 E’ uscito il nuovo numero di “Terre di Confine” (vedere nella sezione link), rivista telematica gratuita dedicata alla fantascienza, al fantastico e agli anime: l’ottavo appuntamento è dedicato a “Dinosauri e Draghi”. Tra i tanti argomenti trattati segnaliamo la presenza di parecchi racconti fantasy e di fantascienza, corti e documentari dedicati all’argomento, schede cinematografiche molto interessanti (tra cui la trilogia di “Jurassic Park”, “Lake Placid”, “Il regno del fuoco”, “Eragon”, “Godzilla” e altri ancora), un dossier scientifico sui bestioni che ci hanno preceduto, un excursus sui draghi, un capitolo su “Dungeons & Dragons”, articoli dedicati alle serie televisive giapponesi “Space robot”, “Gaiking”, “I cieli di Escaflowne” ed altro ancora.
E’ uscito il nuovo numero di “Terre di Confine” (vedere nella sezione link), rivista telematica gratuita dedicata alla fantascienza, al fantastico e agli anime: l’ottavo appuntamento è dedicato a “Dinosauri e Draghi”. Tra i tanti argomenti trattati segnaliamo la presenza di parecchi racconti fantasy e di fantascienza, corti e documentari dedicati all’argomento, schede cinematografiche molto interessanti (tra cui la trilogia di “Jurassic Park”, “Lake Placid”, “Il regno del fuoco”, “Eragon”, “Godzilla” e altri ancora), un dossier scientifico sui bestioni che ci hanno preceduto, un excursus sui draghi, un capitolo su “Dungeons & Dragons”, articoli dedicati alle serie televisive giapponesi “Space robot”, “Gaiking”, “I cieli di Escaflowne” ed altro ancora.Speriamo di lasciarvi con la curiosità di andare a sbirciare il numero di marzo 2008 di “Terre di Confine” riportandovi l’interessante editoriale scritto da Massimo De Faveri.
Molti ritengono che, se i dinosauri non si fossero estinti in modo così misterioso e repentino una sessantina di milioni di anni fa, oggi sarebbero loro a scrivere questa rivista. O a produrre film, magari dal titolo “Neogene Park”.    
Al di là dell’interesse scientifico, queste creature – e prima di loro i draghi, che dei dinosauri sono stati precursori mitologici e oggi corrispettivi fantasy – sono riusciti a esercitare un’attrattiva enorme sull’immaginario collettivo. L’epoca dei dinosauri costituisce infatti il primo e unico pianeta alieno, vivo, su cui l’uomo abbia potuto davvero gettare uno sguardo: un mondo selvaggio popolato da animali di dimensioni inconcepibili, alcuni dei quali di aspetto tanto feroce da rappresentare la quintessenza dell’inumano. 
A proposito di inumano… Svelata ormai la vastità spaziale e temporale che lo circonda, è relativamente facile per l’uomo moderno porsi come lume intellettuale la transitorietà e l’estrema circoscrizione della propria presenza nel cosmo. Ma, metabolizzato per questa via, il concetto in realtà gli rimane lontano e vago; lo tocca solo in superficie. Tutt’altro effetto, invece, gli fa il constatare che proprio qui, a casa sua sulla Terra, sono intercorsi periodi meravigliosamente progettati, complessi, vitali e coerenti, in cui però la sua presenza non era contemplata; periodi centinaia di volte più lunghi dell’intera storia del genere homo.
E questa è un’immagine molto più diretta e assimilabile: ci fornisce un’immediata scala delle nostre dimensioni; perché parlare dei miliardi di anni di età dell’Universo, o di possibili forme di vita su stelle lontane o in altre galassie, ci lascia tutto sommato indifferenti, ma, appena abbassiamo a misura d’uomo la soglia dell’inimmaginabile, ecco che lo stupore rompe gli argini.
Forse è accaduto questo nel 1993, quando uscì nelle sale il Jurassic Park di Michael Crichton e Steven Spielberg, e i dinosauri rinverdirono un fenomeno di merchandising che resiste tuttora: difficile trovare qualcuno, oggi, che non abbia mai sentito nominare un T-Rex o un Velociraptor.
È dunque con un mai estinto sense of wonder che proponiamo, come ottava uscita di TdC, un numero quasi completamente dedicato ai dinosauri e ai draghi. Cercheremo  di introdurre in modo snello ma – ci auguriamo – interessante gli aspetti scientifici e mitologici di questi temi, proponendo poi, come di consueto, varie opere rappresentative, corredate con illustrazioni gentilmente donateci in uso da splendidi illustratori.
Tornando infine a quel “Neogene Park”, considerata la blanda inerzia con cui l’umanità si dispone a risolvere i problemi autoinferti, non è detto che una pellicola del genere non possa ancora venire girata, tra 65 milioni di anni, magari dagli scarafaggi. Del resto – e i dinosauri ce lo insegnano – sappiamo bene di cosa può essere capace Madre Natura quando gli prendono i cinque minuti (geologicamente parlando), e non vorremmo mai un bel giorno sentirci dire – come accadde ai dinosauri – “grazie, avanti il prossimo”.29/03/2008, Davide Longoni
							





























