NOCTURNO PRESENTA: FEMMINE IN GABBIA

Torna in edicola con il numero di aprile “Nocturno”, rivista di Cinema di genere, televisione e cultura (pop)olare, come sempre ricca di articoli e dossier sul mondo del fantastico. Questa volta potrete leggere anticipazioni e approfondimenti su: “7 Days”, “Primal”, il ritorno degli “Storm Riders”, i fratelli Pang, “2033”, “Centurion”, “Solomon Kane”, il nuovo film dedicato a “Conan”, “La città verrà distrutta all’alba”, il remake di “Nightmare”, “The last exorcism”, “L’uomo che cadde sulla Terra” e molto altro ancora.

Inoltre come sempre troverete allegato alla rivista un dossier, che questa volta si intitola “Femmine in gabbia – Guida al prison movie femminile”, a cura di Manlio Gomarasca e Davide Pulici: sarà un percorso attraverso le sorti di un genere che ha attecchito ed è prosperato in ogni cinematografia. Una particolare attenzione è rivolta ai wip (“Women in prison – “Donne in prigione”) italiani, film che, pur nell’uniformità della materia, riescono a essere molto diversi tra loro e a rappresentare al meglio tutte le possibili mutazioni rispetto al tema.

Leggiamo un estratto dall’introduzione: «I wip, women in prison, non sono, indiscriminatamente, tutte le pellicole che mettono in scena prigioni femminili. Nessuno si sognerebbe di definire “Nella città l’inferno” di Renato Castellani con Anna Magnani e Giulietta Masina, un wip… Il wip è tale soltanto se è cinema bis. O è bis o non è women in prison, ma altro, che possiamo convenire di definire in qualsiasi altro modo. Ciò premesso e siccome da qualche parte bisogna sempre pur partire, fissiamo nel 1950, in una pellicola americana di John Cromwell, “Caged”, il primo focolaio di un vero wip… Un vero women in prison, in fondo, è sempre stato poco più che una versione in movimento delle foto fetish in cui Betty Page veniva immobilizzata e palpata dalla Mistress di turno. Si titillava quell’immaginario voyeuristico, che contempera prevaricazione, sadismo e lesbismo…».

Il dossier si apre come è buona regola con una introduzione, “L’inferno delle donne”, un percorso tra film di diversi paesi in cui si affrontano gli aspetti che maggiormente hanno caratterizzato il genere dagli anni Cinquanta fino a oggi e si sottolinea come spesso il confine con l’hard fosse sottile.

Segue una sezione dedicata a diverse schede di approfondimento dei film più interessanti del wip italiano. Si va da “99 Donne”, un carcerario d’autore firmato Jess Franco che è già al di là di ogni possibile evoluzione del genere a “Io, monaca per tre carogne e sette peccatrici”, movimentato, violento, colorato e imprevedibile, un wip avventuroso, pulp prima del pulp. Si passa poi a “Diario segreto da un carcere femminile”, con sesso e nudità unite a un intrigo poliziesco. Rino Di Silvestro crea qui uno schema che diventerà poi canonico. Altro film di cui si trova ampia documentazione è “Prigione di donne”, in cui Brunello Rondi, attratto dal genere, subordina pulsioni d’autore al richiamo del bis. E ancora con “Le Prigioniere del sesso” si dà particolare attenzione a due wip di Mulargia, “Orinoco” e “Femmine infernali”, considerati i migliori rappresentanti del genere. In “Brutte sporche e cattive” si parla invece di due film gemelli, “Detenute violente” e “Perverse oltre le sbarre”, che sono gli esempi più infami del wip all’italiana. In “Violente dietro le sbarre” si potrà leggere delle prigioni femminili secondo Bruno Mattei e Claudio Fragasso, tra Italia e Filippine. “Femmine in fuga” è invece un wip che spinge su erotico e azione firmato da Michele Massimo Tarantini, il re della commedia scollacciata all’italiana. Infine potrete avere notizie su “Caged Woman”, considerato l’ultimo wip italiano.

Altri film rappresentativi a cui si dedica attenzione tra le pagine del dossier sono: “Caged”, “The Big Bird Cage”, “La ragazza del riformatorio”, “Femmine in fuga”, “Girls in prison”, “Bare behind bars”, “Women in cages”, “La parete di fango”, “Sodomania”, “Penitenziario femminile per reati sessuali”, “The big doll house”, “Red Heat”, “Savane island”, “A prisco” e “Le prigioniere dell’isola del falco”.

Per ulteriori dettagli come sempre vi rimandiamo al sito di “Nocturno”.

Buon divertimento!

Davide Longoni