MARINELLA GAGLIARDI SANTI

Autrice di “Defixiones – Il mistero delle tavolette magiche”, romanzo pubblicato da Armando Curcio Editore, Marinella Gagliardi Santi, scrittrice e docente di Storia, oltre che appassionata di misteri del passato, si è resa disponibile per quattro chiacchiere sulla sua nuova fatica.

PROFESSORESSA, COM’È NATA L’IDEA PER QUESTO SUO ROMANZO?

Ho scritto la mia tesi di laurea sulle defixiones, tavolette di maledizione. Io sono stata suggestionata da loro e per dare una cornice adeguata, dopo aver spaziato di qualche secolo prima e dopo Cristo, ho scelto Pompei come scenario della mia trama. Dovevo però verificare l’opportunità di questa scelta e così ho iniziato a leggere una guida degli scavi della città durante una navigazione a vela, in compagnia di mio marito: partenza da Genova con arrivo alle isole Eolie. Casa per casa, via per via, ho selezionato gli elementi di quel mondo che potevano in qualche modo interessarmi. Questa full immersion totale, superata una prima dettagliata curiosità archeologica, mi lasciava con l’amaro in bocca per la tragedia umana.

COSA SONO LE DEFIXIONES, LE TAVOLETTE MAGICHE DI MALEDIZIONE DA CUI PRENDE SPUNTO?

Sono lamine, per lo più in piombo, in uso dal VI secolo a.C. al VI d.C., che a volte presentano solo un nome inciso, altre volte sono piuttosto complesse e inveiscono contro qualcuno, si accaniscono, ingiuriano. Esprimono quindi, per lo più, emozioni violente, ma possono anche essere poetiche, soprattutto quando si tratta di costrizioni d’amore. In ogni caso sono particolari, affascinanti, intriganti. Come farle conoscere? Ho pensato che queste defixiones dovessero tornare alla loro origine, cioè in casa di un mago che ricevesse un suo cliente, ascoltasse il suo problema e incidesse per lui la formula adatta all’occasione. Ecco nascere perciò Pitone, un esperto di magia che conosce bene il suo lavoro, ma che è anche un po’ distratto, un po’ confusionario.

PUÒ RACCONTARE UN ANEDDOTO CHE L’HA PORTATA DALL’ARCHEOLOGIA ALLA SCRITTURA?

Per preparare la mia tesi di laurea sulle defixiones ho lavorato duramente, andando a spulciare oltre 70 anni di resoconti delle compagnie di scavi archeologici, alla ricerca delle tavolette di maledizione trovate nelle tombe assieme ai corredi funebri. Si può dire che io abbia profanato della corrispondenza diretta a dei e demoni! Mi sono aggirata per più di un anno in quest’ambito, sia funebre sia magico, trovando testi diversi, curiosi e originali, ma anche stancandomi parecchio per la massa di materiale che dovevo esaminare. Si era arrivati all’estate e il mese d’agosto si dimostrava particolarmente afoso e soffocante. Visto il caldo, una mattina avevo deciso di lavorare un po’ in spiaggia, nelle ore più fresche. Situazione perfetta: brezza piacevole, solitudine totale e concentrazione completa. Ma, ahimè, qualcuno di noto si profila alla porta di ingresso dello stabilimento balneare, mentre sto traducendo il testo greco di una costrizione d’amore. È un amico di vecchia data che non vedo da qualche tempo, ma che conosco dall’infanzia. Dopo poco tempo… eravamo sposati! Potere della tavoletta magica? Ce lo siamo sempre chiesti!

HA UN ULTIMO CONSIGLIO PER I LETTORI DI “DEFIXIONES”?

Speriamo che il mio Publio (Publio Cornelio Tegete, realmente esistito) e la sua famiglia siano stati tra quei fortunati che si sono salvati dall’eruzione, portati in salvo da una delle navi di quel Plinio il Vecchio il cui destino era di finire soffocato dalle ceneri del vulcano! Il suo altruismo e la sua curiosità scientifica gli sono costati la vita.

E’ QUELLO CHE CI AUGURIAMO NATURALMENTE TUTTI!

Davide Longoni