ANTONIO CINTI

Abbiamo avuto modo di conoscerlo grazie al suo ultimo libro “L’uomo senza tempo”, un romanzo fantastico di ampio respiro che ha saputo conquistarsi una buona fetta di appassionati del genere. E’ giunto ora il momento di fare quattro chiacchiere proprio con l’autore, Antonio Cinti.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ANTONIO CINTI?
Antonio Cinti è un ragazzo, un uomo di 34 anni, cresciuto con il desiderio di imparare sempre, di migliorarsi continuamente. Fin da piccolo ho avuto qualcuno che mi ha sempre corretto e, nella mia testa, è maturata l’idea di non saper fare nulla, data l’incapacità di fare qualcosa di giusto. Quando ho potuto, mi sono mosso, fatto un pò di tutto, anche ciò che non mi piaceva perché costretto a farlo. Elettricista, venditore di materiale elettrico, hardwerista, softwerista, cuoco nel servizio di leva, attore di teatro e di cinema indipendente, fotografo e ora scrittore, senza contare che so cucire, stirare, fare pulizie in genere e via discorrendo, tutto perché serviva e ho imparato che, se voglio, posso, anche se ho il grosso problema di non essere mai soddisfatto. Tra le altre cose attualmente scrivo per una rivista di cinema online, che si chiama “Celluloid Portraits”.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
“L’uomo senza tempo” è il mio primo libro, un piccolo plico di 140 pagine che mi sta dando soddisfazioni al di fuori di ogni mia idea o pensiero. Se vogliamo dire ciò che è ancora incompiuto e nato prima dell’attuale pubblicato, ho un libro fantasy, ambientato in un mondo parallelo, in un altro universo, in un mondo con cavalli, spade, fucili, animali mitologici, maghi e tanto altro, insieme a sentimenti, amicizie e tante avventure. Inoltre ho un libro che viaggia parallelamente al precedente, narrando la storia di un personaggio caduto fuori da quest’ultimo, costretto a rinascere sotto altra forma e a ripercorrere una vita di ricordi, per tornare in esso. Non so se finirò mai questi due libri, anche se lo spero ma la mia fantasia vola tanto e la vita, a volte può essere crudele, vedremo se il signore mi darà il tempo e se io saprò sfruttarlo appieno.
VOGLIAMO PARLARE ALLORA PROPRIO DE “L’UOMO SENZA TEMPO”?
“L’uomo senza tempo” è uno spaccato di vita di tutto e tutti. Ho conosciuto tante persone e ognuna di queste ha dato le sue impressioni. C’è chi ha visto del sacro, chi il desiderio di un mondo più umano, altri hanno visto me, qualcuno la propria vita, poi il paragone con il già visto. Inoltre hanno visto un fumetto, altri la sceneggiatura di un film e chi ha visto sogni, desideri, amori infranti e tanto altro. Per me è un pezzo di me stesso che, ogni persona che l’ha comprato e letto, ha voluto prendere con se, nella propria casa, nella propria vita.
COME È NATA L’IDEA DI FONDO DELLA STORIA?
Avevo il desiderio di scrivere qualcosa di bello, di formidabile, di quasi vissuto e che ogni persona o lettore avesse potuto vedere come spaccato della propria vita, che questo fosse un sano, un malato, un diversamente abile, un emarginato o chiunque altro. Andando a dormire una notte, pensando a tutto ciò, mi sono svegliato con questa storia in mente, solo da stendere e costruire, pezzo per pezzo, come un puzzle.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?
Non ho avuto parti difficili, nella mia mente era tutto inserito, ho solo dovuto pensare alla loro fisionomia e, avendo purtroppo una memoria abbastanza debole, ho deciso di unirli a persone conosciute, come aspetto. Così sono nati quasi tutti, solo due o tre personaggi li ho inventati, persone che non trovavo nella mia vita, che dovevano sparire presto o che dovevano essere odiati.
QUANTO HANNO INFLUITO LE TUE ESPERIENZE PERSONALI NELLA STESURA DELLA TRAMA E NELLO STILE DI SCRITTURA?
Sicuramente hanno influito i miei sogni, le mie esperienze da bambino, le persone care e quelle meno care, tutti i libri che ho letto, alcuni in particolare, sicuramente film, videogiochi e fumetti che hanno alimentato la mia mente in tutti questi anni ma credo che questo sia qualcosa che ogni scrittore di romanzi e non può dire. Ciò che so è che ho vissuto ogni attimo del mio libro, passo per passo, amando e odiando, arrivando a sentirmi dietro uno specchio per il troppo tempo passato a battere lettere sulla tastiera mente vedevo persone e sentivo voci.
NELLA VITA HAI FATTO UN PO’ DI TUTTO. MA “DA GRANDE” COSA VORRESTI FARE VERAMENTE?
