I MICRONAUTI

I “Micronauti” (“Micronauts” nella versione originale) sono una linea di giocattoli commercializzati dalla casa statunitense Mego fra la metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, basata sul modello dei giapponesi “Microman” della Takara.
Si trattava di una serie di “action-figure” che rappresentavano personaggi fantascientifici ispirati, e simili anche nell’aspetto, ai robot degli anime e dei manga giapponesi dell’epoca. Alcune riprendevano quelle classiche della serie dei “Microman” (ispirate a loro volta ai protagonisti dei “G.I. Joe”), altre, divenute più famose come Baron Karza, erano quasi identici a Jeeg della serie “Jeeg robot d’acciaio”, con tanto di parti del corpo smontabili e collegabili tramite calamite. A queste due linee si aggiungevano mezzi e basi spaziali e quella degli alieni. Un’altra fonte di ispirazione evidente, almeno per alcuni modelli della serie, era “Star wars”, in particolare il personaggio di Darth Fener per Baron Karza e i soldati imperiali per Force Commander, oltre alla presenza di spade laser in alcune delle “action-figure” non magnetiche, come nei “Galactic Defender”.
Ogni “action-figure” umanoide era corredata da due trivelle e due razzi che potevano essere collocati sulla schiena o agganciati con calamita al posto degli arti o della testa. Un meccanismo a molla nell’avambraccio permetteva di lanciare i pugni o eventualmente la punta delle trivelle. Nell’addome era inoltre presente un meccanismo a molla che permetteva di scagliare un piccolo missile dalla punta arrotondata (richiamo anche questo al raggio protonico, l’arma finale di Jeeg e al missile centrale dei due Mazinga).
Le “action-figure” a forma di cavallo avevano invece la possibilità di sostituire le gambe con delle ruote che richiamavano alla memoria quelle delle bighe romane, di separare la testa dal corpo, oltre ad avere due lanciarazzi, con un meccanismo a molla, che potevano essere collegati sia ai lati del cavallo sia agli agganci magnetici e posizionati al posto degli arti della figura umanoide. Il personaggio in forma umanoide poteva inoltre inserirsi al posto della testa, per dare vita ad una specie di centauro.
La linea ebbe un grandissimo successo in tutto il mondo, a tal punto che perfino la Marvel, la nota casa editrice specializzata in comics che editava tra gli altri “Spiderman”, ne realizzò una serie a fumetti.
Oltre ai personaggi principali, la Mego produsse anche una quantità di articoli correlati, inclusi veicoli, basi e play-set e la Micronite, una sostanza gommosa (simile al pongo) venduta all’interno di un asteroide di plastica.
In Italia, la serie raggiunse il culmine della popolarità all’epoca dei personaggi Baron Karza e Force Commander (con le relative cavalcature Andromeda e Oberon) e la Gig, distributrice sia dei “Micronauti” che di altri prodotti Takara (come i “Transformers”) nel nostro paese, prese accordi con questa per produrre dei nuovi personaggi che vennero distribuiti quasi esclusivamente sul territorio italiano, come King Atlas e Green Baron (essenzialmente identici a Karza e Commander, con solo la forma della testa differente e uguale tra loro, rispettivamente di colore rosso e verde). Minore distribuzione ebbero invece successivi prodotti come Red Falcon, che aveva un maggiore numero di accessori e proponeva un corpo differente da quello degli altri modelli.
A metà degli anni Ottanta negli Stati Uniti tornarono sugli scaffali dei negozi alcuni dei “Micronauti” originali, ma con colori leggermente differenti, la riduzione delle parti metalliche (sostituite da una plastica non sempre di qualità elevata) e un nuovo nome “The Inter-Changeables”. La serie non aveva apparentemente nessun richiamo con quella precedente e anche i nomi dei personaggi vennero cambiati. Le vendite tuttavia non furono soddisfacenti e la serie venne chiusa dopo poco tempo. La Gig in Italia tentò un’operazione simile, limitata però alle sei sole “action-figure” stile Jeeg, mantenendo i legami con la vecchia serie: la linea infatti venne chiamata “Nuovi Micronauti” e i nomi dei personaggi non furono cambiati, a differenza dell’edizione statunitense.
