FANTASCIENZA STORY 188

ABBIAMO DEI NUOVI AMICI LA’ SOTTO (1989) – PARTE 02

ESSI VIVONO (They Live)

Los Angeles. John Nada (Roddy Piper) è un disoccupato in cerca di lavoro. Mentre si avvicina a un quartiere periferico dove stanno costruendo delle case per offrire le sue prestazioni, vede e sente un predicatore che, con voce stentorea, arringa una piccolissima folla.

Predicatore: «Ci stanno alle calcagna come ombre, stanno riempiendo di amarezza le nostre viscere. Il miele che vi offrono vi avvelenerà come il morso dello scorpione e in quel tempo cercherete la morte ma non la troverete, bramerete morire ma la morte vi fuggirà. La potenza dei cavalli sta nelle loro bocche e nelle loro code, si mimetizzano tra di noi come serpenti. Hanno teste e code e con esse nuocciono e, quando il serpente vomiterà dalla sua bocca, sarete travolti dal suo assenzio. A loro si sono prostituiti tutti i governanti e la Terra è diventata un covo di corpi pieni di spiriti immondi perché le nazioni stanno bevendo il vino della loro sfrenata concupiscenza e i governanti si sono prostituiti con loro e i mercanti si sono arricchiti del loro lusso sfrenato. Svegliatevi, hanno preso il posto di Dio!»

Nada trova un posto di lavoro in un cantiere e lì conosce Frank (Keith David), un suo compagno di lavoro, un uomo di colore che ha lasciato la famiglia da ormai sei mesi per cercare un lavoro. Egli conduce John in una specie di baraccopoli coordinata da Gilbert (Peter Jason) e lo invita a trovarsi un posto dove dormire. Verso sera un’interferenza entra nei televisori che la gente sta guardando in massa sia fuori a piccoli gruppi, sia in casa. È un altro prete che arringa la gente con voce stentorea.

II Predicatore: «Ci rendono schiavi delle Forze Oscure, della materia corporale e con la vanità, l’ansia e l’indolenza, ci anestetizzano la mente… Queste manifestazioni sulla psiche sono state identificate otto mesi fa da un ristretto numero di scienziati i quali scoprirono incidentalmente che questi segnali provenivano da…. (il segnale sparisce e poi ritorna). La nostra natura umana si è lasciata sopraffare dalle istituzioni esistenti, crediamo di essere ricchi e invece siamo precipitati nell’abisso dell’aridità e della miseria, privandoci di ogni ispirazione, espressione e valori umani. Questi artefici ci mantengono in uno stato di banalità elevata impedendoci di vedere la degradazione con la quale abbiamo schiacciato il mistero di Dio che è in noi. E se continueremo a vegetare nella vigliaccheria, nella cecità e nel mutismo, sarà la fine… Si sono impadroniti della Terra e ci manovreranno indisturbati finché non li scopriremo e quando ci avranno annientati useranno la melma della nostra materia per concimare i loro giardini!»

John osserva il prete della zona che si muove furtivamente all’interno e all’esterno della chiesa, aiutato da Gilbert, per portare degli strani pacchi; poi, una sera, una squadra di poliziotti assale il campo, e, con gli sfollagente, abbatte tutti quelli che incontra e, soprattutto, i due preti. John si allontana indisturbato e, il giorno dopo, penetra nella chiesa per portar via uno dei misteriosi pacchetti.

Giunto in un luogo isolato lo apre e vede che è pieno di occhiali da sole. Seppellisce il pacco sotto a dei rifiuti e ne inforca un paio. Il mondo che gli appare dietro quelle lenti è un pianeta fatto di toni di grigio i cui cartelli pubblicati che, visti con occhi normali, sono sgargianti e colorati, nascondono in realtà dei messaggi sublimali.

