FANTASCIENZA STORY 06

VITA FUTURA  – NEL 2000 GUERRA O PACE? (THINGS TO COME)

Del 1936 è Nel 2000 guerra o pace?  di William Cameron Menzies. Il regista del film, uscito in origine con il titolo Vita futura (Things to Come), compie un’interessante escursione nel campo della science-fiction, basandosi su una sceneggiatura di Herbert George Wells.

Nel 2000 guerra o pace? è l’epopea dell’uomo che si apre con l’inizio della guerra che decimerà l’umanità; nella riedizione che ne fu fatta vennero aggiunte scene dal vero tratte dalle immagini di repertorio della Seconda Guerra Mondiale. L’annuncio del conflitto finale viene così dato da un altoparlante:

“Attenzione, attenzione! Reattori di nazionalità sconosciuta si stanno dirigendo verso la nostra città, hanno già bombardato la costa con bombe e razzi atomici. Prendete immediato riparo negli appositi rifugi. Sgomberate le strade, sgomberate le strade! Il pericolo è imminente. Nei rifugi, nei rifugi, premunitevi da un eventuale lancio di gas asfissiante, sgomberate le strade, sgomberate le strade, sgomberate le strade! Le postazioni antiatomiche sono già in allarme. Tenete a portata di mano qualsiasi materiale antincendi. Fate svelti, fate svelti, il nemico si avvicina! Sgomberate le strade, sgomberate le strade, sgomberate le strade, il pericolo è imminente, prendete immediato riparo negli appositi rifugi, nei rifugi, nei rifugi…”

Nei trenta anni successivi l’umanità lotta ancora per la sopravvivenza, senza energia, senza benzina e senza cure mediche; il mondo si è diviso in tanti piccoli feudi, la lotta più strenua viene condotta contro la morte che cammina, una pestilenza che costringe il morente a deambulare in stato semicomatoso per le strade, dove poi viene ucciso per evitare il diffondersi del contagio.

Il dottor Harding (Maurice Bradde) tenta in tutti i modi di evitare l’ulteriore diffondersi del contagio ed è aiutato in questo da sua figlia Mary (Ann Todd), ma, contemporaneamente, un uomo, Rudolph, organizza una “caccia ai malati” uccidendoli per evitare l’insorgere di altri casi. In questo modo, o forse per altre cause naturali, la pestilenza cessa di diffondersi e Rudolph (Ralph Richardson) prende così in mano il potere del suo feudo iniziando il suo regno di vanagloria.

Il villaggio è in lenta ricostruzione; un giorno, nella piazza, un messo legge l’ultimo bando del capo.

Messo: “Maggio 1970. La pestilenza è cessata. Grazie alla decisione del nostro capo di uccidere tutti gli appestati non si ha più notizia di altri casi. La pestilenza è stata vinta. Il capo è pronto a riprendere le ostilità contro i ribelli delle montagne. Presto la vittoria e la pace saranno nostre. Siamo forti. Dio salvi il capo. Dio salvi la nostra terra.

L’organizzazione messa in atto da Rudolph è quanto mai carente; un giovane tecnico, Richard Gordon (Derrick de Marney) ha l’incarico di rimettere i vecchi aeroplani in condizioni di volare anche se non riesce a trovare benzina e pezzi di ricambio, ma lui, per primo, non crede che “l’uomo riprenderà  le vie del cielo”.

Mentre sta esaminando una vecchia automobile ecco che giunge il capo osannato dalla folla.

Rudolph: “Nulla da segnalare Gordon?

Gordon: “Nulla di incoraggiante capo

Rudolph: “Devo avere i miei aeroplani al più presto

Gordon: “Io faccio quello che posso, ma come si fa a volare senza benzina?

Rudolph: “Te lo procuro io il carburante! Tu provvedi alle macchine. So che il materiale è scarso, ma si può sempre aggirare l’ostacolo: sistemare alcuni pezzi ricavati da altri, ingegnati un po’. Me ne bastano dieci di aerei a posto, anche cinque soli e poi lo vedrai se metterò fine a questa nostra guerra e avrai la tua ricompensa.

