CONTRATTO PER VENDETTA

Infaticabile regista di corti a metà strada tra l’horror, il thriller, il fantastico e il noir, torna l’amico Stefano Simone con la sua ultima fatica, “Contratto per vendetta”, un film, dedicato all’amico recentemente scomparso Matteo D’Achille, denso di azione, adrenalina, colpi di scena e splatter quel tanto che basta per piacere a tutti. La storia ovviamente non ve la raccontiamo per non togliervi la sorpresa, ma sentiamo dalle parole dello stesso Stefano la genesi di questa suo nuova pellicola: “nell’estate 2007, mentre ultimavo il montaggio del mio ultimo film (“Lo Storpio”), mi capitò di leggere un piccolo racconto di appena sei pagine intitolato “Il contratto”. Rimasi molto colpito dall’assoluta semplicità della storia: un uomo che ripulisce la città in cambio di un compenso. Una serie di omicidi e nient’altro.
Inizialmente la trama mi sembrò un po’ povera; solo dopo alcuni mesi (passa sempre del tempo dalla lettura del racconto alla stesura della sceneggiatura dei miei film, in modo tale che le cose superflue vadano via da sole) mi resi conto che quella storia avrebbe funzionato solo se il fine fosse stato uno solo: mettere in evidenza con assoluto realismo una serie di violenti omicidi compiuti da un “giustiziere moderno”, al fine di ripulire il paese da quattro gangster, portati a due nel film.
Così scrissi la sceneggiatura di getto; impiegai circa due settimane prima di stendere la stesura definitiva, apportando diverse modifiche. Infatti, inizialmente il film era stato concepito come un vero e proprio western; solo dopo decisi di trasformarlo in un “noir metropolitano” che, tra l’altro, è un genere le cui radici nascono proprio dal western.
Nella pellicola si possono notare diverse citazioni a registi come William Friedkin e Don Siegel, altri due autori che mi influenzano non poco (“Fuga da Alcatraz” e “Vivere e morire a Los Angeles” sono due dei miei film preferiti in assoluto). Riprese e montaggio sono durati in tutto due mesi e il corto è stato girato tra Torino, Neive, Collegno e Pinerolo”.
Il risultato è sicuramente eccellente: le ambientazioni sono perfette, le musiche che fanno da sottofondo riescono a sottolineare con precisione ogni azione, gli effetti speciali sono curatissimi e gli attori si muovono bene nel terreno preparato loro da Stefano, che continua a parlarci della lavorazione raccontandoci un aneddoto: “Era domenica pomeriggio e dovevamo girare il dialogo nell’ascensore e poi tutta la lotta con l’omicidio finale del gangster. Avevamo solo due ore di tempo! Primo, perché era ancora inverno e verso le 17 il sole cominciava già a calare, e a me serviva la luce naturale. Secondo, perché Emanuele (Enrico, lo stesso che ha interpretato lo storpio nel mio omonimo film) doveva stare in teatro per uno spettacolo entro le 18; e non poteva assolutamente mancare!
Così, sul set, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cominciato subito a girare. Fortunatamente non avevo bisogno dell’inquadratura totale nel dialogo e i primi piani di Enrico già li avevo girati un altro giorno. Insomma, nel giro di mezz’ora il dialogo era finito! Restava la lotta! La parte più difficile, che mediamente porta via quattro ore di riprese per un minuto sullo schermo! Senza aver fatto neanche un giorno di prova! In più, mi sono accorto che il set era diverso da come lo ricordavo! Perciò gli storyboards (che sono di notevole importanza in queste scene) in pratica non servivano a niente! Dovevamo improvvisare quasi tutto!
Ero disperato! Cercando di essere il più tranquillo possibile, dissi all’operatore: “Allora; giriamo prima Jack (Giacomo Gennaro) di quinta e Lele a favore in mezza figura. Poi controcampo. Pistola. Coltello. Coltello nel polpaccio. Pugno. Primi piani. Fegatelli (inquadrature di riserva) e omicidio. Cominciamo!” Jack si gira, mi guarda e chiede: “…e tutto questo con una telecamera?” Ed io: “Se Spielberg ha improvvisato una lotta di tre minuti girandola in due giorni (la lotta sul nastro-trasportatore tra Harrison Ford e l’energumeno in “Indiana Jones e il tempio maledetto”), penso che in un’ora e mezza posso improvvisarne io una! Tu pensa a morire! Non fare domande!”
Abbiamo girato di continuo tutta la lotta, non abbiamo ripetuto neanche un ciak e abbiamo terminato il tutto entro le 17!
Sinceramente non so neanch’io come ci riuscii; Jack mi disse: “Come hai fatto?” Io: “Certe volte ricordo questa frase (e, a dire il vero, non ricordo neanche chi me l’abbia detta): “quando ci sono problemi, non pensare! Gira! Quello che hai lo monti! Magari all’inizio sembrerà poco, ma poi nell’editing finale ti accorgerai che c’è sempre qualcosa di troppo!”
Personalmente sono d’accordo solo per la prima parte; perché se non avessi girato la lotta, o l’omicidio, avrei dovuto stravolgere tutto il film! Ma questo ho preferito non dirlo agli attori!”.
Meglio così, almeno ora abbiamo proprio un bel film da guardare! Grazie Stefano!
Per concludere, eccovi una breve scheda della pellicola.
CONTRATTO PER VENDETTA
Italia, 2008, col., 24’
Regia: Stefano Simone
Interpreti: Emanuele Enrico, Andrea Valenza, Giacomo Gennaro, Beppe Turletti, Fabiola Mancino, Vanessa Capilli, Roberta Rava, Marco Da Rold, Antonio Guerra, Alessio Oliviero, Federica Castagno
Sceneggiatura: Stefano Simone con la collaborazione di Mariangela Simone, ispirato ad un racconto di Lawrence Block
Musiche: Niko Rubini
Montaggio: Stefano Simone
Formato: 16:9 widescreen (1.78:1)
Genere: Noir

05/06/2008, Davide Longoni