THE CITY’S RETURN

Esce per la collana “Spin-off” di Kipple Officina Libraria l’e-book THE CITY’S RETURN (12 pagine; € 0,95; in formato ePub e Mobi), una nuova e potente incursione nel mondo dell’Impero Connettivo dal creatore della saga Sandro Battisti, “Premio Urania 2014”.

L’autore esplora, definendone gli sfuggenti confini, quella che sembra un’illusione maturata all’interno del territorio imperiale; lo fa richiamando sottilmente i massimi esponenti di un mondo che appare onirico e rarefatto, attraversato dalle venature verbali che assumono i contorni di un sogno sciamanico olografico.

La collana “Spin-off” è dedicata alla diffusione di storie ambientate nell’Impero Connettivo – creazione connettivista che narra gli eventi di un Impero Postumano con forti similitudini a quello Romano – in cui lo Stato governa sullo spazio e sul tempo sotto il dominio psichico di un alieno, un Nephilim.

La sinossi del racconto è presto detta: l’Impero Connettivo, Stato che come l’Impero Romano domina sullo spazio, ma anche sul tempo, è divenuto un’entità politica divisa in due: la prima metà è votata alle politiche più materiali, mentre l’altra sembra aspirare alla trascendenza; alla prima fa capo il funzionario postumano Sillax, mentre la seconda continua a far riferimento all’alieno nephilim Totka_II.

Efrem è compresso nei meandri di una città imperiale che incarna visceralmente l’illusione massima dello spazio e del tempo; i suoi cittadini, le figure di riferimento che devono far rispettare l’ordine pubblico, non esprimono un senso diverso dallo smarrimento che Efrem vive costantemente, la sua impressione di evanescenza e di alienità dalle vicende del luogo va di pari passo con l’illusione di un senso sfuggente di appartenenza: dov’è situato il punto di discontinuità tra l’esistenza interiore ed esteriore? Efrem è in attesa di un segnale…

Dalla quarta di copertina si evince altro, e cioè che la perfezione di un’esistenza lineare si stravolge quando il caos quantico di più livelli di esistenza si mescolano nel contemporaneo, mistificando ogni percezione di sé e dell’esogeno. Chi potrà definirsi a ragione vivo, quanti potranno fregiarsi di quello status particolare di autoconsapevolezza vibrante?

Leggiamone un estratto per farci un’idea di quello che potremo trovare in THE CITY’S RETURN:

“La confusione lo segnava. Efrem non riconosceva i luoghi, o meglio, aveva troppe chiavi di cognizione per ogni singola location, non sapeva a quale situazione appartenesse e così gli si confondevano i contesti.

Ogni volta che entrava nei territori dove ora si trovava maturava convinzioni di percezioni, gli si disponevano dentro animosità interiori di pura dislocazione e il suono che aveva in sé risuonava fino all’esterno della pelle, mostrandogli ectoplasmi estemporanei, vivi di energia senziente: la sua.

– Ha perso qualcosa?

Una guardia imperiale di prossimità, dotata di cingoli rutilanti, guadagnava rapidamente i suoi pressi, fagocitando lo spazio che prima li divideva. Il protocollo che egli usava per comunicare era uno standard misto di tecnologia booleana e frammenti di liberismi neofuzzy, qualcosa che risultava simile a slang provinciali lontani unità energetiche dal dominio culturale di Totka_II.

– No, agente, osservo soltanto.

– Posso aiutarla, se le occorre – la puntigliosità della guardia diveniva subito fastidiosa, il poliziotto manifestava la sua tossicità caratteriale come veleno a contatto.

– M’indichi soltanto il cardo e il decumano, per favore…

Durante quell’interlocutorio, la necessità di concentrarsi sul luogo assumeva per Efrem i connotati di un quadro astratto e astrale, realtà illuminanti improvvisamente significative al pari di una conoscenza memetica, una supernova illuminante quadranti estesi di cielo siderale. Doveva liberarsi dell’entità militare fastidiosa e petulante, ottusa, ma non sembrava una cosa facile.

– Ho qui il database di tutti gli abitanti della sobolla localizzata, aggiornato a tre minuti. Posso indicarle dove abita anche l’ultimo arrivato.

Efrem soffiava via l’insofferenza per quello sceriffo reazionario.

– No, le ripeto, non cerco nessuno. Seguo soltanto i miei sensi maggiorati dal momento siderale. – Si girò di 180 gradi, come per focalizzare un particolare che l’aveva colpito, o per troncare la comunicazione.

Gli istanti di silenzio si susseguirono in fasi significative, la guardia stava elaborando oltre le sue possibilità strutturali l’immagine del momento siderale suggerita da Efrem, un overflow cognitivo era in atto e il costrutto ideale che ne risultava doveva apparire allo sbirro sbilenco e tarlato. Poi si pronunciò, nel momento esatto in cui realizzò di aver fatto passare troppo tempo.

– Voleva sapere dove sono il cardo e il decumano?

Sono un postumano. Da un numero incalcolabile di anni terrestri, quello che ero biologicamente si è evoluto nell’essenza di ciò che sono. Ma chi sono adesso mi è sconosciuto. So al servizio di chi opero e per cosa lavoro. Eppure, ignoro dove tutto ha avuto inizio”.

Sandro Battisti esordisce nel 1993 con il racconto “Il gioco” pubblicato da Stampa Alternativa. Tra i primi blogger attivi in Italia, noto in rete con lo pseudonimo di “Zoon”, nel 2004 è stato uno dei fondatori del movimento letterario connettivista. A partire dal 2004 si è dedicato allo sviluppo di uno scenario comune a molti suoi lavori successivi, noto come “Impero Connettivo” (uno Stato modellato sull’esempio dell’Impero romano il cui il dominio si estende su spazio e tempo, governato da una stirpe di alieni semieterni), dapprima con racconti apparsi inizialmente su NeXT, la fanzine del movimento, e con il fumetto Florian, successivamente in due romanzi: “PtaxGhu6”, scritto in collaborazione con Marco Milani (2010), e “Olonomico” (2012). Ha vinto il “Premio Urania 2014” e il “Premio Vegetti 2017” con il romanzo “L’impero restaurato”.

Buona lettura.

A cura della redazione