La discussione continua e nella stessa si inseriscono Mary e Roxana, la donna del capo e, mentre Gordon continua a ribadire la sua impossibilità di rimettere in funzione gli aerei, un velivolo appare alto nel cielo; si tratta di un aereo monoposto che atterra ai margini di Metropolia, la città comandata da Rudolph. Un uomo scende dalla macchina volante, è alto e slanciato, indossa una tuta nera e un grande casco, chiede il nome di colui che governa il paese e domanda di essere ricevuto da lui.

Due uomini di Rudolph sono stati mandati ad arrestarlo, egli non discute e li segue verso il palazzo del capo, mentre per strada l’aviatore incontra Harding che lo riconosce facilmente, si tratta di John Cabal (Raymond Massey), che una volta abitava in quella città. Cabal chiede a Harding di parlargli in un posto appartato e, ignorando le proteste delle due guardie, si avvia con il dottore.

La cosa fa andare in bestia Rudolph che ordina l’immediato arresto dello straniero, il quale, nello stesso momento, sta tranquillamente parlando con Harding.

Cabal: “…E questo sarebbe il vostro capo… ve ne sono parecchi come lui, dovunque troviamo questi piccoli dittatori che rubano e combattono. A questo ci ha condotto la guerra: al brigantaggio, era fatale. Ma noi, gli ultimi rimasti dei vecchi tecnici e scienziati, abbiamo giurato di salvare il mondo; le vie del cielo sono in mano nostra, quelle del mare e in più un ideale comune: la fratellanza del sapere, l’unione di tutte le scienze, siamo gli ultimi custodi della civiltà in un mondo che è in rovina.

Harding: “Ecco quello che io aspettavo, sono ai vostri ordini!

Cabal: “Non ai miei, non ai miei! Niente più capi, agli ordini dell’Unione Mondiale

In quel momento l’intervento delle guardie pone fine alla conversazione e Cabal viene quindi portato al cospetto del capo, ma Rudolph non vuole sentire le parole di Cabal, il suo scopo sono la guerra e il dominio.

Cabal: “Beh, perché volevate vedermi?

Rudolph: “Chi sei? Non lo sai che siamo in guerra qui?

Cabal: “In guerra… sempre guerra eh? La faremo finita.

Rudolph: “Che vuol dire “la faremo finita”? La guerra è guerra! Chi sei, ti ho chiesto?!

Cabal: “La legge. L’Unione Mondiale

Rudolph: “Io sono la legge qui!

Cabal: “Intendo: legge e saggezza

Rudolph: “Chi sei tu, da dove vieni?

Cabal: “Dal Mondo Unito

Rudolph: “Ebbene non potevi atterrare senza il mio permesso

Cabal: “Ma ci sono. Permettete che mi sieda?

Rudolph: “E ora per la quarta volta: chi sei?

Cabal: “L’ho detto: l’Unione Mondiale

Rudolph: “Parole, quale governo servi?

Cabal: “La fratellanza. Un sentimento che è più forte di ogni altro, sgretola ogni barriera…

Rudolph: “Eh? Se avete intenzione di attaccarci ve la vedrete con noi. Cosa volete?

Cabal: “Ordine e commercio

Rudolph: “Commercio eh? E fornite anche munizioni?

Cabal: “Non è il nostro articolo

Rudolph: “Benzina, ricambi… aeroplani ne ho parecchi e ragazzi che saprebbero volare, ma non ho benzina, ci manca, potremmo trattare…

Cabal: “Potremmo…

Rudolph: “So dove trovarne di benzina, sulle montagne… ma intanto noi potremmo fare un accordo temporaneo…

Cabal: “Noi non aiutiamo nessuno a fare la guerra.

Rudolph: “A  finirla, a finirla… voglio solo una pace vittoriosa!

Cabal: “E’ una frase che mi pare di conoscere… non possiamo aiutarvi, i nostri ideali sono troppo diversi.

Rudolph: “Ascolta bene signor aviatore, siamo pratici, scendiamo dalle nuvole, dimentichi che in questo momento ti trovi in stato di cattura: tu e il tuo apparecchio.

