondadori con il romanzo “La scala di Dioniso”, acquistato per il cinema da Gabriele Salvatores, cui fa seguito nel 2008 “La gang dei sogni”.

I suoi libri sono tradotti da importanti case editrici come Gallimard e Albin Michel (Francia), Luebbe (Germania), Azbooka (Russia), Hayakawa (Giappone), Bitter Lemon Press (Inghilterra, Canada e USA) e poi in Spagna, Serbia, Olanda, Croazia, Slovenia, Grecia. Luca di Fulvio è inoltre da alcuni anni un giurato e un amico del “Trofeo RiLL”.

A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura.

Davide Longoni