FANTASCIENZA STORY 22

1954: DAI FORMICONI A GODZILLA PASSANDO DAL GILLMAN E DAL NAUTILUS – PARTE 3

20.000 LEGHE SOTTO I MARI (20.000 Leagues under the Sea)

20.000 leghe sotto i mari rappresenta, ancora oggi, la migliore trasposizione filmica di un romanzo di Jules Verne, ed è dovuta alla mano, stranamente felice, del solitamente freddo Richard Fleisher, anche se il vero perno della realizzazione fu, senza dubbio, il genio di Walt Disney.

Verso l’inizio del 1954, rinunciando a produrre film per la Rank e volendo creare una propria casa di produzione, Walt Disney si trovò nella necessità di esordire con una pellicola di sicuro successo. Non avendo la possibilità materiale di realizzare in tempo un lungometraggio a cartoni animati, Disney diresse le sue scelte verso il classico verniano, con un’audacia che fu senz’altro maggiore di quanto si possa credere, giacché, fino ad allora, tutte le riduzioni cinematografiche dei romanzi di Verne non erano state fra le più economicamente felici.

Disney, comunque, stanziò un discreto capitale per la pellicola e ne supervisionò ogni fase, giungendo persino a far ripetere completamente la scena della piovra gigante che attacca il Nautilus del Capitano Nemo, scena e decisione costose: 75 milioni di lire in un sol colpo!

La storia è nota: un misterioso mostro affonda le navi (solitamente inglesi e da guerra), mostro che si rivela essere, agli occhi sbigottiti di tre superstiti di un attacco in mare, il primo prototipo di sommergibile atomico della storia (siamo nel 1870), guidato da un enigmatico individuo che si fa chiamare Capitano Nemo.

Strano personaggio questo Capitano Nemo (per la cronaca in latino “nemo” vuol dire “nessuno”), padrone del suo mondo sottomarino come un esploratore dello spazio che ammiri il pianeta sul quale ha messo piede e del quale egli solo possiede la chiave per arrivarci.

La storia è narrata da Arronax, uno scienziato preso con altri a bordo del Nautilus, così si chiama il sommergibile, che in questo modo ricorda il Capitano Nemo davanti all’oblò che gli mostra il fondale marino.

Nemo: “Guardi quanta pace c’è qui. Il mare è tutto un immenso serbatoio della natura dove io vago a mio piacere.

Si sente la voce di Arronax, come se fosse un pensiero espresso in quel momento.

Con apparente indifferenza il Capitano Nemo possedeva la chiave del futuro del mondo. Mentre lo studiavo mi resi conto che potenti forze lottavano entro quello strano uomo.

Nemo: “Ci pensi: alla superficie vi è fame e paura. Gli uomini, secondo me, sono regolati da leggi ingiuste; combattono, si uccidono, si fanno a pezzi. A solo pochi piedi sotto le onde il loro regno cessa, la loro malvagità affoga miseramente. Qui, nel fondo dell’oceano, è la sola indipendenza, qui sono libero. Cosa accadrebbe se essi controllassero macchine come questo battello sottomarino? Molto meglio che essi lo credano un mostro e mi assalgano con gli arpioni.

Braccato e ferito a morte, Nemo conduce il suo sommergibile nelle profondità del mare per l’ultimo riposo, ma i suoi tre prigionieri si ribellano e riescono a salire in superfice.

A bordo di una delle scialuppe, i tre superstiti dell’affondamento del Nautilus, assistono impotenti all’esplosione dell’isola colma di tanti tesori, anche tecnologici e contemporaneamente osservano la meravigliosa imbarcazione inabissarsi, travolta dalle onde; ancora una volta nella mente di Arronax risuonano le parole di un morente Capitano Nemo:

… ma c’è speranza per il futuro. Quando il mondo sarà pronto per una nuova e migliore vita, tutto questo accadrà fatalmente… quando Dio lo vorrà…

Alcune scene da rimarcare, oltre alle bellissime sequenze subacquee, come quella del suggestivo funerale o della raccolta del cibo nei campi sottomarini, sono la cena a base di appetitosi piatti marini e gli interni del Nautilus, ricostruiti in stile tipicamente vittoriano, sia per quanto concerne l’arredamento, sia, addirittura, per  la parte tecnica della nave.

La pellicola termina con la distruzione di Vulcania, l’isola base del capitano Nemo, in un olocausto che ricorda molto da vicino lo scoppio di una bomba atomica.

Il film s’impernia quasi tutto sulla leggendaria figura del Capitano Nemo, superbamente interpretato da James Mason che surclassa sia il pur piacevolissimo Kirk Douglas, nella parte del marinaio Ned Land, sia “Consiglio” (Peter Lorre) e anche il professor Arronax (Paul Lukas).

Dal punto di vista tecnico è degna di segnalazione la perfetta scelta dell’ambiente scenografico: infatti le riprese sottomarine sono state realizzate nelle limpide acque di Nassau, nelle Bahamas; molto curate anche le sequenze con i modellini del Nautilus mentre naviga nelle profondità dell’oceano.

La scena più spettacolare del film è senza dubbio quella dell’attacco della piovra gigante, aggrappatasi alle eliche del Nautilus, che Nemo farà sconfiggere solo in superficie.

La piovra, realizzata in grandezza più che naturale e mossa da cavi e fili comandati elettricamente, è perfetta.

Altri effetti speciali da ricordare sono le scariche elettriche, usate per sventare l’attacco degli indigeni contro il Nautilus, che furono disegnate direttamente sul fotogramma.

Il film, con assoluto merito, ha vinto due Oscar: per le scenografie e per gli effetti speciali.

(3 – continua)

Giovanni Mongini