HAYABUSA 2: SBARCO SU RYUGU

Dopo le varie missioni sul suolo lunare, lo studio di Marte, le sonde inviate su tutti i pianeti del Sistema Solare alcune anche oltre; dopo che il 12 novembre 2014 la sonda Philae, sganciata dal satellite europeo Rosetta, era riuscita ad atterrare sul nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko; è giunto il momento della sonda giapponese Hayabusa 2, lanciata nel 2014, che qualche settimana fa è atterrata su un asteroide inviando le prime immagini di un altro evento storico: essa infatti è riuscita a far atterrare due piccoli robot automatici sulla superficie dell’asteroide Ryugu, un’impresa mai riuscita a nessuno

Certo, le prime foto sono a dire il vero un po’ mosse, ma comunque è un’impresa epocale che permetterà di sapere qualcosa di più di questi altri corpi celesti che vagano nella Via Lattea.

Dunque non solo lune, pianeti e comete, ma adesso anche gli asteroidi sono nel mirino degli studi sullo Spazio che ci circonda: Ryugu, che si trova a 280 milioni di chilometri dalla Terra, ha una debolissima gravità e le immagini sono state scattate mentre i due robot Minerva (MIcro Nano Experimental Robot Vehicle per Asteroid) ribalzavano sulla sua superficie, ecco il perché delle foto mosse.

Nelle immagini scattate, si nota la superficie disseminata di massi. I due robot Minerva dell’Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) hanno toccato il piccolo corpo spaziale il 21 settembre scorso, dopo essere stati lanciati dalla sonda Hayabusa 2 a una distanza di 55 metri da Ryugu. Hayabusa 2 aveva raggiunto l’asteroide già lo scorso giugno dopo aver effettuato un viaggio durato ben 3 anni e mezzo e lungo 3,2 miliardi di chilometri. Dalla forma di un piccolo disco e delle dimensioni di un piatto, i due robot pesano 1,1 chilogrammi e trasportano fotocamere, termometri e altri sensori per analizzare la superficie dell’asteroide. Sono stati progettati per spostarsi sul corpo celeste grazie a un meccanismo che li fa rimbalzare.

Vedere le immagini che hanno inviato, per Takashi Kubota, portavoce della missione, è stato «un sogno di molti anni divenuto realtà». Nessuna missione precedente aveva inviato immagini dalla superficie di un asteroide, si tratta infatti della primissima volta che viene compiuto un esperimento del genere: nel 2005 lo stesso Giappone aveva già tentato l’impresa, ma fallendo con Hayabusa1 sull’asteroide Itokawa. «Non riesco a trovare le parole per esprimere la mia felicità per essere riusciti a posarci e muoverci sulla superficie di un asteroide», ha rilevato Yuichi Tsuda, responsabile di progetto della missione.

Dopo qualche giorno è stato sganciato sulla superficie del corpo celeste anche il modulo tedesco Mascot, il quale, una volta atterrato sull’asteroide Ryugu, ha completato con successo le analisi del suolo, regalando alcuni interessanti scatti e una moltitudine di dati che ora andranno analizzati. La missione giapponese Hayabusa-2 si rivela quindi come un successo completo, si attende l’arrivo sulla Terra delle informazioni raccolte, operazione che avverrà nei prossimi giorni.

Mascot aveva una durata della batteria massima stimata di 16 ore, così il lander è stato movimentato a piccoli salti in diversi punti della superficie, per garantire la raccolta di migliori dati sulla composizione asteroidale. Quella che per noi è stata solamente una giornata, sull’asteroide Ryugu è apparsa triplicata se consideriamo che la durata di un ciclo giorno/notte dura circa 7 ore e 36 minuti sulla superficie di questo ammasso roccioso di 950 metri di diametro.

Una delle cose che più è balzata all’occhio dai primi scatti e dai primi rilevamenti è l’oscurità percepita su questo corpo celeste posto nella fascia principale del sistema solare, come si vede anche dalle immagini scattate.

Come riportato sul profilo Twitter dedicato alla missione di esplorazione spaziale, la batteria di Mascot ha garantito 1 ora di funzionamento in più rispetto a quanto previsto, consentendo uno spostamento ulteriore a livello superficiale e la raccolta di ulteriori informazioni, che come detto adesso andranno elaborate e studiate a fondo.

Si aspettano quindi ora altri interessanti risultati.

A cura della redazione