IL PROTOCOLLO OMBRA

Iraq, in un momento contemporaneo di una guerra che dura da troppi anni: il membro delle forze speciali Jonathan Yaeger, oppresso dalla pena di suo figlio che sta morendo a nemmeno sei anni per una grave malattia genetica, accetta una missione nella giungla del Congo con altri uomini per sventare una non meglio identificata minaccia.

Giappone: il giovane scienziato Kento Koga, all’indomani della morte improvvisa del padre, riceve un messaggio postumo dal padre, che lo invita a ricercare un mistero nascosto tra libri e computer, la chiave per una cura prodigiosa per una rara malattia, ma anche per scoprire che al mondo c’è stata un’evoluzione del genere umano. Infatti, la missione di cui è stato incaricato Yaeger si rivela essere quella di uccidere un bambino di tre anni, Akili, nato nel profondo dell’Africa e portatore di una mutazione evolutiva che lo rende intelligentissimo ma anche pericoloso per chi vuole mantenere lo status quo. E forse non è il solo nato con queste caratteristiche…

C’è tanta carne al fuoco in Il protocollo ombra (16,90 euro; Garzanti), romanzo d’esordio di Kazuaki Takano, sceneggiatore cinematografico e amante di tutto quello che è narrativa, dai fumetti ai libri… e qualcuno ha anche scomodato Michael Crichton per quello che è un romanzo adrenalinico, tra Stati Uniti (che non si fanno una bella figura, soprattutto per l’intervento in Iraq, che ai giapponesi non è mai piaciuto, Miyazaki non andò a ritirare l’Oscar in segno di protesta per questo), Giappone e Africa, con sullo sfondo una storia di fantascienza basata sulla scienza o meglio sulla teoria dell’evoluzione. Si sa che l’homo sapiens, da cui discendono tutti gli esseri umani di oggi, era solo una delle tante specie ominidi, e che le altre sparirono spazzate via per selezione non sempre incruenta: una delle ipotesi è che un giorno potrebbe arrivare qualcuno di simile all’uomo ma più forte, e il libro gioca innanzitutto su questa possibilità, al momento non attuata ma non improbabile, non mancando di far notare i limiti di chi si crede al centro dell’universo, gli esseri umani, capaci spesso delle peggiori efferratezze.

Nella trama del libro trovano spazio complotti governativi, in un contesto di fantapolitica ma probabilmente non lontani dalla realtà, ricerca della verità, importanza della scienza e il mai abbastanza discusso dramma dell’Africa, in balia da anni di guerre civili e di interessi delle superpotenze. Il tutto scritto da un giapponese, che dimostra che il Paese del Sol Levante non è questo mondo a parte che molti pensano, ma un luogo dove si tiene d’occhio, anche se da una posizione un po’ lontana, cosa avviene nel resto del mondo.

Il protocollo ombra piacerà a chi ama la fantascienza vicina alla realtà, con anche qualche connotazione sociologica, a chi spera in un miglioramento per tutti, a chi guardava X-Files, Fringe e serie simili. E alla fine il messaggio è che si odia e ha paura del diverso, ma forse è proprio il diverso che può salvare tutti e dare una speranza di una vita migliore. Forse, se ce lo sappiamo meritare.

Elena Romanello