PATER NOSTER – DODICI VITTIME PER CUI PREGARE

Ecco un nuovo libro, di cui abbiamo già avuto modo di parlare, ma che merita sicuramente un approfondimento maggiore: stiamo parlando di “Pater Noster – Dodici vittime per cui pregare” (182 pagine; 15,00 euro), pubblicato dalle Edizioni Il Foglio.

Dodici versi scandiscono il ritmo del Padre Nostro, come rintocchi di una campana che accompagna l’ultimo viaggio di altrettante vittime. Ogni verso della preghiera ispira un capitolo di questa antologia curata dal torinese Andrea Borla, che raccoglie i racconti di autori emergenti e affermati della casa editrice di Piombino.

I racconti conducono da Padre Nostro fino al conclusivo Amen, passando attraverso omicidi, ricordi, ossessioni e follie, e utilizzando linguaggi e percorsi narrativi che alternano il noir al fantastico, il thriller all’intimista.

La cornice all’interno della quale si inseriscono i racconti della raccolta è costituita dall’introduzione, intitolata “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, e trova la sua conclusione in “Amen”. I due testi sono scritti da Andrea Borla e riprendono i personaggi di un suo precedente romanzo (Odio – Tespi Editore).

Il protagonista di Odio, Piero Scacchi, detenuto per omicidio, viene infatti convocato in segreto dal cappellano del carcere, tramite la consegna di un santino. Sul retro è riportato il Padre Nostro e l’ora dell’appuntamento. Il sacerdote chiede aiuto a Scacchi per salvare un innocente che è stato arrestato, definito una vittima per cui pregare. Tuttavia non aggiunte altri particolari lasciando a Scacchi e ai suoi due compagni di cella il compito di ricostruire identità e storia della persona affidata alle loro cure. Chi sia l’innocente che il cappellano affida a Scacchi, e quali le motivazioni della sua detenzione, verranno svelati nel capitolo conclusivo “Amen”.

Quando il sacerdote si allontana per prepararsi per la messa, Scacchi resta seduto nel banco della piccola cappella, solo, a meditare sul Padre Nostro, da cui trae spunto per i racconti che compongono la raccolta.

Il tema religioso, quasi mai presente in maniera diretta, lascia spazio a drammi familiari di varia natura: dalla perdita di una persona cara (Sia santificato il tuo nome di Alessandro Napolitano) ai dissapori tra genero e suocera (Che sei nei cieli di Valerio Biagi), dalla violenza domestica (Ma liberaci dal male di Matteo Gambaro) alla disgregazione degli affetti (Padre Nostro, il racconto onirico di Simone Pazzaglia con cui si apre la raccolta).

Particolarmente interessanti i tre racconti di genere fantastico (Sia fatta la tua volontà di Emiliano Maramonte, Come in cielo e così in terra di Maurizio ComettoCome noi li rimettiamo ai nostri debitori  di Fabio Lastrucci) a cui sembrano contrapporsi  i testi di autori che si concentrano su aspetti psicologici e intimisti dei personaggi (l’ammiratore che innalza a dio il suo scrittore preferito in Dacci oggi il nostro pane quotidiano di Laura Fidaleo o il musicista tradito artisticamente di Venga il tuo regno di Alessandro Del Gaudio).

Completano la raccolta due esempi molto diversi di ossessione e di follia che vengono da Rimetti a noi i nostri debiti di Alessio Gradogna (un assassino che vede nella morte un premio per le sue vittime) e da Non ci indurre in tentazione di Gordiano Lupi, un testo a metà tra il ricordo e la finzione.

Tutti i racconti presentano un tratto comune: anche se visti attraverso un velo di sangue e sopraffazione, i protagonisti mostrano un volto dai tratti sempre e comunque umani, e sono tutti messi di fronte alla scelta: essere vittime o carnefici. Solo alla fine i personaggi comprenderanno che appartenere all’una o all’altra categoria non dipende quasi mai dalla propria volontà.

Buona lettura.

Davide Longoni