RG VEDA

A tutt’oggi l’opera più ambiziosa delle Clamp, oltre che il loro esordio, resta Rg Veda, il cui manga è uscito dal 1989 al 1996 sulle pagine della rivista Wings, presentando una rielaborazione della mitologia hindu raccontata sotto forma di manga.

Rg Veda rappresenta il salto delle autrici verso il professionismo, dopo gli esordi come autrici di dojinshi, manga amatoriali, su personaggi altrui, a cominciare dai Saint Seiya di Masami Kurumada, senza dimenticare Captain Tsubasa e Devilman. Per la trama le autrici prendono ispirazione da una rilettura buddista del Rg Veda, molto diffusa in Giappone e in definitiva il modo in cui nel Paese del Sol levante conoscono il testo, in cui gli dei protagonisti non sono più immortali ma passano i loro nomi da padre a figlio.

Il Dio del Tuono Teishakuten si ribella all’Imperatore Celeste Ashura-ko, decapitandolo e prendendo il suo posto, instaurando un regime dispotico. Una profezia parla di sei stelle che potranno minacciare il suo regno, sei guerrieri, e Teishakuten lancia una serie di nuovi attacchi contro gli oppositori. Il Dio guardiano del Nord, Yasha-oh, dopo aver visto decimare i suoi compagni d’armi decide di riunire le sei stelle che potranno sconfiggere Teishakuten, tra cui le sacerdotesse guerriere Kendappa e Sohma, e Ashura, essere asessuato discendente dell’Imperatore celeste che Yasha-oh richiama in vita. Nel manga il carattere di creatura asessuata rimane, nell’anime si è preferito renderlo una donna.

Splendido come concezione grafica, con richiami più che all’arte figurativa indiana, alla pittura liberty europea, Mucha e Klimt in testa, Rg Veda è un fantasy all’orientale, che dimostra come nella cultura dell’area tra India e Giappone siano possibili contaminazioni tra Paesi diversi e di come si possa parlare di tematiche religiose e mitologiche anche con un fumetto, senza essere blasfemi e dissacranti, riconoscendo un grande valore immaginifico alla produzione mitica legata alle divinità. I personaggi sono bellissimi, presente il tema, tipicamente da dojinshi, dell’ambiguità sessuale sia nei personaggi maschili, molto effeminati, che nella storia yuri tra Kendappa e Sohma.  

Rg Veda è uscito in due occasioni nel nostro Paese come manga, nel 2000 a cura della Planet Manga in un’edizione in venti volumetti, efficace anche se non molto curata, e poi di nuovo nel 2009 a cura di Magic Press, in un’edizione in dieci volumi di lusso con sovraccoperte e senso di lettura alla giapponese. A metà anni Novanta erano usciti per la Granata Press i due Oav ispirati solo alla prima parte del manga, non male come trama e grafica, ma nettamente inferiori al fumetto.

Rg Veda è un ottimo debutto da professioniste e ha rinsaldato definitivamente i rapporti tra quattro amiche appassionate di manga, come Mokona Apapa, Nanase Ohkawa, Tsubaki Nekoi e Satsuki Igarashi, alle quali negli anni si sono poi affiancate altre artiste, per periodi più brevi. In Tsubasa reservoir Chronicles, una delle loro opere più recenti, torneranno dei personaggi di Rg Veda, sia pure con ruolo narrativo diverso in quella che è una fiaba con personaggi presi da tutte le opere delle autrici: un omaggio a chi segue le autrici fin dall’inizio e un invito ai fan più giovani a scoprire i loro debutti. Debutti intriganti, fantasiosi, di classe, romanzeschi e avventurosi, in una rivisitazione di un’epica che, pur orientale, riecheggia l’eternità dei miti e dei racconti di tutti i popoli del mondo.

Elena Romanello