GLAUCO SILVESTRI

La sua ultima fatica si intitola "31 Ottobre", un romanzo che mescola horror, thriller e tradizioni celtiche in maniera tanto affascinante quanto misteriosa da averci colpito profondamente. Scrittore per certi versi particolare, che salta dalla fantascienza all’horror al romanzo storico al sentimentale senza porsi il problema di essere etichettato o di farsi etichettare, Glauco Silvestri è in sostanza uno scrittore libero, uno scrittore vero… e non potevamo esimerci dal conoscerlo meglio per potervelo presentare.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GLAUCO SILVESTRI?
Sono principalmente un amante della lettura. Casa mia è ricolma di libri. Gli argomenti sono i più vari: dalla mitologia greca e latina alla fantascienza; dalla poesia ai libri di storia. Sono presenti libri di fotografia, fumetti e un paio di enciclopedie. Sono però anche uno che scrive. Ho sempre scritto racconti, sin da piccolo. Li scrivevo per me, prima su dei quaderni, poi tramite il mio Commodore 64, quindi il primo computer con processore Intel. Nel 1994 ho autoprodotto un romanzo di fantascienza, ben 13 copie che ho distribuito tra i miei colleghi di lavoro. Una storia che non mi ha mai convinto del tutto e che ancora oggi sto rielaborando senza trovare una soluzione. Nel 1997, più per gioco che per altri scopi, ho inviato un racconto al mio primo concorso letterario e ho vinto la pubblicazione di un romanzo.
Ma non avevo alcun romanzo pronto per la stampa, solo tante idee. Così, nel giro di pochi mesi, ho scritto “Cometa”. Un romanzo nato di getto. Il primo capitolo di una trilogia di fantascienza.
A livello umano, beh, dovrebbero essere gli altri a parlare. Lavoro in una azienda di progettazione elettronica. Ho una passione smisurata per i computer, la fotografia, i cartoni animati, il cinema e i viaggi. In passato amavo anche gli aerei da combattimento. Ahimè, messa da parte quando ho capito che non sarei mai potuto diventare pilota di caccia (sogni di bambino).
Sono un tipo solitario, lo ammetto, anche se non disprezzo lo stare in mezzo ad un gruppo di amici. Sono schivo e non amo parlare troppo di me. Però sono un logorroico della tastiera. Quando scrivo non smetterei mai di farlo.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI LETTERARIE PRECEDENTI, PRIMA DEL TUO ULTIMO NATO “31 OTTOBRE”?
Ho già accennato a “Il figlio di Andromeda”. Un romanzo a cui tutt’ora sto lavorando, che non mi convince e che sino ad oggi è stato pubblicato in 13 copie. Con “Cometa” ho avuto il mio battesimo del fuoco. A cui è seguito il secondo episodio “L’alba della Cometa”. Il terzo episodio non è mai arrivato in libreria. “Rendez-vous con la Cometa” è rimasto a metà strada. Complice la casa editrice, che già navigava in cattive acque e che è fallita a metà del percorso editoriale. Qualche mese fa, comunque, ho pubblicato la trilogia completa su Lulu.com… anche se sto valutando di mandarla a qualche editore per vedere se c’è la possibilità di darle nuova vita.
La delusione dovuta al comportamento scorretto della casa editrice con cui lavoravo da ormai 3 anni mi ha spinto verso un periodo di riflessione. Per qualche anno ho addirittura abbandonato la scrittura. La casa editrice mi aveva in un certo senso ricattato – Se non compri i tuoi libri rimasti in magazzino, li manderemo tutti al macero! – mi dissero. Io non pagai, ma quel ricatto morale mi ferì molto. Ho mollato la penna e ho imbracciato la macchina fotografica.
Ho ricominciato a scrivere seriamente solo nel 2004, quando ho scritto “31 Ottobre”, ispiratomi da un sogno fatto diversi mesi prima (31 ottobre 2003… il tempo che passò dal sogno alla prima parola scritta lo spesi in ricerche). Nel 2005 ho aperto il mio primo blog e, con esso, ho cominciato a pubblicare racconti a puntate. Il successo di quei racconti mi ha poi spinto a raccoglierli in piccoli libri che, poi, ho pubblicato su Lulu.com. Il resto è attualità.
PASSIAMO ORA PROPRIO ALLA TUA RECENTE FATICA, PUBBLICATA DA “IL FILO”, OVVERO “31 OTTOBRE”. LEGGENDOLO SI NOTA UNA CERTA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
In realtà, “31 Ottobre” è il primo libro con orientamento all’horror o al thriller. Prima di questo testo non avevo mai pensato di scrivere nulla di simile, a parte, forse, qualche breve racconto. La tematica che più mi ha attratto in tutta la mia “storia” (se si può chiamare storia l’insieme dei miei primi passi nel mondo della letteratura) è sicuramente la fantascienza. La mia istruzione di carattere tecnico è forse la spiegazione più plausibile per la mia predilezione verso questo genere. L’horror (o, ripeto, il thriller) è un tema che ho sempre vissuto lateralmente. Non disprezzo questo genere di letteratura e molto spesso la fantascienza ha offerto molti ottimi esempi di tematiche rivolte all’horror (“Alien”, per fare un esempio famoso). Diciamo che “31 Ottobre” è stata una sperimentazione, il romanzo che mi ha spinto fuori dal genere fantastico. Tant’è che, dopo di esso, ora ho osato addirittura passare a generi più impegnati, quale il romanzo storico (con “Justice”, di cui ho appena terminato la prima stesura) e il sentimento, con un romanzo di cui ho tracciato a malapena le prime righe (e di cui non ho ancora deciso un titolo definitivo).
