ADDIO ISAO TAKAHATA

Ci ha lasciati a 82 anni Isao Takahata, uno dei due fondatori dello Studio Ghibli insieme all’amico Hayao Miyazaki, autore e regista di vari anime indimenticabili, come Heidi, Anna dai capelli rossi e lo struggente Una tomba per le lucciole, la tragedia della guerra raccontata da due bambini, destinati a un’odissea senza speranza in un mondo storicamente definito ma tanto simile a tante situazioni di oggi.

Una carriera fulgida, che ha reso Isao Takahata uno dei grandi dell’animazione contemporanea, e se viene ricordato per cartoni animati non di genere fantastico, ispirati a classici della letteratura occidentale o pronti a raccontare pagine della Storia giapponese, nel suo curriculum ne figurano alcuni a dir poco meravigliosi da scoprire o riscoprire.

Innanzitutto ha prodotto tutti gli anime Ghibli, in cui ci sono delle chicche del fantasy e della fantascienza come Nausicaa, Laputa, Mononoke Hime, I sospiri del mio cuore, La ricompensa del gatto, Totoro, La città incantata, Il castello errante di Howl, storie che hanno conquistato pubblico e critica, vincendo numerosi premi oltre che le riserve che molti avevano ancora sull’immaginario animato del Paese del Sol levante, riprendendo le tradizioni locali o ispirandosi a classici occidentali riletti con un occhio nuovo, come del resto era stato fatto con Heidi, molto più interessante del libro, oggi un po’ troppo moralista.

Tra le regie di Takahata è da non perdere Pompoko del 1994, storia ecologista di un gruppo di tanuki, cani procioni protagonisti anche di tante leggende, che devono difendere il loro territorio dall’arrivo degli esseri umani e dall’inquinamento, in una vicenda di animali umanizzati diversa da quelle Disney.

Un altro gioiellino fantastico è La storia della principessa splendente del 2013, celebre fiaba giapponese trasposta in un film incantevole che fa sognare, raccontando di una bambina giunta in un tempo lontano da un regno oltre la Luna, per portare gioia sulla Terra finché non vengono a prenderla, in un tributo alla cultura tradizionale nipponica che sa parlare però al pubblico di tutto il mondo.

Isao Takahata ha raccontato il mondo dei bambini, tra realtà a volte insostenibili e voglia di evadere, tra fiaba e vita, in tante storie inevitabili rimaste nel cuore di varie generazioni. Ci mancherà e molto, anche perché il destino dello Studio Ghibli non è ancora stato definito.

Elena Romanello