ARDUIN IL RINNEGATO

Con ARDUIN IL RINNEGATO torna in libreria Silvana De Mari, che stavolta ci confeziona il prequel fantasy de L’ULTIMO ELFO.

La guerra è “la più bestiale idiozia”, lo è sempre. Anche odiare il diverso, chi non ci somiglia, è una idiozia altrettanto bestiale. Rendersene conto permette non solo di essere migliori, ma di comprendere quanto una società fondata sull’accettazione delle personali differenze sia l’unica destinata a sopravvivere. Questo è il messaggio che Silvana De Mari racchiude in questo suo nuovo romanzo, (480 pagine; 19 euro) pubblicato da Ares Edizioni. Si tratta di un romanzo dove il fantastico incontra la metafora mettendo al centro della storia la figura di Arduin, le sue origini e il suo lento trasformarsi da orco ottuso e feroce a dio della guerra illuminato, pronto a salvare gli uomini e il loro regno per amore di Giada, principessa del Regno degli Uomini. Pronto a rispettarne la diversità e l’unicità, pur non svendendo la sua intima natura di orco. Una posizione che lo trasforma in rinnegato agli occhi della sua stessa razza, ma per una giustizia e un fine che travalicano l’idea della razza come la cecità dell’odio.

Il nuovo romanzo è, per traccia temporale e contenuti, il preprequel de L’ULTIMO ELFO, cui si lega attraverso l’elemento della Profezia, quella in cui «in uno dei futuri possibili, un orco salva gli uomini. E una volta successo questo, allora diventa possibile il seguito della storia». Ma è anche il pre-prequel, per traccia temporale, di IO MI CHIAMO YORSH, col quale al contempo corre in parallelo, formando una narrazione “a forcella”, poiché in quest’ultimo la parte contenutistica segue una sottotrama, che pure si rinsalda al romanzo L’ULTIMO ELFO. Da Arduin, infatti, si dipana l’albero genealogico di Rankstrail e di Rosalba, indimenticati protagonisti della saga; a Yorsh si collega invece l’albero genealogico del suo omonimo, il quale sarà anche l’ultimo essere appartenente alla specie elfica.

La De Mari fa crescere di pagina in pagina il legame profondo che si viene a creare fra Giada e Arduin, fra quest’ultimo e il popolo degli uomini. Lo fa saldando il fantasy con la medievale narrazione cavalleresca, l’unicità dei suoi personaggi con una superiore comprensione di quanto l’altro da sé non sia mai il vero nemico. Spesso il vero oppositore, infatti, alberga nelle idee cui ci hanno abituato a credere in maniera acritica.

ARDUIN IL RINNEGATO è l’ennesima conferma della capacità di Silvana nell’imbastire trame complesse e nel proporre personaggi dalla psicologia sfaccettata. È qui, in questo riflesso fantastico della nostra realtà, in questo mondo cruento eppure umanissimo, che l’autrice delinea0 “la spirale” metafisicamente evolutiva che lega i quattro popoli del suo universo fantastico. Un mondo che cade nell’oscurità e che da esso risorge ciclicamente, anche se “ha bisogno di un salvatore per rialzarsi”. È qui che, secondo la De Mari “la Grazia irrompe sulla scena. La Grazia è un orco ragazzino invincibile e visionario che non permette guerre dove vengono sacrificati bambini”. I bambini, il futuro del mondo che, fuori dalla metafora testuale, sono anche quelli del nostro mondo.

Con questo nuovo romanzo, la spirale narrativa iniziata con L’ULTIMO ELFO trova il suo compimento epico e romantico al tempo stesso. Con un messaggio chiaro: unire i nostri destini, a prescindere dalle razze, per un futuro di pace e di civiltà.

Se vogliamo approfondire ulteriormente questa serie di Silvana De Mari, è necessario cominciare ponendosi una domanda: è sufficiente un nome, solo un nome a definirci? No, non lo è. Ciascuno di noi cresce e muta molte volte nel corso della sua esistenza. Un nome, un solo nome non può bastare a dire chi siamo. Ogni essere umano sa che non può esistere una vita senza mutamento e che ciascuno di noi è molti nomi, molte cose. Sa anche come, lungo il percorso di una vita i concetti di Bene-Male e i confini che dovrebbero tenerli ben distinti si facciano sfumati, permeabili. Quello che sta da una parte – che da sempre deve stare da una sola parte – si sposta, si trasforma, ci cambia. Ma più è scomoda, più questa verità si disperde in mille rivoli, si nasconde, si occulta, viene negata.

