IL CICLO DI “EARTHSEA” DAL LIBRO ALLO SCHERMO

Ursula Le Guin pubblicò la trilogia di Earthsea (costituita da Il mago di Earthsea, Le tombe di Atuan e La spiaggia più lontana) tra il 1968 e il 1972, ottenendo importanti premi tra cui, per il terzo volume,  il prestigioso “National Book Award”, e naturalmente con un ottimo successo di vendite. Tecnicamente i romanzi sarebbero da classificare per ragazzi, ma la prosa è talmente ricca di sfumature e la trama così densa di riferimenti che non c’è da stupirsi se in Italia siano apparsi in una collana per adulti (la Fantacollana dell’Editrice Nord) tra il 1979 e il 1981. Il successo costante e le numerose ristampe spinsero l’autrice a pubblicare un quarto romanzo nel 1991, L’isola del drago, dove il tono è decisamente più tenebroso e meno adatto ai giovani, e successivamente la raccolta di racconti Leggende di Earthsea (2001).

La vicenda si svolge in un mondo immaginario, traducibile in italiano come Terramare, costituito da migliaia di isolette indipendenti, dove la magia è di casa e ogni isola ha un proprio mago preposto alla salute di tutti, ma non ci sono altri esseri fantastici a parte i draghi, che però vivono per conto loro e non interferiscono di loro iniziativa con gli essere umani, e i “senzanome”. E’ importante sapere che la magia funziona bene solo se si conosce il “nome segreto” delle persone e delle cose, e per questo non bisogna rivelare il proprio nome segreto.

La storia è quella di Ged, giovane maniscalco di Gont che il mago dell’isola Ogion scopre dotato di poteri e per questo lo manda a studiare presso la scuola dei maghi nell’isola di Roke, dove questi commetterà l’imprudenza – a causa della sua inesperienza e del suo orgoglio – di evocare un’Ombra, un senzanome che lo perseguiterà fino a quando Ged non ne capirà il nome segreto: che è Sparviero, lo stesso nome di Ged, perché l’Ombra non è che la parte nascosta della sua personalità. Questo nel primo volume, perché nel secondo Ged si recherà nell’isola di Atuan per recuperare la metà dell’anello di Erreth-Akb, che riunita alla metà già in suo possesso ricostituirà l’amuleto che porterà pace e felicità in tutto il mondo; ad Atuan Ged conosce la sacerdotessa Tenar, che è la vera protagonista del libro, sconvolta ma anche affascinata dalla visita che turba il ritmo della sua esistenza, fatta di rituali, danze, sacrifici e pace. Nel terzo libro Ged si trova ad affrontare assieme al principe Arren un mago cattivo, Cob, che aveva aperto un varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma per sconfiggerlo deve rinunciare a tutti i suoi poteri. Tutti e tre sono dei romanzi di formazione, nei quali i protagonisti – Ged nel primo caso, Tenar nel secondo e Arren nel terzo – passano dall’età della giovinezza a quella della maturità, mentre il quarto romanzo racconta nuove avventure di Tenar e di un Ged ormai privo di facoltà magiche e nel quinto vi sono storie che non fanno riferimento alla trama principale.

La versione televisiva del 2004 diretta da Robert Lieberman, di produzione canadese, intitolata (La leggenda di) Earthsea, fu duramente criticata dalla Le Guin, che oltre a lamentare di non essere stata chiamata alla consulenza come prevedeva il contratto, sostenne che tradiva completamente il suo testo, banalizzando i personaggi e stravolgendo la trama a una semplice  avventura, senza evidenziare il sostrato sociale e culturale che era presente nei romanzi e al quale lei dedica molta attenzione (come dimostrano anche i suoi numerosi ottimi romanzi di fantascienza). Tutto ciò è verissimo, ma bisogna anche dire che lo stile evocativo e la magia delle parole che rendono Le Guin una affabulatrice unica è molto difficile da rendere per immagini (anche se qualcosa di più si sarebbe potuto indubbiamente fare). La trasposizione si rifà ai testi della trilogia originaria prendendosi molte libertà: sostituisce al mago Cob il re Tygath, che vorrebbe impadronirsi di tutta Terramare grazie al presunto potere che gli deriverebbe dal liberare le ombre dei senzanome; inserisce una trama parallela che riguarda la nomina di Tenar a grande sacerdotessa dopo vari intrighi che avevano provocato la morte della sua predecessora; sostituisce l’accompagnatore di Ged Arren con il suo amico mago Vetch; conclude con l’accenno a una possibile lieson amorosa tra Ged e Tenar assolutamente incompatibile con i rispettivi personaggi letterari. Ma non sono certamente queste modifiche a inficiare questa realizzazione: il punto principale è il mancato rispetto della poetica dell’autrice. In ogni caso, se non si conoscono i romanzi e si giudica solo la miniserie il prodotto risulta ben fatto, con ottima regia, buoni effetti speciali, interpreti all’altezza (c’è anche Isabella Rossellini) e un ottimo copione, perché tutto sommato Gavin Scott (già sceneggiatore de Le nebbie di Avalon) è riuscito molto bene a fondere tre romanzi in un’unica storia, che scorre agevolmente dalla prima all’ultima inquadratura.

Il ciclo ha poi avuto una versione cinematografica animata, basata di più sul quarto e il quinto libro della serie, con I racconti di Terramare di Gorō Miyazaki del 2006, film abbastanza pasticciato e anche forse incomprensibile per chi non conosce la storia precedente, diretto dal figlio del celebre Hayao Miyazaki che però non ha il talento del padre né la sua inventiva grafica e la sua fantasia scenica (Le Guin quando firmò il contratto di cessione dei diritti era convinta che la pellicola sarebbe stata girata da Hayao). Diciamo solo che vengono introdotti molti personaggi inesistenti nei libri e che di quelli conosciuti (Arren, Tenar che però diventa una maga, Ged come Sparviero, Therru –  la bambina che era comparsa ne L’isola del drago) in pratica resta solo il nome e la funzione, mentre le avventure sono in gran parte incompatibili con i testi.

Gian Filippo Pizzo