
Certo non si tratta di cosa facile visto che il 95 per cento degli oceani è inesplorato e si stima che nelle acque del nostro pianeta esistano almeno 3 milioni e mezzo di specie ancora da scoprire. Al progetto, iniziato nell’anno 2000, lavorano duemila ricercatori di oltre 80 paesi, tra cui anche l’Italia che è entrata a farne parte nel 2005, mentre il primo rapporto globale verrà reso pubblico solo nel 2010. I ricercatori setacciano praticamente tutta la parte acquea della Terra su navi equipaggiate con sommergibili, veicoli sottomarini comandati a distanza e automi di ogni genere, trascinando strumenti dotati di sensori per ogni tipo di misurazione e seguendo gli spostamenti di svariati animali per studiarne abitudini e comportamenti.
Anche se bisognerà ancora aspettare un paio d’anni per avere una visione d’insieme delle nuove scoperte, già ora ne sono state rese note alcune veramente interessanti: sono stati infatti recuperati gamberi ritenuti estinti, granchi ricoperti di peli, aragoste di notevoli dimensioni, microbi giganti, un branco di pesci esteso come un’isola.
Le scoperte più interessanti provengono dagli abissi o dai mari dell’Artico e dell’Antartide, che si ritenevano poco adatti alla vita: lo scorso anno una nave tedesca ha scoperto addirittura 700 nuove specie sui fondali del Polo Sud.
Tutto questo fa ben sperare, mentre sul fondo dell’Atlantico è stata trovata una catena montuosa sottomarina grande come un continente con specie sconosciute o diverse da quelle cui siamo abituati.
Laggiù, c’è più vita di quanta se ne potesse immaginare. Attendiamo i prossimi risultati!
31/03/2008, Davide Longoni