Tutta la saga fantasy che Silvana De Mari ha creato negli anni, a partire da L’ULTIMO ELFO, racconta questo intricato percorso sulla verità di sé stessi, narrando di Arduin, il Signore della Luce. Un eroe che viene sì ricordato in innumerevoli pergamene, ma per accenni, che ne deformano la storia, talvolta negandola. Come spesso accade nella nostra Storia, anche nel mondo creato dalla De Mari quello che non rientra in un quadro di concepibilità viene spesso, espunto, tagliato, dimenticato. Così per tutta la saga viene cancellato un dettaglio: Arduin in realtà si chiama Arduink, ed è un orco. Un orco che ha oltrepassato il confine con la terra degli uomini per amore di Giada, la principessa guerriera, e affinché non si uccidano più i bambini. Questo senza mai rinnegare le sue origini, senza dimenticare mai di essere un orco. Ora Silvana De Mari, con ARDUIN IL RINNEGATO, raccoglie e ordina le tessere del mosaico con cui ha costruito la saga che l’ha resa celebre. È qui infatti, in questo racconto atroce e struggente, in questo potente romanzo di formazione, che si narra come tutto ebbe inizio. Nelle pagine dense di eventi e personaggi indimenticabili Arduink si fa Arduin. Nella caduta della consonante sta il suo caricarsi di vari fardelli: essere disconosciuto dalla sua razza, salvare gli uomini dallo sterminio, indicare loro le vie del coraggio e dell’accettazione dell’altro. Non sarebbe possibile altrimenti far comprendere come il destino di ognuno non sia mai segnato in partenza.  Ma con questo romanzo, la De Mari racconta anche come il nome con cui ci appellano non possa individuare da solo chi siamo veramente. Ancora una volta i suoi personaggi mostrano ai lettori quanto «noi siamo le nostre scelte».

Per l’occasione è stato anche confezionato un evocativo booktrailer – che è stato sceneggiato e diretto da Peter Pira, con le bellissime musiche originali del maestro Stefano Burbi – costruito intorno al nome del protagonista, dai molti nomi che lo formano, evidenzia proprio tutta l’importanza del libero arbitrio. Niente definisce meglio un uomo delle proprie scelte e dell’accettazione di quanto esse producono. Un orco, restando al romanzo, quindi è anche un figlio, un padre, un traditore, un eroe, un amato, un amico. Vedere la complessità che alberga dentro ciascuno, porta a comprendere la sua unicità e quanto essa vada tramandata. Grazie anche alla saggezza dei draghi…

Silvana De Mari è un medico. La sua prima specializzazione è stata Chirurgia Generale. Ha lavorato in Italia e, come volontaria, in Etiopia. Successivamente si è dedicata alla psicoterapia. Ha scoperto Il Signore degli Anelli quando si è laureata e lo portava con sé durante le guardie in ospedale per darsi forza. E’ stato allora che si è resa conto della finzione del poema epico e quindi del fantasy: dare coraggio. Così ha deciso, vent’anni dopo, di far parte di questo mondo. Per Salani ha pubblicato L’ultima stella a destra della luna (2000), La bestia e la bella (2003), L’ultimo Elfo (2004). Quest’ultimo le ha avvalso il “Premio Andersen” e il “Premio Bancarellino” e ha inaugurato l’eptalogia, tradotta in 21 lingue, che è proseguita con L’Ultimo Orco (2005) e Gli Ultimi incantesimi (2008). Per Fanucci sono usciti invece Io mi chiamo Yorsh (2011), L’Ultima Profezia (2010, pubblicato anche in audiolibro con la cantante Mietta come voce narrante) e L’ultima Profezia – L’epilogo, sempre appartenenti all’eptalogia, e poi Il gatto dagli occhi d’oro (2009, ripubblicato nel 2015 da Giunti) e Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo (2009). Per Effatà ha pubblicato Giuseppe, figlio di Giacobbe (2014), mentre per Giunti ancora ha inaugurato nel 2015 la serie di Hania, che al momento si compone dei volumi Il Regno delle Tigri Bianche, Il Cavaliere di Luce e La strega muta. Per quanto riguarda la saggistica, ha pubblicato Il drago come realtà (Salani, 2007) e La realtà dell’orco (2012, Lindau). Silvana De Mari è l’autore italiano più venduto nel mondo dopo Camilleri.

A cura della redazione