Cabal: “Altri aeroplani verranno a cercarmi se non rientro in tempo

Rudolph: “Li accoglieremo a dovere. Se vuoi puoi restare a lavorare qui da noi, nessuna obiezione. Quello che ci interessa è rimettere in piedi la nostra aviazione.

Cabal: “Giusto, lodevole ambizione, ma l’Unione Mondiale non ammette un’aviazione privata.

Roxana: “Che impudenza!

Rudolph: “Io non parlo di aviazione privata. I nostri aerei sono proprietà del popolo e noi siamo uno Stato sovrano e indipendente in guerra. Non so nulla di vecchio e nuovo ordine, io sono il capo qui e non prendo ordini da nessuno: vecchi o nuovi che siano.

Cabal: “Ho il dubbio di trovarmi nei pasticci…

Rudolph: “Già, di questo puoi esserne certo

Roxana: “Da dove vieni tu?

Cabal: “Da Basara, dov’è il nostro quartier generale. Possediamo aerei di nuovo tipo e altri ne fabbrichiamo. Molti. Le fabbriche producono ancora, stiamo pian piano ristabilendo l’ordine e il commercio in tutto il mondo e io sono qua per esplorare queste zone.

Rudolph: “E allora ascolta: questo è un paese indipendente e sovrano

Cabal: “Si, ne riparleremo…

Rudolph: “Io non discuto!

Cabal: “Noi ci opponiamo a stati indipendenti e sovrani

Rudolph: “Voi vi opponete…

Cabal: “Con qualsiasi mezzo

Rudolph: “Sarà la guerra!

Cabal: “Se preferite

Rudolph fa chiudere Cabal in cella dove l’aviatore ha una conversazione con Roxana (Margaretta Scott), che ha intuito la potenza che si cela dietro al solitario messaggero. Il capo non vuole sentire ragioni e organizza una spedizione contro i ribelli delle montagne ottenendo così una momentanea vittoria.

Rudolph: “Una vittoria si avvicina! La vostra fede non è stata vana. Presto schiacceremo i nemici delle montagne, la nostra recente vittoria ci ha permesso di rifornirci di petrolio. Presto riprenderemo le vie dell’aria per fronteggiare l’invasore. Abbiamo quaranta aeroplani: una delle più potenti e perfette aviazioni del mondo, basta raffinare il nuovo petrolio, il che è affare da poco e poi non rimarrà che bombardare le colline così potremo sperare in una pace degna e duratura, una pace forte, armata per un radioso avvenire. In questa crisi suprema tocca a te, Gordon, quale capo meccanico, darci il tuo aiuto. Dove sono gli aeroplani?

Gordon: “Il lavoro è molto difficile: si tratta di apparecchi troppo vecchi. Solo venti sono discreti, anzi solo diciannove, gli altri non si solleveranno mai, non è semplice come voi credete, ho bisogno di aiuto.

Gordon chiede e ottiene l’aiuto di Cabal e di Harding, anche se con riluttanza Rudolph è costretto a metterli al suo servizio.

Nella sua cella Cabal ha un secondo colloquio con Roxana ed ella capisce ancora di più quale potenza si celi dietro quel solitario aviatore.

Grazie all’aiuto di Cabal, Gordon rimette in funzione uno dei vecchi apparecchi e si dirige verso la base da dove l’aviatore proviene, avvisando l’Unione Mondiale del pericolo rappresentato da Rudolph (o Rodolfo, come viene presentato nell’edizione italiana).

Mentre Gordon parla al consiglio, Rudolph viene a sapere che lo stesso non è precipitato in mare, come credevano, ma probabilmente si è diretto verso la base dell’Unione Mondiale.

Rudolph: “Maledetta questa Unione Mondiale! Che siano stramaledetti tutti quanti, tutti vi dico: aviatori, meccanici, scienziati, ingegneri e sono stato io a costringerli al lavoro… Perché la scienza sopravvive? Perché vuole soffocarci? La scienza! Ecco il vero nemico di tutta l’umanità. Pensavo a quella gente stanotte, gente che nulla ha di umano, non sono altro che delle macchine, macchine distruggitrici…

L’aviazione è in vista di Metropolia: giganteschi e avveniristici (per l’epoca in cui il film è stato girato) aerei a elica. Gli apparecchi di Rudolph si alzano in volo, ma vengono facilmente abbattuti dagli aerei dell’Unione che, nel frattempo sganciano dei paracadutisti e si preparano ad atterrare.

