MAGIC KNIGHT RAYEARTH

Nel 1993 il gruppo di disegnatrici giapponesi delle Clamp, ex fan loro stesse di manga e anime e che avevano debuttato come autrici di fumetti amatoriali, i famose dojinshi, su personaggi noti di altri come I cavalieri dello zodiaco di Masami Kurumada, decidono di mettere insieme per la loro nuova opera due generi che sembrerebbero opposti: i robottoni e le majokko guerriere, per dare vita a una nuova storia, che non mancherà di essere considerata originale e di avere successo, almeno in patria mentre altrove la situazione sarà un po’ più complicata.

Nasce così Magic Knight Rayearth, che avrà poi un seguito cartaceo, chiamato Rayearth 2, e verrà trasposta in animazione in una serie di 49 episodi che riprende entrambi i manga e poi in alcuni Oav che raccontano una storia parallela a quella ufficiale: si tratta comunque di un universo da riscoprire in questo periodo di rinnovato interesse per il genere fantasy.

Durante una gita alla Torre di Tokyo, tre ragazzine di altrettante scuole, Fuu, Hikari e Umi (da noi ribattezzate dall’adattamento della Valeri Manera con i nomi di Luce, Marina e Anemone) vengono risucchiate in un universo parallelo, ritrovandosi nel mondo fantasy di Sefiro, dove la loro missione è all’apparenza quella di salvare la principessa Emeraude, vittima delle trame del pericoloso cavaliere Zagato. Aiutate dallo spirito folletto Mokona, dalla sacerdotessa Plesea, dal guerriero Clef e da altri personaggi, le tre protagoniste scopriranno man mano il vero scopo della loro missione, che è quello di annientare Emeraude, che innamorandosi di Zagato ha infranto l’equilibro di Sefiro, prima di poter tornare nel loro mondo, da cui rimangono assenti per pochi istanti. Torneranno poi nel regno magico di Sefiro per altre avventure, mentre nell’Oav affronteranno battaglie nel nostro universo contro i nemici giunti da Sefiro, sempre aiutate dal folletto buffo Mokona.

Robottoni giganti dentro cui le protagoniste combattono le loro battaglie decisive molto simili a quelli di Go Nagai, ma anche spade mistiche, cavalieri, mondi magici tra Oriente e Occidente, sacerdotesse e guerrieri: tutto il repertorio dello sword & sorcery occidentale riletto anche in una prospettiva al femminile fa da sfondo a un’opera interessante, anche se per alcuni è una delle più commerciali delle Clamp, capace di momenti di gran lirismo e di suscitare emozioni, con una grafica in cui le autrici mettono tante suggestioni, dalle stampe giapponesi ai manifesti liberty fino ai disegnatori fantasy alla Royo, citato in alcuni personaggi come Plesea e Calvina, sacerdotesse ultrasexy poco vestite che strizzano l’occhio agli otaku e rendono il target della serie decisamente più adulto di quello che si potrebbe pensare a prima vista.

La scelta di raccontare una storia fantasy al femminile può oggi non sembrare nuova, ma non lo era del tutto allora, soprattutto in Giappone dove l’altra metà del cielo era sempre stata gran protagonista e il topos della ragazza guerriera molto diffuso, ma è comunque affascinante, e anche se le ragazze protagoniste riprendono certi stereotipi fissi (l’intellettuale, la reginetta di bellezza, l’eroina dura e pura) l’insieme funziona. Soprattutto stravolge il tutto la soluzione della prima parte della vicenda, con la presunta vittima Emeraude che non lo è di Zagato ma del sistema di un mondo che per vivere ha bisogno di totale dedizione e che deve chiamare da fuori tre paladine per distruggere lei stessa, ormai diventata una nemica.

Bene e male non sono così nette in quest’opera che potrebbe venire liquidata come una “Sailormoon” in tono minore, così come fu considerata almeno nel nostro Paese, complice anche un adattamento a dir poco risibile, dove Zagato ed Emeraude non morivano ma finivano in un’altra dimensione (quale? Eravamo già in un’altra dimensione!). Certo, ci sono fanciulle guerriere e combattimenti mistici, ma il contesto è diverso, tra fiabe e romanzi fantasy, in un mix che rivisto oggi, dopo che il genere ha avuto un suo riconoscimento ufficiale grazie ad alcuni blockbuster, è senz’altro da riscoprire.

I fumetti, editi a suo tempo da Star Comics, sono reperibili con un po’ di pazienza tra mercatini e aste on line, la serie sia televisiva che gli Oav è uscita poi senza censure e con un nuovo doppiaggio per la Yamato Video e si può riscoprire un’epopea tra fiaba e incanto, tra drammi e combattimenti, tra magie e sortilegi, prova del talento di alcune delle artiste migliori mai venute fuori nel Paese del Sol levante.

Elena Romanello