Nel 2002 la Palisades Toy ripropose di nuovo i “Micronauti” sul mercato, sia in riedizioni fedeli a quelle originali sia con versioni ottenute dagli stessi stampi ma con colori differenti o in versione realizzata con plastica trasparente, tra cui una linea a tiratura ridotta di plastica dorata.
Cominciamo però dall’inizio, con i modelli della prima serie (1976) che comprendevano “action-figure”, veicoli e play-set. I primi personaggi furono: Time Traveler, Galactic Warrior, Space Glider e Acroyear. I mezzi comprendevano: Photon Sled, Ultronic Scooter, Crater Cruncher, Hydra, Galactic Cruiser, Hydro Copter e Biotron. I play-set, ovvero le basi e gli scenari su cui far muovere protagonisti e mezzi, erano: Mobile Exploration Lab, Astro Station, Microtron e Stratastation.
La seconda serie (1977) vedeva protagonisti: Pharoid (primo tipo, identico al Microman M16X Command 2della Takara), Pharoid (secondo tipo, lieve modifica della testa e cancellazione di un kanji presente sul tipo precedente) e Acroyear II. Alle “action-figure” tradizionali si aggiunsero stavolta anche quelle magnetiche, ovvero: Baron Karza, Force Commander, Andromeda (cavalcatura di Baron Karza) e Oberon (cavalcatura di Force Commander). I nuovi veicoli invece furono: Giant Acroyear, Neon Orbitor, Rhodium Orbitor, Thorium Orbitor, Aquatron e Battle Cruiser.
L’anno successivo giunse la terza serie (1978) che vedeva l’aggiunta di tre nuovi personaggi tradizionali (Galactic Defender, Nemesis e Phobos) e di nuovi mezzi (Star Searcher, Taurino, Solarion, Alpha Tron, Beta Tron e Gamma Tron), oltre al ritorno degli scenari (Microrail City, Interplanetary HQ, Galactic Command Center, Satellite Survey Station, Mega City e Carrio).
Nel 1979 venne proposta la quarta serie, con l’arrivo di nuove “action-figure” non magnetiche: Repto, Antron, Membros, Centaurus, Kronos, Lobros e Opaque Time Traveler. Si ampliò anche il catalogo dei veicoli con Hornetroid, Star Defender e Terraphant e quello dei play-set con Ampzilla, Lobstros, Sharkos e Rocket Tube.
La quinta serie (1980) venne prodotta principalmente per il mercato italiano e fu l’ultima in ordine di tempo e comprendeva solo dei nuovi personaggi magnetici: Emperor, Megas (cavalcatura di Emperor), King Atlas, Green Baron, Lantaurion (cavalcatura di King Atlas), Pegasus (cavalcatura di Green Baron) e Red Falcon.
Nel 1985 giunsero “The Inter-Changeables” la cui prima serie era composta dalle “action-figure” tradizionali Cosmo-Man (basato su Time Traveler) e Cosmic Warp Chamber (basato su Pharoid); dai personaggi magnetici Captain Cosmo (basato su Force Commander), Count Magno (basato su Baron Karza), Lord Meto (basato su Emperor), Cosmo Steed (basato su Oberon), Magna Steed (basato su Andromeda) e Metallion (basato su Megas); dai veicoli Cosmic Amphi-Copter (basato su Hydro Copter), C.I.R.E.S (basato su Giant Acroyear) e CosmoBot (basato su Biotron); e dagli scenari C.E.D.M (basato su Astro Station), C.I.T.S (basato su Stratastation), C.I.E.L (basato su Mobile Exploration Lab) e C.A.R.P (basato su Microtron).
La seconda serie di questi pseudo “Micronauti” (1986) presentava gli stessi modelli di quella precedente, ma con molte delle parti colorate sostituite in plastica color argento e senza quelle metalliche. Le uniche aggiunte furono quelle dei mezzi: arrivarono infatti Terrobot (basato sempre su Biotron) e Cosmic Attack Cruiser (basato su Battle Cruiser).
Il resto è sepolto nei meandri della nostra memoria!
26/06/2009, Davide Longoni