Rudolph ordina che gli venga portato il prigioniero, ma il “gas della pace”, l’ultima nuova arma dell’Unione Mondiale, sta scendendo rapido verso la città di Metropolia.

Gordon giunge con l’esercito e trova il capo morto e tutta la città addormentata, tutti tranne Cabal, sveglio grazie alla sua maschera antigas.

Cabal: “E assieme a lui è morto il suo mondo e un mondo nuovo comincia. Povero illuso con le sue manie di grandezza! Da questo mondo in dissoluzione nascerà una vita feconda. Il lavoro è appena agli inizi, dobbiamo rimettere in piedi un mondo crollato, sarà una lotta dura ed estenuante, ma la forza ci viene dalla nostra Unione Mondiale e dal sapere. E adesso vi esporrò il nostro piano di operazione: primo, eliminare il brigantaggio, ultima vestigia dei vari eserciti sconfitti e dissanguati da un’inutile lotta senza tregua, poi organizzare, progredire, unire un paese e poi l’altro, l’Unione Mondiale porterà a tutto il mondo il benessere e la pace.

Pensate all’immane compito che ci attende: trasformarci in custodi di una pace laboriosa, dedicare le nostre energie a strappare i tesori alla Terra sfruttando le immense possibilità della scienza, fino a oggi schiacciate sotto il peso di guerre pazzesche. Scaveremo le dure montagne, carpiremo i tesori del cielo, del mare e della terra, come mai l’uomo ha saputo fare fin’oggi. L’eco delle nostre vittorie giungerà fino ai figli dei nostri figli e in loro e attraverso loro noi vivremo di nuovo.

Gli anni trascorrono sulla Terra e il mondo progredisce attraverso le mirabolanti imprese previste da John Cabal e si giunge così al 2036, in una città avveniristica alla cui periferia si erge un cannone pronto a sparare degli uomini verso la Luna.

Sulla immensa piazza un ologramma gigantesco trasmette l’immagine di Theotocopulos (Sir Cedric Hardwicke) alla folla.

Theotocopulos: “Questo mondo non è migliore di quello di un tempo. Io mi ribello a questo progresso. Cosa ci ha dato il progresso e tutta questa civiltà? Macchine, meraviglie, hanno edificato enormi città, sì, prolungato la vita, sì, hanno conquistato la natura o così almeno dicono, ma questo mondo è forse più felice di quello di un tempo, quando la vita era breve e tutto procedeva tranquillo e normale?

Nella sua casa il vecchio Cabal (Alan Eayes) sta mostrando alla sua bisnipote (Annie McLaren) la vita di un tempo attraverso dei filmati.

Bimba: “Che cosa sarebbe un cannone astrale bisnonno?

Cabal: “Beh, è un cannone che lancia razzi atomici. Vi sono tanti razzi l’uno dentro l’altro che si distaccano man mano lungo il percorso. Non so bene come funzioni, ma l’ultimo razzo che si distacca navigherà nel vuoto assoluto…

Bimba: “Mi piacerebbe tanto andare sulla Luna!

Cabal: “Forse un giorno chissà… vogliamo riprendere la nostra lezione di storia?

Bimba: “Non mi sarebbe piaciuto il vecchio mondo. So che John Cabal con i suoi aviatori l’ha sistemato. Tu lo hai visto John Cabal, bisnonnino?

Tenendo sempre presente l’anno di produzione del film, è molto interessante ascoltare una descrizione del mondo antico e contemporaneamente quello futuro, fatta da Cabal padre alla piccola.

Cabal: “Non avevano luci continue nelle città. Dovevano contentarsi della luce del giorno che era limitata e l’aria condizionata era un lusso di pochi. Erano alla mercé delle stagioni, avevano finestre con una infinità di vetri. L’età delle finestre è durata per molti secoli, non immaginavano di poter illuminare le case con soli artificiali perciò le innalzavano sempre più alte verso il cielo…

Il Presidente del consiglio è il bisnipote di John Cabal, si chiama Oswald (Osvaldo nella versione italiana ed è interpretato sempre da Raymond Massey) e sta parlando in seduta con gli altri membri della nuova, prossima impresa.

