ALBERTO ODONE… E LA MECCANICA DEL DELITTO

“La meccanica del delitto”, scritto da Alberto Odone, è il romanzo vincitore del Premio Tedeschi 2018 per il miglior giallo italiano inedito. L’opera narrativa, della quale il deus ex machina della collana Il Giallo Mondadori  Franco Forte è molto entusiasta, è stata premiata a Cattolica (Rimini) lo scorso 30 giugno durante il MystFest.

La vicenda si dipana nella Germania post Prima Guerra Mondiale, paese annichilito moralmente e materialmente dalla sconfitta, in un clima sociale di miseria e violenza che oramai rappresenta la realtà quotidiana.

Alberto Odone, autore vercellese, laureato in economia e commercio con la passione per la narrativa gialla, già vincitore del Premio Gran Giallo di Cattolica per racconti nel ‘95 e finalista al Premio Calvino con l’antologia di racconti “L’uomo col Basco del Che” nel ‘99, ha costruito un caso originale e avvincente in un clima tenebroso nel quale primeggia la figura dell’ispettore Meingast, abile detective e leale tutore della legge.

“La meccanica del delitto”, pubblicato nella Serie Oro del Giallo Mondadori, può essere acquistato in edicola.

Abbiamo scambiato alcune battute con Alberto Odone.

SEI UN CULTORE DI STORIA OPPURE E’ UN CASO CHE QUESTO ROMANZO SIA AMBIENTATO TRA LA PRIMA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE, NELLA GERMANIA PRE-NAZISTA?

Mi piace la storia e soprattutto la narrativa storica per cui leggo altri romanzi storici e allora mi viene lo stimolo per fare ricerche. Questo giallo nasce dal mio interesse per la storia della Germania. E’ ambientato a Monaco di Baviera nel 1920. Ritengo l’ambientazione molto interessante perché siamo ai primordi del Nazismo e in un periodo in cui la giustizia la fa chi è più forte e quindi si tratta di un ottimo contesto in cui calare le indagini di un  detective. A mio parere le narrazioni funzionano molto bene se sono calate nella ricostruzione di un contesto e a me piace molto ricostruire un mondo attorno alle storie gialle.

HAI SVOLTO RICERCE APPROFONDITE SU QUANTO AVVENIVA NELLA GERMANIA IN QUEL FRANGENTE STORICO?

Quando si scrivono romanzi di questo genere bisogna leggersi un po’di volumi di storia e poi dalla massa di notizie se ne distilla una minima percentuale. Occorre avere in testa quel periodo lì.

IN ITALIA IL GIALLO VIVE UN PERIODO DI GRANDE POPOLARITA’. COSA NE PENSI?

E’ un periodo molto fecondo perché ci sono autori di altissima qualità. Io vedo i miei predecessori che scrivono gialli che ritengo opere di tale valore da uscire dal genere.

TI PIACE UNIRE IL GIALLO AL NOIR?

Mi piace mescolarli. Il giallo come meccanismo di enigma alla Agatha Christie è interessante, ma secondo me è troppo freddo. Il contesto serve proprio per creare l’ambiente noir ed è molto utile per la drammatizzazione.

IN UNA RECENTE INTERVISTA, RILASCIATA A LA ZONA MORTA, LO SCRITTORE DONATO CARRISI (AUTORE DEL FORTUNATO ROMANZO “IL SUGGERITORE”) HA SOSTENUTO CHE TALE  GENERE INDAGA NELLA PARTE OSCURA CHE C’E’ IN OGNI ESSERE UMANO. PER TE COSA RAPPRESENTA IL NOIR?

Il noir coglie l’uomo nei suoi momenti più estremi. Sentimenti come l’odio, l’amore e la vendetta sono provati da tutti. Arrivano al loro estremo quando portano al delitto e quindi chi si occupa di noir coglie le passioni umane al limite estremo della loro tensione.

CHIUDIAMO CON UN PENSIERO SUL PREMIO TEDESCHI

Sono molto felice, soprattutto perché vedendo le ottime peculiarità degli scrittori che sono stati premiati in precedenza ho la sensazione di essere all’interno di un ambito ristretto e di grande qualità!

Filippo Radogna