«Obbedite»

«Sposatevi e prolificate»

«Non pensate»

«Spendete»

«Comprate»

«Lasciatevi cullare dal benessere»

«Sottomettetevi»

E nemmeno le riviste e i libri si salvano da questo angosciante fenomeno: le pagine colorate o le fitte righe dei volumi nascondono a loro volta dei messaggi:

«Obbedite»

«Non svegliatevi»

«Non fate domande alle autorità»

«Guardate la televisione»

«Uccidete la fantasia»

Poi il suo sguardo si posa sui passanti e, con orrore, scopre che alcuni di loro sono una sorta di scheletri, esseri alieni che si nascondono sotto le fattezze umane. Uno di loro prende un giornale all’edicola davanti alla quale anche John si era fermato e lascia i soldi che in realtà non sono tali come si vede e si legge attraverso gli occhiali:

«Sono il tuo Dio»

E non è finita: una piccola ed occulta antenna parabolica continua a trasmettere:

«Dormite… dormite… dormite…»

(Da queste ultime parole probabilmente il regista Alex Proyas ha tratto l’ispirazione per Dark City nel 1998). Poi John entra in un supermarket dove i clienti sono sia alieni che terrestri, si ferma davanti a un televisore e ascolta il vero messaggio di un annunciatore alieno… dietro di lui campeggia la scritta:

«Obbedite»

Annunciatore: «Si direbbe che tutto il mondo e soprattutto l’America fosse in attesa di un Ordine Nuovo. Tutto quello che facciamo, ogni cosa a cui crediamo, può contribuire a forgiare l’avvenire verso il quale vi stiamo conducendo e questa violazione è stata raggiunta grazie alla vostra malleabilità e all’adattamento del vostro grande spirito nazionalista. Oggi l’America non delude l’aspettativa che ci eravamo proposti.»

A John saltano i nervi e in questo modo si scopre davanti agli alieni che segnalano a quello che sembrava un orologio da polso la sua descrizione e posizione. L’uomo esce ma viene fermato da due poliziotti che in realtà sono alieni, John riesce a ucciderli, si impossessa delle loro armi, entra in una banca e comincia a sparare contro tutti gli alieni che vede, tranne uno che scompare misteriosamente davanti ai suoi occhi, poi fugge. Per allontanarsi sale di nascosto nella macchina di una ragazza, Holly (Meg Foster) e si fa accompagnare a casa sua.

Ma Holly riesce a liberarsi di John colpendolo in testa con una bottiglia e spingendolo fuori dalla finestra. Dopo aver passato la notte in un vicolo e aver recuperato degli altri occhiali, si avvicina di nascosto a Frank che sta sempre lavorando al cantiere: l’uomo lo manda via e poi lo raggiunge portandogli la sua paga. John vuole costringerlo a guardare il mondo attraverso i suoi occhiali e ci riesce dopo una fin troppo lunga scazzottata. Frank si rende immediatamente conto dell’incubo nel quale si trova immerso. I due prenotano una stanza d’albergo per poter parlare tranquilli e fare il punto della situazione.

John: «Non tenere sempre quegli occhiali, altrimenti ti sembrerà di sentire una lama che ti penetra nel cervello!»

Frank: «Da quanto tempo stanno lì?»

John: «E chi lo sa?»

Frank: «Chi sono, da dove arrivano?»

John: «Non sono certo di Disneyland.»

Frank: «Ma che cavolo di risposta è questa? Che facciamo adesso?»

John: «Dobbiamo aspettare.»

Frank: «Dobbiamo aspettare cosa? Vuoi rispondere chiaramente alla mia domanda?»

John: «Visto che sei un genio risolvilo tu il problema e dopo fammi sapere, eh?»

Frank: «Non possiamo essere gli unici a vedere. Dobbiamo trovare chi li costruisce!»

John: «Già, se è rimasto in vita qualcuno.»

Ma non solo qualcuno è rimasto in vita ma è lo stesso Gilbert che, in maniera alquanto strana o quantomeno non spiegata, trova i due e li invita a una riunione serale dei ribelli.

I due giungono nel luogo dell’appuntamento e possono sostituire i dolorosi occhiali con delle lenti a contatto, poi Gilbert si fa loro incontro.

Gilbert: «Problemi per strada?»

Frank: «No, l’abbiamo fatta franca!»

Gilbert: «La città brulica di poliziotti che vi stanno cercando, la maggior parte sono umani. Gli hanno detto che siamo comunisti che vogliono sovvertire il Governo, parecchi si stanno arruolando per questo. Quelli commerciano ricchezza, potere!»

Frank: «Vuoi dire che la gente si unisce a loro?»

