IL COLLETTIVO ARTISTICO KING’S MAGICIANS

Vi presentiamo con grande piacere il collettivo artistico KING’S MAGICIANS che si occupa di videoarte e produzione cinematografica e che ha fatto del surrealismo e della stop motion il proprio cavallo di battaglia… ma andiamo con ordine.

Il collettivo è costituito da Simone Tognarelli (filmmaker) e Jacopo Aliboni (compositore musicale): “per ogni progetto, ci hanno detto i due, ci occupiamo insieme dello sviluppo del concept e lo realizziamo in cooperazione, focalizzandoci poi su quelle che sono le nostre specifiche competenze”.

Simone A. Tognarelli, classe 1983, è nativo di Livorno ed è regista cinematografico. Cresciuto a Guasticce, paesino nella provincia di Livorno, fin dall’infanzia la sua passione per il cinema ha un ruolo importante: guarda film su film e organizza spettacoli di pupazzi e burattini a casa, avanzando i primi tentativi di messinscena. Durante il percorso di studi di cinema, musica e teatro presso l’Università di Pisa incontra Lorenzo Garzella, regista e documentarista, docente di un laboratorio di montaggio all’interno dell’Università, che gli propone di collaborare nel suo studio di produzione a Pisa. Nel 2013 avviene a Livorno l’importante incontro con il compositore Jacopo Aliboni e il pittore/scultore Maurizio Fontanelli. Insieme ideano il concept per un progetto ambizioso e di lunga gestazione: un cortometraggio con dei pupazzi molto speciali, che prendono vita con la tecnica della stop motion (il tutto ispirato dai lavori di Jan Svankmajer e di Zbigniew Rybczynski). Il titolo del progetto è “Du temps perdu”, la cui post produzione è terminata a inizio 2018.

Di esso dice la critica: “Du Temps Perdu, che potrebbe facilmente essere etichettato come un riuscito omaggio all’arte surrealista del maestro ceco Jan Švankmajer, in realtà nasconde sotto la patina riverente un testo filosofico non di poco conto, assimilabile ad un sottile lavoro sull’inconscio di stampo lynchiano… in meno di dieci minuti di durata, il film riesce a farsi apologo dell’insondabile, inesauribile, imperfezione umana”.

Da questa esperienza Simone trae l’idea per il suo primo cortometraggio, scritto insieme a Jacopo Aliboni (autore anche delle musiche): “A New Born”, che contiene rimandi alle avanguardie e al surrealismo francese (Maya Deren), agli elementi visionari di Lynch e Cronenberg e alla letteratura di J.G. Ballard. Il corto viene proiettato allo Short Film Corner del 68° Festival di Cannes e vede protagonisti gli attori Gea Martina Landini e Michael Segal. Il progetto comprende anche una rivista, contenente un testo di matrice surrealista ad accompagnare le immagini provenienti dagli scatti realizzati in scena dal fotografo Angelo Liuzzi, rivista che compare anche come elemento diegetico all’interno della struttura filmica.

Di questo cortometraggio la critica scrive: “Al di là del facile discorso sulle influenze artistiche riscontrabili nel cortometraggio di Tognarelli bisogna innanzitutto rilevare l’estrema professionalità della realizzazione. L’immagine – curatissima a qualsiasi livello, dalla composizione dell’inquadratura allo stile formale della fotografia – è il film, è tutto. Feconda, fagocita e rigenera sotto diverse spoglie”.

A settembre 2015 arrivano l’incontro con il famoso ballerino e coreografo inglese Lindsay Kemp e il lavoro “Toujours present en nous”, cortometraggio nato da una composizione per flauto solo di Jacopo Aliboni (eseguita da Livia Schweizer), con Maurizio Maltoni alla fotografia e Daniela Maccari assistente per le coreografie e i costumi di Lindsay Kemp. Progetto che ha visto la luce nel 2017 e che viene proiettato a diversi festival internazionali, tra i quali il Diametrale Experimental Film Festival di Innsbruck (Austria).

Tassello successivo della filmografia è poi “Le Temps Prend Feu”, anch’esso nato da un’idea musicale di Jacopo Aliboni, eseguita dal Far(Away)ensemble della Sibelius Academy di Helsinki e che vede l’interpretazione della ballerina di origini russe della Scala di Milano Karina Samoylenko e dell’attore Alessandro Contini. Da menzionare qui le proiezioni allo Short Film Corner del 70° Festival di Cannes e al Balkan Can Kino di Atene.

