ROBERTO VOLTERRI

Da sempre appassionato di mysteri, Roberto Volterri è una delle figure più preparate in materia: da anni si occupa dell’argomento a 360 gradi, dal paranormale alla fantarcheologia, dall’alchimia alla psicotronica, toccando tutte le discipline dei saperi arcani. Conosciamolo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ROBERTO VOLTERRI?

Sarei tentato di risponderti con quanto riportato nella quarta di copertina del mio ultimo libro “Archeologia dell’Impossibile” (Eremon Edizioni, maggio 2010) ma… occuperei mezza pagina solo con l’elenco dei libri fino ad ora pubblicati dal lontano 1976! Allora mi accontento di dirti che il dottor Roberto Volterri è un “curioso a 360 gradi”. Curioso nei confronti di tutto ciò che è – o appare… – “strano”: ho iniziato circa mezzo secolo fa (non esagero!) con la fenomenologia  paranormale e, “stranezza” dopo “stranezza”, articolo dopo articolo su “gli Arcani”, su “Abstracta”, sulla rivista “Hera”, libro dopo libro, sono approdato ai “misteri” dell’Archeologia.

Anche perché come formazione accademica sono archeologo e in ambito universitario mi occupo – mediante tecniche come la Microscopia Elettronica e la Microanalisi EDS – anche di ricerche archeometallurgiche e archeometriche in genere. Insomma… l’utile e il dilettevole!

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Pochi mesi or sono è uscito, sempre per la Eremon Edizioni, “Gli Stregoni della Scienza”, dedicato ad un buon numero di eretici ricercatori in bilico tra una geniale “follia” e una visione della Natura, della Conoscenza in genere, forse troppo in anticipo sui tempi. Si spazia da Nikola Tesla (poteva mancare all’appello?) al biologo Giovanni Mancini, dall’incompreso sismologo autodidatta Raffaele Bendandi al medico Ferdinando Cazzamalli e alle sue ricerche sulla telepatia studiata con apparecchi elettronici un po’ “vintage”. Nel 1981, su queste ricerche pubblicai “Alla ricerca del Pensiero” (SugarCo) riproponendo la sperimentazione con metodi un po’ più tecnologicamente avanzati. Dimenticavo: la sperimentazione è una mia insana idea fissa. Nel libro “Gli Stregoni della Scienza” ce n’è per tutti i gusti!

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO LIBRO INTITOLATO “ARCHEOLOGIA DELL’IMPOSSIBILE”. VUOI PARLARCENE?

Ben volentieri! Qua e là nei Musei di mezzo mondo esistono reperti a dir poco strani (come, ad esempio,  i curiosi monili d’oro “zoomorfi” del Museo di Bogotà, molto (troppo?) simili ad aerei a reazione moderni. “Un caso”, direbbe qualsiasi “cicappiano” DOC, ma di questi strani casi sono piene le cronache. La famosa (o “famigerata”?) “Pila di Baghdad” richiede un know-how estremamente semplice: un’anfora, un cilindro di rame, un’asticciola di ferro, un po’ di aceto: quindi perchè non accettare che una ventina di secoli prima del nostro Alessandro Volta qualcuno abbia scoperto come produrre elettricità a bassa tensione con mezzi così modesti? Nel libro descrivo accuratamente come realizzare tali “pile” e come avventurarsi nel campo di una semplice galvanostegìa ante litteram per “placcare” con metalli nobili (argento, oro) piccoli manufatti di rame o bronzo. Come forse fecero alcun i antichi artigiani nella “terra tra i due fiumi”…

Ma nel libro tratto anche dell’Arca dell’Alleanza, degli Specchi Ustorii di Archimede, del Pettorale del Cohen-Gadol e di molte altri “impossibili”  oggetti. E come realizzarli, ovviamente!

COME È NATA L’IDEA DI RACCOGLIERE IN UN VOLUME TUTTI QUEI REPERTI E QUEI MANUFATTI DICIAMO “MYSTERIOSI”?

Direi da sempre mi sono dedicato alla stesura di libri che prima… non c’erano. O meglio, esiste una miriade di libri che parlano di questi argomenti – dall’ESP all’Archeologia “mysteriosa” come scriverebbe il mio caro “amico” Martin! – ma ben pochi, direi nessuno, insegna come mettersi a tavolino, procurarsi un po’ di componenti elettronici, meccanici o composti chimici e darsi da fare per cercare di verificare “de visu” se ciò che viene descritto nei libri corrisponda al vero o sia solo frutto della galoppante fantasia dell’autore. Pensa che molti decenni or sono – un secolo fa, insomma – credevo che la chiacchieratissima “Camera Kirlian” fosse veramente una sorta di “camera”, di locale dove avvenivano strani fenomeni luminosi causati dall’elettricità! Poi mi documentai, capii che il termine inglese “camera” significa apparato fotografico, studiai seriamente la fisica legata alla produzione dell’alone luminoso  (un “effetto corona” modificato, però, da innumerevoli parametri…) e ne realizzai qualcuna.

