TRE STORIE ITALIANE DI FANTASCIENZA: SETTEMBRINI, NIEVO, SALGARI

Settembrini, Nievo e Salgari: vi starete domandando che cosa hanno in comune tra loro questi tre autori italiani del XIX secolo… Ebbene, sono in pochi a sapere che tutti e tre hanno scritto fantascienza: Settembrini come traduttore di Luciano di Samosata, Nievo con un trattato di storia del futuro e Salgari con una curiosa visione del 2000. Si crede generalmente che i racconti fantastici siano monopolio della modernità, ma ciò è errato. E’ per questo che Duilio Chiarle ha pensato di inserirli tutti e tre insieme in un’antologia a loro dedicata intitolata semplicemente “Tre storie italiane di fantascienza: Settembrini, Nievo, Salgari”, per esplorare i mondi fantastici ante-litetram che questi autori hanno saputo darci.

“Certo!”, afferma il curatore. “Ho scoperto che non solo Salgari ha scritto un romanzo di fantascienza (“Le meraviglie del 2000”), ma che il grande Ippolito Nievo, eroe garibaldino, autore di decine di libri prima di arrivare a trenta anni (su cui tra l’altro aleggia il mistero di una morte che il pronipote Stanislao ha giudicato “vittima della prima strage di Stato del neonato Regno d’Italia” nel 1861), si è dato al fantastico con un curiosissimo e per certi versi eccezionale libro (“Storia filosofica dei secoli futuri”). Quanto a Settembrini, che contrariamente a Nievo non era un uomo d’azione ma un intellettuale puro che scontò anni in una prigione borbonica dato che era considerato pericolosissimo, invece ha tradotto una stravagante opera di Luciano di Samosata che parla di creature dello spazio e abitanti di altri pianeti (strano uomo, Settembrini, che durante la permanenza in carcere compose un’opera letteraria ambientata nell’antica Grecia tanto scabrosa da essere pubblicata soltanto più di cento anni dopo la sua morte). E così ho pensato di dare più visibilità a questi tre grandi della letteratura italiana”.

Potete trovare un estratto di questa interessante opera su “Smashwords”.

Duilio Chiarle, scrittore e chitarrista dei “The Wimshurst’s Machine”, ha ricevuto il premio “Cesare Pavese” nel 1999. Gli sono stati attribuiti i premi internazionali “Jean Monnet” (patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dall’Università di Genova e dalle Ambasciate di Francia e Germania) e “Carrara – Hallstahammar” (quest’ultimo per due volte consecutive). Con il gruppo musicale in cui milita ha ricevuto tre nomination hollywoodiane consecutive: sono suoi i racconti dei “concept” musicali.

Buona lettura.

A cura della redazione