Oswald: “Il cannone astrale ha superato le prove sperimentali, ora servono due persone per collaudarlo

Molte sono le persone che si sono offerte volontarie per il gran volo e la scelta è difficile, fra i prescelti c’è il figlio di Passworthy, Maurice. Oswald Cabal parla con il ragazzo e viene così a sapere che anche sua figlia Caterina (Pearl Argyle) vuole andare nello spazio assieme a Maurice (Kenneth Villiers).

Intanto Theotocopulos sta arringando i cittadini.

Theotocopulos: “Cos’è questo progresso? Quali benefici ci ha portato? Correre sempre avanti! Vogliamo una sosta, vogliamo riposarci. Il fine della vita è la felicità. L’umanità non va sacrificata in vani esperimenti. Il progresso non è la vita, dovrebbe essere preparazione alla vita. Si ritorna quasi alla antica tragedia greca dove il padre immola la figlia agli dei maligni… Cosa ci promette questo cannone? Non illudetevi, gente! La dura disciplina che impongono a sé stessi, la imporranno domani al mondo intero. Potrà mai l’uomo riposare ed essere libero? E verrà il giorno in cui vi obbligheranno a cercare avventure in ignoti e lontani pianeti. In tremendi abominevoli luoghi oltre le stelle. Morte al progresso, poniamo fine al progresso e subito! Questo sia l’ultimo giorno dell’età della scienza. Fate di questo cannone astrale un simbolo, un malefico idolo che va distrutto.

I preparativi fervono da parte dei due giovani e dei rassegnati genitori. Ma gli eventi precipitano, il ribelle guida un gruppo di facinorosi alla distruzione del cannone e, mentre tutto questo avviene, Raymond Passworthy (Edward Chaman), vecchio amico di Cabal, chiede a quest’ultimo perché ha permesso ai due giovani, loro figli, di rischiare la vita, perché ha permesso a sua figlia di cullarsi in questi sogni pazzeschi.

Oswald: “Perché io l’amo. E voglio che goda il meglio della vita. Vegetare insensibili a tutto non è affatto il mezzo migliore per gioirne. La carne intorno all’osso è più saporita e la vita è molto più splendida quando rasenta la morte.

Passworthy: “Oh, io non so più dire: questo mondo mi supera, mi consuma…

Oswald: “Non riesci a vedere giusto, Passworthy. I nostri padri, i nostri antenati hanno distrutto il vecchio ordine perché uccideva i fanciulli, uccideva chi non era pronto alla morte, perché tormentava tutti senza scopo, perché era un oltraggio alla dignità umana, perché era soltanto un faticoso principio. La sofferenza non è un male, Passworthy, anzi, non è più sofferenza se si soffre per uno scopo. Noi non abbiamo abolito né il pericolo né la morte, ma abbiamo dato loro un significato più alto e meritevole.

La marcia dei ribelli è progressiva e minacciosa. Cabal decide di lanciare subito il razzo, carica i due astronauti su un elicottero e con loro si dirige alla base di lancio, quindi fa salire i due all’interno della capsula, ma prima del lancio, cerca di dissuadere i ribelli.

Theotocopulos: “Eccolo l’uomo. Colui che vorrebbe sacrificare la figlia al demone della scienza

Oswald: “Cosa volete qui?

Theotocopulos: “Salvare questi giovani dal vostro folle esperimento. Vogliamo porre fine a questa inumana pazzia. Vogliamo distruggere quell’ordigno.

