LA LEGGE DELLA PENOMBRA

Kipple Officina Libraria presenta LA LEGGE DELLA PENOMBRA (disponibile in formato ePub e Mobi; 26 pagine; € 0.95), racconto di Giovanna Repetto vincitore del “Premio Short Kipple 2017”, su copertina di Lario Tus. Un sottile, vibrante brivido weird percorre le pagine del racconto: le parole usate sono calibrate per scatenare l’immedesimazione nella storia, ambientata in una riconoscibilissima provincia italiana e in un preciso momento storico, quello attuale. La discesa verso l’abisso emozionale è terrificante, inaspettata e repentina: Giovanna Repetto conosce i sottili segreti della scrittura e vi attinge a piene mani per ammaliarci nella trama del suo vivere interiore. Il racconto ci porta a percorrere un abisso di agghiacciante orrore interiore e scoprire che, una volta appresa la fonte, se ne apre un altro ancora più raggelante, senza soluzione di continuità, fino a considerare come unica via di uscita la Speranza, la Fede, e giocarsi così ogni possibilità di sopravvivenza in una spaventosa Roulette Russa che nulla garantisce e delinea.

Sibilla e Maria Pia si dirigono in auto verso la casa di proprietà di Sibilla. Il villino è arredato, ma non ci vive più nessuno. Custodisce segreti e ricordi disturbanti che rivivono anche nelle parole pronunciate dalla giovane donna, in un turbine sottile di piccoli eventi e percezioni, in bilico instabile tra il detto e non detto.

Come il pesce che s’infila nella nassa, le due si dimeneranno in un continuo scambio di ruoli che finirà per imprigionarle sempre di più nella casa.

Sapere cosa può nascondersi oltre il nostro sguardo non sempre rappresenta la salvezza, un punto di forza: le leggi che governano i punti oscuri della nostra esistenza potrebbero non essere quelle che ci aspettiamo, oppure possono costituirne l’intima, terrificante conferma.

Il capolavoro di Giovanna Repetto spalanca i cancelli alle angoscianti prospettive weird delle case abbandonate, immerse nell’infinita penombra in cui sopravvivono. In esse l’afflato della vita s’insinua come un soffio malato e perverso, a delineare giochi erotici appena accennati, pennellati di un nero insopportabile.

Leggiamo un estratto, giusto per farci un’idea.

– Ma ci vedi a guidare?

Il tergicristallo faticava a tener dietro all’irruenza dell’acqua. Sibilla non rallentava e non mostrava preoccupazione. Anzi, il sorriso delle sue labbra sottili e indelebilmente rosse si accentuava come per un divertimento segreto. Era una ragazza magra, con i capelli neri lunghi e lisci, occhi brillanti e sopracciglia arcuate. Emanava una sicurezza pericolosa.

– Ce l’hai davvero la patente? – domandava ancora Maria Pia, un po’ per provocarla e un po’ per rompere quel silenzio che la innervosiva.

– Le domande dovevi farle prima. Adesso non ti fidi? Hai paura? Vuoi che ti riporti indietro?

Così tutto il viaggio.

Sibilla, solo due anni più di lei, diciotto, ma tanto più avanti in tutto. Più bella, più scaltra. Più libera.

Viveva col padre, che però era continuamente in viaggio per lavoro. La madre era scappata con un brasiliano, e non si faceva viva da un pezzo.

Le auto erano poche, sempre meno. Gli alberi ai lati della strada sempre più fitti.

Ed ecco la casa, in una radura pietrosa in mezzo al bosco.

Maria Pia sapeva che lì l’aspettava una sorpresa architettata dalla sua amica.

Sibilla spense il motore.

– Ora devi ascoltarmi bene. Ci sono delle regole. Questo è un posto particolare.

La voce, in contrasto con il corpo slanciato, era di un velluto profondo e pieno, con sfumature aspre. Era una voce che accarezzava, avvolgeva e fustigava.

Maria Pia immaginò che le precauzioni consistessero nel tapparsi in casa, con porte e finestre sprangate”.

Giovanna Repetto è nata a Genova nel 1945 e vive da molti anni a Roma. Laureata in Farmacia e in Psicologia, ha svolto prima la professione di farmacista e poi quella di psicologa. Dal 1992 è redattrice della rivista letteraria “Il Paradiso degli Orchi” e recentemente ha avviato una collaborazione con la rivista di fantascienza “Andromeda”.

Tra i suoi romanzi pubblicati segnaliamo: “La banda di Boscobruno” (Mobydick, 1999, “Premio Selezione Bancarellino 2000”), “Palude, abbracciami” (Mobydick, 2000, “Premio Navile-Città di Bologna 2000”), “La gente immobiliare” Mobydick, 2002), “Cartoline da Marsiglia” (Mobydick, 2004), “L’alibi della vittima” (Gargoyle, 2014), “Il Nastro di Sanchez” (Delos Digital 2017, finalista “Premio Urania 2015”). Ha scritto inoltre testi teatrali e racconti che figurano in riviste e antologie. Fra gli altri, ricordiamo il racconto “La via di mezzo”, pubblicato nel 2017 nell’antologia “Materia oscura”, curata da Emanuela Valentini per Delos Digital, che riunisce autrici di fantascienza italiane.

Buona lettura.

A cura della redazione