VIAGGIO A STONEHENGE E GLASTOMBURY

La costruzione di Stonehenge iniziò nel Neolitico, intorno al 3000 a.C., e fu terminata nell’età del Bronzo.
Il complesso centrale aveva due ingressi di cui, il principale, era orientato verso l’orizzonte, in modo da catturare l’alba di Mezza Estate.
Tutt’intorno al complesso centrale, c’era un altro grande circolo di pietre che lo circondava.
Durante gli scavi sono state trovate tracce di cremazioni che furono effettuate in questo luogo.
Durante la costruzione, intorno al 2550 a.C., furono piazzate due grandi pietre megalitiche ai lati dell’ingresso rivolto a nord-est, e un altro paio fra queste e il fossato che circondava l’insieme; in questo periodo fu costruito anche un viale che univa il complesso centrale al fiume Avon, e che oggi è chiamato Avon Avenue, non più visibile.
Molte delle pietre megalitiche con cui Stonehenge fu costruito, furono prese nel Galles, su alcune colline chiamate Preseli Hills
Nel 14° secolo si pensava che Stonehenge fosse stato costruito da Merlino il mago e che egli avesse portato le pietre dall’Irlanda, prima della guerra fra Britanni e Sassoni; i Britanni furono massacrati ma, un uomo di nome Aurelio Ambrosio, re dei Britanni, tornò dall’esilio e li aiutò a battere i Sassoni.
Aurelio avrebbe deciso di costruire un memoriale dove tanti uomini erano stati uccisi, così Merlino avrebbe suggerito di ricostruire il Tempio Irlandese in Bretagna.
Nel 12° secolo, in seguito alla diffusione dello scritto “History of the Kings of Britain”, Stonehenge fu chiamata “Anello dei Giganti”, Giant’s Ring, perché si pensava fosse stata costruita da Giganti. Tale diceria fu avvallata dal ritrovamento di alcuni utensili così grandi che potevano essere appartenuti soltanto a dei giganti; si pensava inoltre che le pietre avessero delle capacità guaritrici, soprattutto l’acqua versata su di esse e con la quale si preparavano medicine a base di erbe,
Tutt’intorno a Stonehenge, fra il Neolitico e l’età del Bronzo, furono costruiti dei Tumuli che erano dei monumenti funerari e in cui sono stati trovati molti scheletri umani.
Luogo fantastico Stonehenge, nonostante sia strettamente recintato e sorvegliato: è un posto denso di magia, stupefacente come siamo abituati a conoscerlo dalle cartoline, maestoso imponente sorprendente; l’unica cosa che un po’ mi è mancata, è l’impossibilità di toccare le pietre, quel vibrare sottile delle energie che sempre si avverte a questo contatto con ciò che è stato antico.
Ci siamo andati poco prima del tramonto, anche se non era una bella giornata, ma alla fine il cielo si è aperto concedendoci una buona vista del circolo di pietre battuto dalla luce dell’ultimo sole.
Come tutti sapete, il mistero di Stonehenge non è stato ancora del tutto svelato: nei campi tutt’intorno sono stati fatti dei sopralluoghi, e sono state trovate tracce di fossati che gli erano stati scavati intorno, anche a una certa distanza; tali fossati si presuppone siano dei luoghi dove i fulmini cadevano più spesso e, per questo motivo, considerati come luoghi dove massimamente si accumulavano le energie degli elementi.
Resta ancora da capire se era un luogo di culto o un osservatorio astronomico, io propendo per quest’ultima ipotesi, quando vi scriverò di Avebury capirete il perché, ma potrebbero aver avuto anche entrambe le funzioni contemporaneamente.
Un luogo da visitare prima della chiusura, di sera, sperando di non trovare troppi turisti: per quel che riguarda il mio viaggio, la collina su cui sorge era battuta da un vento diabolico e gelido.
Resta da chiedersi: all’epoca in cui fu costruito, la collina su cui sorge era come adesso, non ci sono alberi, oppure il luogo era coperto da foreste? Io protendo per la prima ipotesi, erano luoghi che si dovevano vedere da ogni parte, dei punti di riferimento, mi riesce difficile credere che fossero nascosti in mezzo a una foresta.
Questa che oggi appare come una collina, in cima alla quale c’è la torre di un’antica chiesa medioevale, narra la leggenda che, un tempo, fosse la mitica Avalon.
Allora la zona era un’immensa palude da cui si ergeva proprio quest’isola, sede di magia, druidi e sacerdotesse, e in cui fu trasportato Artù, alla sua morte, da una barca magica.
Che sia mito o realtà non fa differenza, l’importante è che, ancor oggi, questi luoghi ci facciano sognare e immaginare le storie che accompagneranno la nostra vita.
Una buona parte dell’opera e dei personaggi della scrittrice Marion Zimmer Bladley ha girato intorno al mito di quest’isola, aggiungendo del suo alla leggenda.
E ora parliamo un poco Glastombury.
Un villaggio minuscolo in cui, come unica altra attrattiva, c’è la cattedrale e un museo rurale, ma di importanza notevole ormai da decenni poiché elevato a capitale spirituale di un modo di vivere diverso e alternativo.
Potremmo definirlo New Age, o dei figli dei fiori, o ancora degli Hippy, sta di fatto che, ancor oggi, non solo è meta di pellegrinaggio, ma vi si trovano anche molte comunità di giovani e meno giovani che cercano di vivere in modo alternativo e più vicini a se stessi e alla natura.
Io li ho incontrati, di tutte le età, forse d’aspetto inconsueto e idealisti, ma simbolo del fatto che esiste ancora qualcuno che crede nel fatto che si possa vivere in modo meno consumistico.

Cosa vendono a Glastombury? Musica celtica, new age e splendidi scacciapensieri, di quelli che fanno dlin dlin con il vento emettendo armonie splendide.

28/04/2008, Lidia Petrulli