01 – IL SUBLIME

Howard Philip Lovecraft diceva che la più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto e secondo me aveva ragione: molto spesso quello che ci trasmette inquietudine è qualcosa che non conosciamo pienamente e, nonostante questo terrore, spesso ne siamo attratti. Nel Settecento moltissimi artisti si cimentarono nell’elaborazione di questa riflessione, dando vita in Letteratura e nelle Arti Figurative al concetto di Sublime.

Io personalmente mi son trovata ad affrontare questo argomento quando ho sostenuto l’esame di Estetica (e sinceramente penso che mi sia anche andata bene, visto l’innata antipatia che ho nei confronti della Filosofia in generale) e la definizione di Sublime che era scritta nel mio libro recitava più o meno così:

L’orrendo che affascina

ed era riferito al pensiero del filosofo inglese Edmond Burke. Questa idea è stata poi ripresa ed ampliata dallo stesso autore, ma si può tranquillamente dire che per tutta la prima metà dell’Ottocento il tema della paura e dell’orrendo e delle sensazioni che provocano nell’individuo sono stati oggetto di speculazione anche per altri filosofi. Molto spesso quello che fa paura non è un mostro o un fantasma, ma la Natura, che è madre e matrigna, dà la vita ma può anche toglierla. Pensiamo ad esempio ai dipinti di Caspar David Friedrich, che nel suo Viandante sul mare di nebbia rappresenta un uomo su un altura, che rivolge le spalle a noi spettatori, nell’atto di osservare una nebbia fittissima che ricolma una vallata, da cui spunta qualche sperone roccioso. Non sappiamo quali possono essere le emozioni che prova questo giovane, ma il trovarsi su uno strapiombo malfermo e non vedere completamente cosa si trova sotto i suoi piedi può provocargli del disagio, nonostante egli si erga orgoglioso come a dominare la Natura sottostante.

Ma prima del Sublime e delle elucubrazioni filosofiche che esso ha generato, specialmente nelle Arti Figurative, la paura è sempre stata presente: in tempi in cui saper leggere e scrivere era roba per pochi, l’immagine doveva essere in grado di coinvolgere lo spettatore e fare in modo che rispettasse i dettami della religione cristiana. È per questo motivo che durante il Medioevo sui capitelli delle basiliche romaniche sono visibili dei mostri, ossia quello che il fedele si sarebbe trovato davanti qualora non si fosse comportato con giudizio durante la sua quotidianità.

Anche gli affreschi, utili allo scopo, erano posizionati in punti strategici… ma ve ne parlerò la prossima volta!

Roberta Lilliu