MARCO BUTICCHI, L’AVVENTURA E… IL SEGRETO DEL FARAONE NERO

Corrado Augias lo ha definito un Ken Follett italiano ma anche uno Steven Spielberg e tanti lo paragonano a Wilbur Smith. Il segreto della popolarità dei romanzi di Marco Buticchi è il fascino travolgente dell’avventura e ciò lo ha portato, ad oggi, a vendere oltre un milione e mezzo di copie. La lunga scia di successi dello scrittore di La Spezia prosegue con “Il segreto del faraone nero” (Longanesi, 2018), presentato il 6 aprile a Castel Sant’Elmo nel corso del Salone dell’editoria NapoliCittaLibro. Location più centrata di questa non ci poteva essere per un libro di avventura, arcani, battaglie e intrighi, visto che Castel Sant’Elmo è una magnifica fortezza medievale, patrimonio Unesco, che dall’alto domina il Golfo di Napoli invitando a viaggiare con la fantasia, proprio come avviene nei bestseller di Marco Buticchi.

E così, davanti a un pubblico attento nella Sala Levante del Castello, il giornalista del Mattino, Ugo Cundari, ha conversato con il celebre autore sul nuovo romanzo nel quale ci sono vari salti temporali: dall’VIII secolo avanti Cristo, quando in Egitto governava il faraone nubiano Shebitqo, dai “poteri magici”, che unificò il Paese; allo sbarco alla fine del 1700 dell’armata napoleonica ad Alessandria e all’avvio delle ricerche archeologiche, sino alle vicende dei campi di sterminio nazisti e dei ricchi banchieri ebrei Goldmeiner. Tutto poi giunge ai giorni nostri quando saranno l’ex agente del Mossad, Oswald Breil, e la sua affascinante moglie l’archeologa Sara Terracini (bellezza latina che l’autore immagina come Maria Grazia Cucinotta),  protagonisti dei dodici fortunati romanzi di Buticchi, a sciogliere il mistero del tesoro sepolto nella tomba del faraone.

COME NASCE L’IDEA DI QUESTA NUOVA AVVENTURA LETTERARIA?

L’autore ci ha raccontato che trovandosi di fronte al deserto ha pensato a quali misteri, leggende e tesori poteva celare quell’immenso mare di sabbia, “da qui è partita l’illuminazione attorno alla quale ho costruito la trama”.

MA COME È COMINCIATA LA SUA BRILLANTE CARRIERA?

Marco ci ha riferito che ha girato il mondo per lavoro, ma sin da bambino scriveva e accarezzava l’idea di narrare avventure. Per cui, oltre una ventina di anni fa, pubblicò per proprio conto due romanzi. Uno di questi, che riguardava il ritrovamento di un grosso diamante appartenuto a Maometto, giunse in visione all’editore Mario Spagnol che lo apprezzò e se ne interessò. “Per me cambiò la vita”, ci ha detto l’autore che oggi è tradotto in tutto il mondo tanto da essere stato nominato Commendatore della Repubblica per aver diffuso la lingua italiana. “Questo riconoscimento – ha continuato – insieme al Premio Salgari mi ha dato una soddisfazione morale gigantesca”.

Per scrivere un romanzo il Nostro si documenta utilizzando varie fonti: da documenti, ai  libri oppure in rete, studiando a fondo i vari periodi e gli episodi storici, anche se specifica che “non è il mio obbligo la veridicità dei fatti. Io debbo intrattenere e se lascio qualcosa di positivo come messaggio non può che farmi piacere”.

Tra i bestseller che ha pubblicato c’è anche “Le Pietre della Luna” (Longanesi, 1997), che ha venduto 250mila copie, la cui trama è stata accostata a quella del kolossal cinematografico di Ridley Scott “Il gladiatore”, uscito nel 2000 e interpretato da Russell Crowe.

QUALE FU LA SUA REAZIONE?

Ha liquidato l’episodio con una battuta: “Non posso dirlo per certo perché sembrerei un po’ spocchioso però ci sono tanti punti di contatto tra le due storie. Se mi avessero mandato un po’ di polverina d’oro degli Oscar che il film ha preso sarei stato contento lo stesso”.

GLI ABBIAMO QUINDI CHIESTO DI RIVELARCI SE, TRA UNA PRESENTAZIONE E L’ALTRA IN GIRO PER L’ITALIA STIA LAVORANDO A QUALCOSA DI NUOVO…

Ha replicato con una frase sibillina: “L’Africa è lontana e la Cina è vicina.…”. La locuzione a noi  fa venire in mente un argomento di grande attualità: “La Nuova via della seta”, ambizioso progetto strategico, infrastrutturale-economico che parte dalla Cina per giunge all’Europa. Ci viene da pensare: il grande maestro italiano dell’avventura sarà stato pungolato dal tema?

Nel frattempo che esca il prossimo romanzo godiamoci “Il segreto del faraone nero!”.

Filippo Radogna