Gilbert: «Sì, il gioco è quello di corromperci. I nostri conti bancari crescono notevolmente. Cominciamo a comprare case nuove, auto nuove… Perfetto, non è vero? Fanno di tutto per arricchirci…»

Mentre i tre conversano l’emittente TV con i messaggi del prete continua.

Frank: «Perché vogliono tutto questo, perché sono qui?»

Gilbert: «Semplice. È il loro sporco gioco. Sono liberi imprenditori! La Terra è solamente un altro pianeta, il loro Terzo Mondo!»

John si rifornisce di armi che trova in un grande tavolo centrale. Un uomo si avvicina. Nel cast è indicato come Rivoltoso Nero (Sy Richardson), chiamiamolo R.N.

R.N.: «Avete visto come svaniscono nel nulla?»

John: «Una volta.»

Frank: «Come succede?»

R.N.: «Con questi costosissimi orologi. In effetti sono radioriceventi. Si sentono tutte le loro trasmissioni… e poi deve esserci una specie di codice segreto o di controllo nascosto. Spingono qualcosa e, tutto a un tratto, bang, spariti! Sto cercando di scoprirlo!»

Alla riunione è presente anche Holly e si viene così a sapere con certezza che il collegamento con gli alieni e le loro immagini avviene attraverso un’unica emittente televisiva posta sul tetto degli studi dove la ragazza lavora. Poi un’improvvisa esplosione squarcia la parete del nascondiglio ed entra un nugolo di poliziotti sparando all’impazzata. Anche Gilbert e i due sacerdoti vengono uccisi ma John, Holly e Frank riescono fin troppo fortunosamente a fuggire in quanto uno degli orologi alieni, caduto accidentalmente in terra ai due, apre un varco nel pavimento. John e Frank vi entrano di volata e subito dopo il varco si richiude e i due si trovano in una specie di grande rifugio sotterraneo posto sotto la città. I due camminano prudentemente fino a una grande e ben arredata sala piena di gente, un gruppo composto da alieni e terrestri loro alleati, tutti in abito da sera. Uno di essi, su un podio, sta presentando una specie di relazione ai presenti.

Alieno: «Oggi possiamo dimostrare che avendo seguito fedelmente il nostro schema ideologico, siamo riusciti nell’intento di mettere l’economia americana al servizio dei nostri obbiettivi politici. Se i nostri alleati terrestri manterranno la loro attuale linea politica nei nostri confronti il loro cammino economico sarà in ascesa… (Applausi) …Infatti, riducendo la spesa dei nostri armamenti, abbatteremo enormemente l’inflazione interna perché la nostra politica sociale, oltre a salvaguardare la sicurezza della nostra sopravvivenza, desidera anche collaborare per il progresso del paese che ci sta ospitando… (Applausi) …Il nostro esercito è riuscito a sterminare quasi tutti i rivoltosi, la loro emittente televisiva è stata distrutta. Resteremo forti e uniti per difendere la pace, continueremo a lavorare per la prosperità!»

Un uomo, un terrestre (John F. Goff), si avvicina a loro e crede, forse fin troppo ingenuamente, che i due siano nuovi adepti iscritti alla grande causa e li porta in visita alle bellezze del luogo. Così assistiamo a un esempio di teletrasporto che riporta gli alieni nel loro luogo di origine, indicato molto vagamente come Andromeda già una volta scambiato per una costellazione e ora si vuole ignorare totalmente che è composta da miliardi e miliardi di stelle e Dio solo sa da quanti pianeti. Ora, poiché dobbiamo riportare altri dialoghi e, ancora una volta, non è indicato il nome del personaggio, lo chiameremo: Uomo In Abito Da Sera, come è indicato nel cast o, più familiarmente, Frac.

Frac: «Possiedono una tecnologia al di là di ogni immaginazione, hanno adattato la loro biologia cellulare assumendo in tutto le nostre sembianze. Hanno trasformato in spazio vitale per loro la costa del pianeta. Le loro astronavi non subiscono il potere gravitazionale. Né occhio, né interferometro, né il telescopio, le vede partire, potete credermi, amici.»

Li porta in un’altra sezione della base e poi davanti una grande vetrata che immette in uno studio televisivo e guardata a vista da due soldati.