Così nacque il mio primo libro “Psicotronica” (SugarCo, 1976) e tutta la serie di analoghi libri dove si passa rapidamente dalla “teoria” (ovvero dagli innumerevoli “si dice che…”) alla pratica. Saldatore e tester alla mano! Nel mio “Manuale di Psicotronica sperimentale” (sempre Eremon Edizioni) ho raccolto tutti gli apparecchi elettronici (semplici!) per cercare di entrare sul serio nel mondo della sperimentazione nel complesso campo delle esperienze “paranormali” e… dintorni.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA RACCOLTA DEL MATERIALE?

Vedi,  dove abito – in un villino immerso nel verde dell’etrusca campagna nei dintorni dell’Urbs aeterna – ho “requisito” un intero piano dove ho realizzato sia una vasta (disordinata!) biblioteca di oltre 30.000 volumi (no, non mi è “scappato” uno zero di troppo!) sulle tematiche “mysteriose” e un laboratorio dove compio la mia sperimentazione prima di “darla alle stampe” nei vari libri. Quella che tu definisci “raccolta del materiale” nasce proprio lì e la parte più difficile sta nel selezionare i testi che poi mi serviranno da spunto per affrontare le vari tematiche del libro in corso d’opera. E anche nella ricerca (di solito si nascondono “in seconda fila”!) di quei “dannati” libri che non ho prestato a nessuno ma che non vogliono saltar fuori dal mare magnum di carta stampata che mi circonda!

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL MYSTERO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

È tutta (lodevolissima!) colpa di mio padre Oliviero. Nel libro “Archeologia dell’Invisibile” (SugarCo) ho descritto come – praticamente all’epoca delle “elementari” – rimasi colpito, una domenica pomeriggio, da un curioso esperimento di mio padre, il quale si interessava da tempo immemore di radiestesia, di rabdomanzia, di yoga, di ipnosi (anche in casa, con sommo “terrore” e insoddisfazione da parte di mia madre Fernanda. I suoi “svenimenti”, nell’osservare grossi aghi infilati nel braccio di  mio padre, erano quasi all’ordine del giorno!).

Potevo non incuriosirmi? Potevo non cercare di imitare – faccio per dire! – quel che vedevo avvenire tra le poco rassicuranti e domestiche mura? Ovviamente no! Così è nato tutto…

QUAL È IL MYSTERO AL QUALE TI SENTI PIÙ LEGATO?

Forse l’esistenza – “al di là di ogni ragionevolissimo dubbio” s’intende – di una realtà trascendente, di un lontanissimo “Altrove” dove l’entità biologica Roberto Volterri possa continuare i suoi studi, le sue ricerche a 360 gradi. O anche soltanto dove possa aver la certezza che la sperimentazione e le ricerche fatte “prima” avevano un senso…

Ma anche il poter verificare che quanto ho descritto in “Narrano antiche cronache…” (Hera Edizioni) sul fatto che non si sia soli nell’Universo, mi affascina da sempre. Forse pretendo troppo…

E QUAL È INVECE QUELLO CHE AVRESTI VOLUTO SVELARE TU?

Forse il primo citato nella precedente risposta. Ho partecipato, in passato soprattutto, a varie sperimentazioni private e “pubbliche”  per sondare, in questo ciclo esistenziale se “dopo” ce n’è veramente un altro. O qualcosa di simile…

Ho anche avuto alcune personalissime esperienze estremamente “curiose”, ma mi trovo ancora in una condizione di equilibrio instabile. Ho da poco iniziato la stesura e la sperimentazione per un libro che vorrei intitolare “Contatto con l’Inumano”, dove il termine “Inumano” possiede molte sfaccettature. Anche quella appena citata…

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Ho appena consegnato all’ottimo Emanuele Zampetti e all’amabile Delfina – amici ed Editori della Eremon – tutto il materiale per la pubblicazione di un altro libro che si intitola “Il Laboratorio del Dr. Frankenstein”, ove  c’è da sbizzarrirsi – nei limiti del possibile! – per la parte sperimentale. Dovrebbe uscire nei primi mesi del prossimo anno.

Poi, come ti dicevo, sto lavorando ad un ritmo insolitamente lento a “Contatto con l’Inumano”: come ho scritto da qualche parte – al solito tra il serio ed il faceto – la lentezza è dovuta a “banali difficoltà tecniche di comunicazione”. Speriamo di superarle in breve tempo…

Sogni “nel” cassetto? Nessuno: stanno tutti “fuori” e debitamente in corso d’opera!

Mi correggo: avrei voluto che mia figlia Susanna, psicologa “ultrascettica”, si fosse avvicinata almeno un po’ ai miei interessi,  in un campo in cui la Psicologia – almeno per quanto riguarda l’ESP – riveste un ruolo non trascurabile.

Neppure mia moglie Rita, pianista e melomane, mostra un benché minimo interesse per i “mysteri”. Dice che il “mystero” più grande con cui abbia avuto a che fare… sono io!

Nemo propheta in patria, purtroppo!

GRAZIE MILLE DI TUTTO E A PRESTO!

Vi ringrazio per l’attenzione che avete prestata e, come ho scritto proprio nella quarta di copertina di “Archeologia dell’Impossibile”, “minaccio” seriamente di pubblicare molti altri “incomprensibili” libri su queste tematiche che a te, a voi, ai lettori di questa (spero) piacevolissima intervista e a me, interessano non poco! A presto, allora!

Davide Longoni