VALENTINA CAPALDI

Scrittrice ormai giunta alla sua seconda prova con grande successo, Valentina Capaldi è uno dei nomi più interessanti del nuovo panorama letterario italiano… e non solo di genere fantastico. Andiamo a conoscerla meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È VALENTINA CAPALDI?

Prima domanda e già non so come rispondere. Diciamo che Valentina Capaldi è una ragazza che svolge innumerevoli attività, con una considerevole fantasia alimentata sin dalla più tenera età da libri e tv, che ama scrivere soprattutto per l’esigenza di raccontare storie.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Il mio primo romanzo, intitolato “Il Tesoro della Città Eterna” ed edito da 0111 Edizioni, è una sorta di thriller/giallo/poliziesco; inquadrarlo in un genere preciso mi è sempre risultato difficile. Parla di un investigatore privato impegnato in un caso connesso con la sua storia personale. È  ambientato tra Padova, la città dove vivo, e Roma, un posto che mi ha sempre affascinato. Mi è stato detto che si tratta di  un romanzo veloce e diretto come un colpo di pistola, e in effetti ha  un’impostazione abbastanza sceneggiata. In  realtà è una mia caratteristica raccontare le storie come se fossero un film, ma non so se questo  sia un bene o un male.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “ELFO PER METÀ”. VUOI PARLARCENE?

Elfo per metà” è un romanzo fantasy con un’impostazione classica del genere, nel senso che ci sono gli elfi ed è strutturato su un viaggio. Il protagonista è Caleb, un mezzo elfo che deve lottare contro una maledizione impostagli da una regina cattiva. È tutto ambientato in una foresta e, ripeto, è pieno di elfi. È un romanzo piuttosto veloce, esattamente come il mio precedente, anche perché era nato come racconto lungo e poi mi è un po’ sfuggito di mano.

COME È NATA L’IDEA DI PARTIRE DA UN TEMA FANTASY COSÌ PARTICOLARE PER GIUNGERE POI VERSO TRAGUARDI PIÙ INQUIETANTI?

Caleb, il protagonista, esisteva già nella mia mente. Nel periodo in cui ho cominciato a scrivere “Elfo per metà” volevo realizzare una raccolta di racconti per riciclare una storia che avevo scritto per un concorso, e ho pensato di utilizzare Caleb. Un mezzo elfo tra gli elfi era un tema interessante, perché si trattava di analizzare come reagisce la “razza pura” di fronte al “diverso”. Gli elfi, le creature fantasy che trovo meno affabili, erano la “razza pura” più adatta per realizzare l’esperimento, dato il loro carattere classicamente altezzoso. L’elemento della maledizione che affligge il protagonista, il motore della vicenda, deriva invece dalla mia propensione a creare personaggi con problemi giganteschi. Probabilmente i miei personaggi mi odieranno, ma del resto senza un problema da risolvere come farebbe la narrazione a proseguire?

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Come al solito il passato, ovvero sia tutto ciò che è capitato loro prima che la storia raccontata nel libro cominci. Una volta stabilito questo e due o tre caratteristiche salienti del loro carattere i personaggi vivono praticamente da soli; se li lasci fare ti risolvono anche i problemi di avanzamento nella trama. Più che la creazione dei singoli personaggi è difficile quella della società in cui vivono; soprattutto nel fantasy devi inventarti da zero mondi credibili. Devo ammettere che i miei studi di giurisprudenza mi aiutano molto nella definizione delle strutture di governo. I miei elfi, per esempio, essendo pochi vivono tutti in una città-stato governata da un sovrano che il popolo può scegliersi e coadiuvato da ministri.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Io credo che il fantastico non sia altro che la nostra società come vorremmo che fosse; per me, almeno, è così. Ho sempre trovato incredibilmente rassicurante poter immaginare mondi alternativi nei quali le cose seguono il corso che io voglio dar loro.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Dal mondo circostante, ovviamente. Libri, film, cartoni animati, ma anche vicende quotidiane, cronaca, cose che vedo in giro ecc… Poi la mente rielabora tutto senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Forse quello che ho letto di più in assoluto è Stephen King. Più che l’horror in sé mi piace molto il suo stile, la sua capacità d’inserire nei libri cose molto quotidiane e concrete assieme ad altre che, chiaramente, non lo sono. Venendo agli scrittori fantasy, a parte i maestri (Tolkien, Lewis e Howard), ultimamente ho scoperto Martin e Jacqueline Carrey. Per il resto non ho scrittori preferiti, ma qualche libro, per esempio “Il Giovane Holden” di Salinger e “Il Gattopardo”. Da quando sono diventata “scrittrice” anche io, poi, ho cominciato a leggere gli esordienti e ne ho scoperti alcuni davvero bravi.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Innanzitutto che io, così come leggo molto, vado molto al cinema. Se mi chiedi qual è il mio film preferito non so risponderti; posso dirti che non mi emozionano particolarmente gli horror e i thriller  e che adoro Tarantino e Tim Burton.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Momentaneamente il progetto a più breve termine è laurearmi. Dal punto di vista letterario sono in attesa che qualche casa editrice pubblichi il primo volume della mia saga più lunga, il primo romanzo in assoluto che ho scritto e per me il più importante. Il sogno è ovviamente quello di avere, un giorno, un contratto con una grande casa editrice.

NON CI RESTA CHE AUGURARTI IN BOCCA AL LUPO!

Davide Longoni