Wow, bella domanda. Credo sia di rito ma io mi sorprendo abbastanza facilmente. Da grande? Vorrei scrivere, veramente, come lavoro, capace di vivere con esso ma senza esagerare. Non dico di diventare super famoso perché questo comporterebbe responsabilità grandi come conoscere gente, essere invitato a vari eventi, tipo mostre di quadri e già ora mi capita, e tanto altro. Il problema è che sono una persona tranquilla, troppo semplice, per non parlare dell’abitudinario, tutto ciò che devia la mia vita, mi sconvolge e questo rende strano che io sia stato in grado di fare tutto ciò che ho scritto in precedenza. Il problema è che più fai, più sei conosciuto e più la gente ti cerca. Io faccio molta fatica a dire di no. Voi non immaginate come mi senta a ogni presentazione: mi chiuderei in bagno per non uscire più per via del nervosismo e l’emozione.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
In effetti, è vero, anche se non disdegno altri generi, soprattutto la fantascienza. Il fatto è che il fantastico è sogno, ciò che vorremmo vivere in segreto, per non essere più noi stessi e del quale, molto spesso, siamo scontenti. Invece la fantascienza è un anticipo del futuro, ciò che la nostra mente sa di poter fare, attraverso le invenzioni dell’uomo, con il tempo e ciò mi affascina enormemente. Ecco che, grazie allo scrivere, questo diventa qualcosa di più profondo: un libro è come un viaggio lontano, comprende il biglietto, il mezzo di trasporto, la destinazione, i compagni di viaggio, l’avventura e tanto altro, però costa meno.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
In ciò che sogno, che sento o vedo ogni giorno, in tutto quello che è e può diventare il mio pensiero. In ogni attimo la mia mente lavora, senza che io lo chieda, lavorando su cose banali. La gente non potrebbe mai immaginare che cosa mi è saltato in mente da una semplice domanda che mi sono posto per caso, del tipo: cosa faresti se, una persona incontrata per caso per la strada, ti dicesse che sarai l’artefice della fine del mondo?
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Io leggo di tutto e di tutti: Calvino, Matteucci, Baldini ma soprattutto, colui che mi ha “insegnato a scrivere”. Io leggo libri di Stephen King da anni e trovo che siano qualcosa di incredibile, sogni che vengono dal profondo. Una volta, alla fine di un suo libro, scrisse di aver viaggiato con i personaggi, di aver vissuto le loro avventure ad ogni pagina scritta, di aver pianto con loro e di averli amati. Durante la stesura del mio libro, ho capito cosa voleva dire.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
I film sono un aiuto, per portare a tanta gente che non legge qualcosa che era prima stato scritto. Non a tutti piace leggere e uno scrittore, che vede un suo libro trasportato su celluloide, anche se adesso è utilizzato il poliestere per le pellicole ma questo, qui non interessa, vede semplicemente trasportata una parte di se stesso su di un altro tipo di supporto, diventando animato e arrivando a quella parte di persone che, per diversi motivi, avrebbe perso ciò che può essere un capolavoro. Certo, per qualcuno può essere solo un modo per guadagnare ma per me, l’importante è sentire la gente contenta di ciò che ha letto o visto e io che vivo di tante soddisfazioni, per le mie 140 pagine, lo sento bene, dentro.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
I progetti per il futuro sono, come ho scritto poc’anzi, di continuare a scrivere, trovando cose nuove e scrivendole come mi sento capace, vivendole e sapendo, come è già successo, che la gente ha sentito dentro ciò che ho vissuto nello scrivere un libro. Sentirsi dire che qualcuno ha pianto, che l’ha riletto più volte, che è bellissimo, che sembrava di essere lì, su due piedi all’interno della storia e via dicendo, sono soddisfazioni enormi, che vanno oltre ogni premio che uno scrittore può vincere. Per ciò che riguarda i miei sogni nel cassetto ne ho uno che non trovo indifferente, legato alla mia passione più grande. A me piace tanto la fotografia, ho fatto anche un corso approfondito con un fotografo d’eccezione e un servizio in studio con modella, anche se sono più fotografo ambientalista, non è facile trovare ragazze adatte a posare, anche se disposte, ce ne sono tante. Io credo che il corpo femminile sia un’opera d’arte, qualcosa da immortalare perché non vada perso e il mio sogno è riuscire a fare ”la foto”, quella per cui la lei possa dire, cavolo, sono veramente bella. Può sembrare una scemenza, una banalità e forse fuori dal contesto iniziato con quest’intervista, dico forse perché, con le foto, ci faccio le copertine dei miei libri, ma è pur sempre una passione, un sogno e, al giorno d’oggi, non ci rimane tanto di più per essere felici.
Grazie per l’intervista e leggete, leggete e leggete. Leggete tanto perché può essere l’unica cosa ancora in grado di mantenere un certo livello di intelligenza nell’uomo. Ciao.

CIAO A TE E GRAZIE DI TUTTO!

06/10/2009, Davide Longoni