Oswald: “Abbiamo il diritto di far ciò che vogliamo della nostra vita, di questa nostra vita. Non invidiamo la vostra vita pacifica, per quanto abbiate sicurezza, abbondanza, ogni cosa…

Theotocopulos: “Vogliamo dare al mondo la vera tranquillità!…

Oswald: “Nessuno ve lo impedisce

Theotocopulos: “Ce lo impedisce la vostra scienza, la vostra mania di inventare, voi che date sempre nuove forme alla vita, voi che studiate sempre nuove imprese, nuove conquiste, che fate sembrare piccolo ciò che per noi è grande e debole ciò che noi crediamo sia forte. Noi vogliamo un mondo diverso da quello vostro e non permetteremo questa impresa, non vogliamo che l’uomo sia proiettato nella Luna e negli altri pianeti. Se così avvenisse il nostro odio vi annienterà. Distruggete il cannone!

Oswald: “Prima che giungiate alla piattaforma il razzo sarà partito! Attenti alla percussione, attenti alla percussione!… Camera di controllo… Sgombrate tutti gli osservatori… Pronti per il lancio…

Il proiettile è lanciato nello spazio.

E’ sera. Nell’osservatorio Cabal e Passworthy seguono il volo del razzo. Uno schermo si apre davanti ai loro occhi ed essi osservano la volta stellata.

Oswald: “Eccolo! S’è distaccato! Quel barlume lontano, là.

Passworthy: “Quello che abbiamo fatto è mostruoso!

Oswald: “Quel che han fatto loro è magnifico!

Passworthy: “Ritorneranno…

Oswald: “Sì, per ripartire di nuovo, finché atterreranno e la Luna sarà conquistata. Questo è solo il principio.

Passworthy: “E se non ritornassero? Mio figlio e tua figlia, non pensi a questo?

Oswald: “Allora altri tenteranno.

Passworthy: “Dunque non verrà mai l’ora della felicità? Non ci sarà mai riposo?

Oswald: “Il riposo giungerà per tutti noi e sarà troppo presto perché si chiama morte. Ma per la vita né riposo né fine, essa continua, conquista dopo conquista. Prima questo piccolo pianeta con i suoi venti e le sue onde e poi tutte le leggi della mente, tutte quelle della materia, poi i pianeti intorno e infine, oltre l’immensità, verso le stelle e quando avremo conquistato le profondità dello spazio e tutti i misteri del tempo saremo sempre al principio…

Passworthy: “Ma siamo creature così piccole Cabal, una povera umanità fragile e debole, siamo… piccoli animali…

Oswald: “Piccoli animali… Perciò dovremo accontentarci di minuscoli frammenti di effimera felicità e soffrire, trapassare come gli altri, gli altri animali che non possiedono il divino dono del pensiero. Scegliere questo o quello: o l’universo intero o il nulla. Quale preferisci Passworthy? Quale sarà poi… quale sarà?…

Come abbiamo già detto il film è ricco di immagini interessanti, specie in tutta l’ultima parte che riguarda la futura civiltà, alcune anticipazioni tecniche sono azzeccate, altre ingenue. Alla stesura della versione cinematografica ha collaborato, come abbiamo detto, Herbert George Wells che ne ha curato la sceneggiatura.

Il film, originariamente di 130 minuti, fu subito portato a 113; con questa lunghezza e con il titolo di Vita futura è uscito in Italia una prima volta, successivamente rieditato con il titolo di Nel 2000 guerra o pace? in una versione di 80 minuti, infine, la terza riedizione, degli anni Settanta, che ha potuto usufruire solo di questa versione mutilata.

Solo in tempi più recenti Telemontecarlo ha trasmesso una versione più lunga, reintitolata e ridoppiata. Le scene aggiunte riguardano l’inizio che vede il padre di John Cabal (sempre interpretato da Raymond Massey) parlare della follia della guerra; successivamente la scena di una battaglia aerea tra John Cabal e un pilota nemico che sta precipitando, mentre il primo atterra per cercare comunque di salvarlo dai gas venefici che stanno per invadere la zona. Parlano dell’inutilità e della stupidità del conflitto, poi Cabal è costretto a fuggire lasciandosi dietro il nemico-fratello morto.

Il film è presente in DVD a opera della Passworld.

Nato nel 1896 e morto nel 1957, Menzies si accosterà ancora al campo della fantascienza, ma è indubbio che questa sua opera, tratta da un romanzo di Wells, sia la più ispirata.

Giovanni Mongini