Jacopo Aliboni invece è il compositore del collettivo dei KING’S MAGICIANS, oltre che direttore, musicista, sceneggiatore, copywriter e insegnante. Ha composto musica e sonorizzazioni per committenti trasversali: nell’ambito radiotelevisivo e pubblicitario (copywriter); per il teatro sperimentale e di commedia; per cortometraggi; per sale da concerto di musica da camera; per festival di musica contemporanea. Ha ricevuto, tra i vari, i seguenti premi ed esecuzioni: PREMI: I° premio al “Torre della Quarda” 2018 pres. S.Gervasoni; II° premio al “Papa Bendetto XVI” 2017 pres. T.Leon; I° premio al “Veretti” 2017 pres. F.Vacchi; selezionato Festival Internazionale del Cinema di Cannes 2017; selezionato Festival Internazionale del Cinema di Cannes 2015; I° premio al “E. Carella” 2016 pres. S. Bo; I° premio al “Veretti” 2015 pres. A.Lucchesini; finalista al “A. Rendano” 2015 pres. I. Fedele; finalista al TIM 2014  pres. Fait ESECUZIONI: 2018 Orchestra Sinfonica di San Remo dir V.Parisi; Concerto 2Agosto 2017 Filarmonica A.Toscanini di Parma dir. A.Cadario; 2017 SIMC “Risvegli di città”; 2016 Biennale Musica di Venezia; 2016 Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; 2015 Orchestra da Camera Fiorentina. Come didatta, è ideatore e responsabile didattico del progetto pedagogico musicale TeatroMusicale in continuità didattica 0/13 già presente in più di 10 scuole dal nido alla secondaria di primo grado. E’ co-fondatore e compositore del Far(away) ensemble.

Terminate le presentazioni, passiamo al resto.

Il collettivo dei KING’S MAGICIANS in questo periodo sta pianificando l’allestimento di una rappresentazione cine-teatrale che comprenderà la scaletta di proiezione delle cinque opere fin qui prodotte dal collettivo, che assurgerà a vero e proprio Manifesto della poetica cinematografica del duo. Questa rappresentazione avrà una prima nazionale a novembre e verrà poi replicata su scala internazionale, coinvolgendo alcune delle realtà più importanti culla del movimento Surrealista, tra le quali il Prague Surrealist Group.

“In questa direzione, ci dicono ancora i due, ci piace segnalare anche il riscontro avuto dalla rivista Surrealismo Internacional, arricchimento online del saggio Caleidoscopio surrealista: una visión del surrealismo internacional (1916-2011), che ci cita come collettivo artistico di interesse per quel che si muove nell’orbita del Surrealismo”.

Ecco il punto più interessante del collettivo: il Surrealismo. Da qui arriva poi il collegamento con la stop motion. “Questa tecnica di animazione, ci dicono Tognarelli e Aliboni, ci serve in ogni nostro lavoro per spezzare ancor più la narrazione ed immergere in modo definitivo lo spettatore nella direzione di un esito perturbante dello sviluppo del racconto.

La nostra idea di animazione si riallaccia al surrealismo ceco (Jan Svankmajer) e ai film di animazione di Starewitch, dei fratelli Quay e ai primi cortometraggi di animazione di David Lynch”.

E per concludere questa panoramica, vogliamo segnalarvi il Manifesto del collettivo.

“Visione è tutto ciò che ancora mi esalta”. Questo è il punto di partenza. In scena può esserci il performer, può esserci l’oggetto, ma niente è vincolato a una logica di appartenenza a qualcosa, anzi, tutto è in continua simbiosi, interpretabile. L’opera offre allo spettatore frammenti dal suo quotidiano, raccontati però attraverso immagini e suoni che dal quotidiano non potrebbero essere più distanti. Ecco l’oggetto, che può essere scenico o diegetico, a frantumare la narrazione e ad astrarla. Ecco il performer, che narra, raccontandoCi. Ecco lo spettatore, che si identifica e diventa a sua volta oggetto di astrazione. Ed infine ecco il pugno materico, che indica nuovamente la realtà, ma proponendo una nuova prospettiva per guardarla. Prospettiva, questa, svincolata adesso da tutto ciò che ci eravamo inizialmente portati dal quotidiano.

Si inizia così e non si finisce, preparati a questo punto a una nuova visione… chiamiamola visione, o chiamiamola anche irrealismo mutazionale.

Per altre informazioni potete dare un’occhiata alla loro pagina Vimeo… buona visione!

A cura della redazione