FANTASCIENZA STORY 52

GLI ULTIMI GIORNI DEL MONDO (1959) – PARTE 02

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA (Journey to the Center of the Earth)

Tratto dall’omonimo romanzo di Jules Verne (1828 – 1905) che il grande scrittore francese creò nel 1864. Il film ha in realtà ben poco a che vedere con il romanzo, ma resta comunque una spettacolare cavalcata nel fantastico. Oliver Lindenbrook (James Mason, 1909 – 1984) è un professore di mineralogia. Egli riceve in regalo da un suo studente, Alec McEwen (Pat Boone), innamorato della nipote del professore, Jenny (Diane Baker), un curioso pezzo di roccia che nasconde in realtà un misterioso e sibillino messaggio di un famoso archeologo scomparso: Arne Saknussen. Sulla pietra sono incise le istruzioni su come entrare in un pertugio di un vulcano spento a Reykjavik, in un giorno e in un’ora precise. Questo varco porta al centro della Terra.

“Sto morendo, ma il mio lavoro non deve andare perduto. Chiunque scenda nel cratere dello Snaeffels Jokul può raggiungere il centro della Terra. Io l’ho fatto.

Arne Saknussen

P.S. All’alba dell’ultimo giorno di maggio il Monte Scartaris indicherà il cammino.”

Lindenbrook scrive a un suo collega, Goetaborg (Ivan Triesault, 1898 – 1980), per avere ulteriori notizie su Saknussen e per avere anche un suo autorevole parere, ma questi tarda a rispondere per cui Lindenbrook è convinto che questi voglia precederlo. Si precipita a Reykjavik con Alex e qui ha la prova che il collega si è trasformato in un concorrente pericoloso nel momento in cui questi lo fa rapire. Quando lo scienziato sta per affrontare il suo nemico lo trova morto, avvelenato, e l’assassino è un Conte, un discendente di Arne Saknussen (Thayer David, 1927 – 1978).

La storia è destinata a complicarsi ulteriormente perché arriva la moglie del collega sleale, Carla Goetaborg (Arlene Dahl). La donna ha ereditato tutto l’equipaggiamento preso dal marito e lo cede a Lindenbrook solo a patto che lui la porti con sé. E’ inutile rifiutare per cui la spedizione, composta anche dalla guida irlandese Hans Belker (Peter Ronson, 1934 – 2007) e dalla sua affezionatissima anatra Geltrude si preparano per partire. Una contro spedizione però sta tramando alle loro spalle: essa è composta dal Conte Saknussen  e dal suo servitore. Inizia così la spettacolare discesa verso il centro della Terra che porta i nostri viaggiatori davanti a dei voraci mostri preistorici, in realtà degli iguana ben truccati, sulle rive di un vasto oceano, in una foresta di funghi giganti, e davanti a un gigantesco gorgo d’acqua che sarebbe il punto esatto del centro del nostro pianeta.

Il Conte Saknussen, costretto a unirsi alla spedizione di Lindenbrook, compie l’atto blasfemo di sbafarsi Geltrude e la cosa scatena le ire di Hans che vorrebbe, a sua volta, farsi arrosto il nobile affamato, ma la vendetta non giungerà mai perché una frana travolge il malvagio e permette ai nostri viaggiatori di entrare e vagare tra i favolosi resti di quello che fu il regno di Atlantide. Fra le cose che scoprono c’è anche uno scheletro con il braccio teso verso un camino di roccia che sembra portare diritto verso l’alto, solo che l’ingresso è troppo stretto per cui i nostri eroi prendono dalla borsa di pelle del morto, che in vita era il famoso Arne Saknussem, della polvere da sparo e fanno esplodere i massi che otturano l’ingresso del camino. Per ripararsi dall’esplosione essi si nascondono dentro un enorme braciere di asbesto: dopo qualche guaio e alla seccatura di un mostro di passaggio, la polvere esplode e libera il passaggio ma scatena anche un eruzione vulcanica. Il magma fa galleggiare il braciere con sopra i nostri eroi e li trascina lungo il camino del vulcano scaraventandoli poi all’aria aperta. Si trovano così, vivi e vegeti alle pendici dello Stromboli dal quale sono usciti. Dopo aver ricevuto le congratulazioni della stampa e della scienza il Professor Lindenbrook sposa Carla e Alex può finalmente avere la sua Jenny… il solo Hans deve accontentarsi delle piume della affezionata Geltrude…

(2 – continua)

Giovanni Mongini