E POI VENNE IL COMPUTER… MA SOLO POI – PARTE 19 – STAR TREK II: L’IRA DI KHAN (1982)

E in chiusura di questa nostra serie di articoli dedicati agli effetti speciali di una volta e intitolati “…E poi venne il computer…ma solo poi”, non potevamo certo non giungere al primo film che fa un uso professionale del computer, da dove poi è iniziato tutto un modo diverso di concepire il modo di fare cinema, “Star Trek II: L’ira di Khan“.

Speriamo abbiate apprezzato questo nostro girovagare tra le fila della science-fiction filmica di una volta e che il nostro intento di farvi capire l’importanza di una storia passata come base di una storia futura del cinema di fantascienza abbia avuto buon esito, perché come dice Giovanni Mongini, l’autore di questi pezzi che ci hanno permesso di fare tantissimi splendidi tuffi nella nostra memoria cinematografica fantastica, “dimenticarsi di coloro che hanno costruito creature e mondi fantastici usando solo la loro arte e le loro capacità, è dimenticarsi della storia del cinema.

Davide Longoni

 

La Genesis Sequence del pianeta fu la prima sequenza in digitale introdotta in un film: è un momento storico in realtà, perché segna l’ingresso ufficiale del computer nella cinematografia di fantascienza che, da questo momento in poi, assumerà un ruolo sempre più importante e preponderante fino alle realizzazioni totali di astronavi, paesaggi, mostri; farà interagire persone vive con altre scomparse da tempo e così via, nonché colorare vecchi film in bianco e nero.

Per le tecniche in digitale si utilizza quasi esclusivamente il computer, ricreando sul monitor il soggetto e/o lo spazio che si desidera filmare: chiunque di noi possieda un banale software CAD (per la progettazione architettonica degli ambienti) può avere un’idea di come si svolgono i lavori al computer; naturalmente i programmi utilizzati sono molto, ma molto più sofisticati.

Diversamente, la realizzazione dell’effetto Genesis (l’esplosione della natura), fu realizzata dalla Industrial Light and Magic (e chi altro?) e, per poterla rendere più credibile, fu preso a noleggio il Cow Palace di San Francisco e il soffitto è stato coperto da un telo nero con la cinepresa messa sul pavimento: in questo modo l’esplosione ha scagliato i detriti proprio verso la camera. La scena è stata filmata con una macchina da presa che era munita di un prisma rotante, questo permetteva di poter aumentare la esposizione di ogni singolo fotogramma senza variarne la velocità di scorrimento la quale era allucinante: 2.500 fotogrammi al secondo il che in pratica vuole dire che tutta la sequenza durava un secondo e venti decimi, al normale scorrimento di 24 fotogrammi al secondo era invece di un minuto e 40 secondi.

Giovanni Mongini