Frac: «È qui che viene condotta tutta l’operazione. I messaggi vengono inviati al mondo via satellite tramite segnali televisivi. Docile e disarmato l’uomo ubbidisce e subisce in silenzio. Venite. Allora, ragazzi, che cosa ve ne pare, eh?»

La risposta è veloce ed è data da due colpi di pistola di John e Fred, visto che i due soldati non volevano farli entrare. L’uomo è spaventatissimo.

John: «Forza, sputa! Dov’è il trasmettitore?»

Frac: «Si trova sul tetto, se non sbaglio.»

John: «Qui ci lavora Holly, troviamola e ci faremo dire da lei come arrivare al trasmettitore e distruggerlo!»

Frac: «Aspettate, state commettendo un grosso sbaglio…»

Frank: «Sei stato tu a sbagliare!»

Frac: «No… no… dovete prima ascoltarmi! Credo che se un secolo fa la gente avesse preso delle decisioni giuste, oggi… oggi il mondo sarebbe tutto diverso, ma non è stato così e comunque ormai è troppo tardi. Abbiamo esaurito tutto, siamo un cumulo di rifiuti tossici e sono loro la nostra alternativa! Gli abbiamo ceduto il nostro pianeta e loro ci trattano come polli da allevamento, se ci dimostriamo docili loro ci lasceranno in pace e potremo assaporare anche noi le comodità e il benessere. In fondo è il debole di ogni uomo, no?»

Frank: «Gli daresti in pasto anche tuo figlio, eh?»

Frac: «Non abbiamo scelta. Riceviamo i loro ordini e dobbiamo fare ciò che dicono. Sono i nostri padroni, capite?»

La conversazione viene interrotta da un soldato che entra e viene ucciso immediatamente. L’uomo scompare usando il solito orologio e Frank e John entrano nella sala di trasmissione uccidendo gli alieni. Poi si dirigono ai piani superiori, verso la terrazza, uccidendo le guardie in maniera forse fin troppo facile. Incontrano Holly e la portano con loro, poi John va avanti verso il tetto e Holly trae di tasca una pistola e uccide Frank.

John è ora davanti al trasmettitore, un elicottero gli intima di fermarsi e di gettare la pistola, dietro di lui c’è Holly, anche lei armata. John finge di arrendersi e getta l’arma ma dalla manica estrae un’altra pistola e colpisce a morte la ragazza poi si volta verso il trasmettitore.

John: «Ora tocca a te!»

Mentre John spara al trasmettitore e lo distrugge, una raffica dall’elicottero lo abbatte ma l’uomo, cadendo, fa in tempo a vedere i risultati della sua opera e un ultimo sorriso si stampa sul suo volto.

Gli alieni appaiono a tutti con il loro vero aspetto. È la fine della loro invasione…

John Carpenter ha tratto il film da un breve racconto di Ray Nelson intitolato Eight O’clock in the Morning che parlava di una razza umana inebetita davanti ai televisori e ne ha tratto una storia sullo stile dei film degli anni ‘50 che si impernia però sui problemi odierni. Questi imprenditori spaziali che vogliono dominare il pianeta altro non sarebbero che le multinazionali che non concedono più spazio alla iniziativa privata e che dobbiamo quindi pensare con la nostra testa, usando gli occhiali per vedere il mondo come realmente è e non come vogliono farcelo vedere.

La pellicola è una piccola produzione, forse per questo il make-up di questi extraterrestri risente di una approssimativa realizzazione e di una totale mancanza di mobilità.

Ultima cosa da far notare, per amore della precisione, è che non è affatto vero, come è stato scritto, che il vero nostro mondo sia in bianco e nero ma è solo il risultato della evidenziazione delle lenti, tanto è vero che, una volta distrutto il malefico raggio, nel finale, gli alieni sono a colori, il che come risultato di trucco è anche peggio perché, nella scena finale dell’alieno che sta tranquillamente ….beh, insomma… facendo i comodi suoi con la terrestre per ampliare la conoscenza della anatomia umana, si vede perfettamente la fine del trucco facciale e le macchie aliene più dipinte che mai su un corpo assolutamente terrestre…

(2 – continua)

Giovanni Mongini