FANTASCIENZA STORY 113

AMORE ED ENERGIA (1974) – PARTE 02

WHO? L’UOMO DAI DUE VOLTI (Who?)

Who? L’uomo dai due volti di Jack Gold è, in sostanza, una vicenda di spionaggio con risvolti fantascientifici. E’ tratta da un romanzo di Algis Budrys, pubblicata sul numero 64 di “Galassia” (Edizioni La Tribuna – Piacenza). Uno scienziato, Lucas Martin, che dirige l’équipe scientifica di un importantissimo  e segretissimo progetto, è vittima di un incidente ai confini del territorio della Germania Est. Viene raccolto e curato dai tedesco-orientali. Restituito dopo sei mesi, gli americani si trovano di fronte a un uomo che indossa una specie di maschera metallica al quale sono state sostituite alcune parti con altre sintetiche.

La scusante, peraltro validissima, che gli scienziati e i militari sovietici adducono, è che il Dottor Martin aveva il viso e alcune parti del corpo completamente ustionate dall’esplosione del suo veicolo. Come è possibile sapere, a questo punto, se colui che i sovietici hanno restituito è veramente il Dottor Lucas Martin? Egli dovrebbe, al più presto, riprendere le sue mansioni in seno al misterioso ed importantissimo “Progetto Nettuno”, ma come ci si può fidare di lui?

Le indagini proseguono, noiose, massacranti e persino umilianti per colui che vorrebbe tornare al più presto al proprio lavoro e vorrebbe altresì cercare di dimenticare il più possibile ciò che ora è diventato, ma gli agenti della sicurezza non lo vogliono lasciare del tutto libero se prima non sono assolutamente certi della sua identità. L’unico collaboratore che conosce più a fondo degli altri i particolari del progetto è scomparso misteriosamente.

In realtà, come abbiamo modo di vedere, egli si è trasferito in Russia e al Capo del Servizio Segreto Sovietico Anastas Azarin (Trevor Howard) balena l’idea di sostituirlo con il vero scienziato, a quell’epoca ancora sotto cura presso di loro. Il progetto viene immediatamente attuato: al collaboratore viene, in pratica, tolta la faccia, sostituita con una maschera e tolte altresì altre parti del corpo per renderlo assolutamente uguale a Lucas Martin (Joseph Bova), ma quando egli scopre che, al contrario di quanto gli era stato assicurato, l’operazione non è reversibile, si lascia morire per cui i russi sono costretti a restituire il vero scienziato.

Anche se non del tutto convinto e non essendo ovviamente al corrente del retroscena che abbiamo raccontato, il responsabile del servizio segreto americano, Sean Rogers (Elliott Gould), concede allo scienziato restituito di tornare al suo lavoro, ma ora è troppo tardi: stanco, nauseato da tutti questi intrighi politici, egli preferisce trasferirsi in una fattoria ad arare i campi. L’agente della CIA va a trovarlo e, nel breve colloquio che si accende fra i due, per l’ultima volta Martin si sente dire che nessuno potrà mai dire chi egli sia realmente. L’agente si allontana, si ode uno sparo, la scena si ferma e compaiono i titoli di coda. Probabilmente lo scienziato ha deciso per la soluzione più rapida della sua vita irrimediabilmente distrutta.

Si tratta, con ogni probabilità, di un finale voluto dalla distribuzione italiana, perché ritenuto più d’impatto rispetto a quello originale che vedeva l’agente risalire sull’elicottero che lo aveva portato sin lì e guardare dall’alto lo scienziato che continuava ad arare i campi con il suo trattore Per chi ancora la possiede lo può controllare nella copia in Super 8 che, a suo tempo, è circolata in Italia.

(2 – continua)

Giovanni Mongini