ALTRA TEMATICA PORTANTE DEL ROMANZO SONO I MITI CELTICI E IL LORO LEGAME CON LA TUA CITTÀ, BOLOGNA. CI VUOI PARLARE DI QUESTA TUA PASSIONE?
La mia passione è Bologna. Adoro questa città e sono felicissimo di viverci. Ho visto molte città in tutta la mia vita, italiane e straniere. Nessuna mi ha mai regalato le sensazioni che Bologna mi sa dare. Mi pare ovvio che, visto il mio amore per la città turrita, ho dovuto studiare la sua storia (e ho ancora molto da imparare). “31 Ottobre” è stata una buona scusa per mettermici d’impegno. Ho fatto ricerche approfondite su Bologna e il suo collegamento (alla lontana) con il popolo celtico mi ha affascinato molto. Studiare i Celti, la loro mitologia, costruire su di essa una storia, è stata una esperienza incredibile.
Diciamo che “31 Ottobre” ha raccolto diversi interessi che mi stimolano sin da quando ero bambino. La storia, le leggende, i legami inscindibili tra la fantasia e la realtà. Scoprire che le 12 porte di Bologna sono orientate come gli astri dedicati allo zodiaco; che nella notte di Halloween la scalinata di San Luca punta direttamente alla Stella Polare (su questa cosa ho trovato un solo documento e… ahimè, vuoi per pigrizia, vuoi per impegni “sociali”, o ancora per colpa del cattivo tempo, non ho mai verificato ad occhio nudo), che molte tradizioni bolognesi derivano proprio dalle abitudini dei Galli Boi (una su tutte, la cultura del maiale… la nostra cucina è praticamente incentrata sul maiale e furono proprio i Galli Boi a introdurlo nelle popolazioni che abitavano nel bolognese)… è un’esperienza affascinante. Ogni piccola cosa che scoprivo mi spingeva a cercare più a fondo… ad un certo punto mi sono costretto a fermare le ricerche perché altrimenti non avrei mai scritto “31 Ottobre”.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Ahi, che domandona! Potrei affermare che è un segreto professionale ma, in realtà, la risposta più corretta è il caso. E’ come il colpo di fulmine. “31 Ottobre” è stato ispirato da un sogno fatto nella notte di Halloween del 2003. Il primo capitolo del libro è, in pratica, la descrizione di quel sogno. “Cometa” era nato da un articolo che avevo letto sulle sonde Voyager e Pioner… lanciate nello spazio profondo dalla Nasa negli anni 70 e 80. “Justice” nasce da una persona. Un blogger che ama il mare e che aveva letto un mio racconto a puntate dove compariva un comandante di un veliero inglese. Lui mi chiese se avevo in mente di scrivere altri racconti del genere. Gli dissi di no. Tre giorni dopo ebbi l’ispirazione per questo romanzo. Le idee mi cadono in testa come la mela che colpì Newton nella famosa “leggenda” sulla scoperta dei principi sulla forza di gravità.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Quale sogno può avere uno scrittore esordiente? La fama? La gloria? Un best seller memorabile nei secoli a venire? Come ho detto prima, non amo essere sotto la luce dei riflettori. Cerco qualcosa di ben più misero. Cerco un angolino nelle librerie per i miei libri. Cerco di regalare ai miei lettori un momento di svago, di stacco dalla vita reale. Non cerco i soldi. Fortunatamente ho un lavoro che fino ad oggi mi ha mantenuto in modo decoroso. Cerco l’amore vero… come tutti i sognatori. Cerco l’avventura che la mia vita da “impiegato” non mi darà mai. La cerco nelle storie che scrivo, la racconto nella speranza di condividerla con gli altri che stanno là fuori e che, magari, pure loro la stanno cercando. Cerco l’idea per il prossimo libro, quello che ancora non riesco ad immaginare. Cerco la serenità, che faccio fatica a trovare. Cerco l’abbraccio che non ho mai avuto, la stretta di mano forte, sincera, vigorosa… e non hai idea di quante strette di mano poco sincere ho ricevuto sino ad oggi. Cerco la persona che abbia il coraggio di guardarmi negli occhi mentre mi parla. Cerco una vecchiaia serena, magari da trascorrere in montagna, in compagnia di un cane. Cerco tante cose che so di non poter trovare. E spero che l’elenco delle cose che cerco non finisca mai… perché tutto ciò che cerco, alla fine, la trovo nei miei racconti e ho veramente paura che tutto ciò possa esaurirsi un giorno.

18/03/2008, Davide Longoni