IL PIANETA DELLE SCIMMIE

SCHEDA TECNICA
Titolo originale: The Planet of the Apes
Anno: 1967
Regia: Franklin J. Schaffner
Soggetto: dal romanzo omonimo di Pierre Boulle
Sceneggiatura: Rod Serling e Michael Wilson
Direttore della fotografia: Leon Shamroy
Montaggio: Marion Rothman e Hugh Fowler
Musica: Jerry Goldsmith
Effetti speciali: Art Cruishanck, L.B. Abbott, John Chambers e Emil Kosa
Produzione: Arthur P. Jacobs e Mort Abrahms
Origine: USA
Durata: 1h e 50’
 
CAST
Charlton Heston, Roddy McDowall, Kim Hunter, Maurice Evans, James Whitmore, Linda Harrison, Lou Wagner, Jeff Burton, Robert Gunner, George P. Wilbur
 
TRAMA
1970. Un’astronave americana in volo nel cosmo, con lo scopo di verificare la teoria spaziotempo del dottor Hesslein, subisce un guasto e precipita su un pianeta sconosciuto. I tre astronauti superstiti, George Taylor, Landon e Dodge si trovano in un luogo deserto e senza vita, perduti nel tempo e nello spazio (il timer di bordo segnava l’anno 3955 in corso sulla Terra). Giunti in un’oasi rinvengono una tribù di esseri umani primitivi, privi di parola. Ma grande è il loro stupore quando s’imbattono in scimmie antropomorfe evolute e parlanti, impegnate in una feroce caccia all’uomo. Dodge viene ucciso, Landon catturato e Taylor ferito alla gola. Quest’ultimo viene portato al villaggio dei primati e sottoposto ad esami medici da parte della scimpanzè-scienziata Zyra, le cui teorie evolutive sono in contrasto con quelle dell’oscurantista orangutan dottor Zaius, che odia e disprezza i selvaggi uomini. Taylor cerca in ogni modo di comunicare con Zyra, per farle capire che lui è una creatura intelligente, ma la ferita gli impedisce di parlare. Con un trucco riesce a scrivere il proprio nome su un taccuino e Zyra, strabiliata, lo conduce dal fidanzato dottor Cornelius, impegnato in eretiche teorie che vedrebbero l’uomo come antenato delle scimmie. Taylor spiega di venire da un altro mondo in cui l’evoluzione si è manifestata a rovescio ma l’irruzione di Zaius lo costringe al silenzio. Minacciato di castrazione per il suo comportamento ribelle Taylor riesce a fuggire ma ricatturato dai gorilla subisce un processo in cui viene definito un “mutante” umano, comunque privo del dono dell’intelletto. Solo Zaius sa che Taylor è esattamente chi dice di essere, poiché ha già fatto lobotomizzare Landon e sa che la scimmia in qualche modo discende dall’uomo, creatura feroce ed ostile, pericolo ambulante per la nuova società scimmiesca. Zaius promette salva la vita a Taylor se questi si comporterà da selvaggio, onde non portare il caos tra le scimmie, ma l’uomo rifiuta. Con l’aiuto di Cornelius e Zyra evade assieme alla compagna Nova e si dirige nella Zona Proibita, dove è caduta l’astronave. Qui Cornelius ha scoperto una grotta che testimonierebbe, dai reperti rinvenuti, che una societa umana tecnologicamente avanzata ha preceduto quella scimmiesca, finendo con l’autodistruggersi in un conflitto atomico. Zaius raggiunge i fuggitivi, è costretto da Taylor a prendere atto della verità incredibile ma decide di distruggere la caverna, cancellando ogni prova del fatto. Taylor, lasciati Cornelius e Zyra, si inoltra con Nova nella Zona Proibita, finendo col fare un’allucinante scoperta: i resti della Statua della Libertà giacciono su una spiaggia deserta, l’astronave, dopo aver infranto la barriera spazio-tempo, è ricaduta sulla Terra del futuro devastata dalle esplosioni nucleari.
 
NOTE

Ancora prima di “2001: odissea nello spazio”, gli anni d’oro della SF cinematografica devono i loro fasti migliori a questo indimenticabile film tratto dal romanzo di Pierre Boulle (molto diverso dalla pellicola: nel libro gli astronauti raggiungono davvero un altro pianeta, Soror, in cui le scimmie sono a capo di tutto, possiedono città, aerei, automobili e l’uomo è considerato un animale domestico. Il protagonista, dopo aver dimostrato che esse discendono dall’uomo, fugge con un’astronave solo per scoprire che nel frattempo le scimmie si sono diffuse in tutto l’universo, Terra compresa). Rod Serling, geniale creatore del serial TV “Ai confini della realtà” qui in veste di sceneggiatore, effettua drastici cambiamenti nella storia, immaginando per le scimmie un arcaico mondo pre-tecnologico e collocando la vicenda nel futuro, onde evitare che il lato parodico prendesse il sopravvento nella trama. Uno degli esempi più brillanti di fanta-sociologia (sviluppato in maniera interessante anche nei quattro sequel), con un personaggio simile ad un anti-eroe cinico e pessimista riguardo la natura dell’uomo (celebre l’anatema che Taylor scaglia contro la razza umana ai piedi della Statua della Libertà), che scoprirà a sue spese, lui che cerca nell’universo qualcosa di migliore dell’uomo, come la natura umana nei suoi aspetti più negativi sia profondamente radicata anche nella nuova società scimmiesca. Gli attori celati dalle splendide maschere di John Chambers offrono grandi caratterizzazioni, assolutamente serie e drammatiche, affatto ridicole. Le sequenze nel deserto sono state girate nello Utah, in Arizona, al National Park e presso il lago Powell mentre la solitaria spiaggia finale si trova a Point Dume, presso Malibù (California). Grande successo in tutto il mondo, confermato nei sequel della saga e nel serial TV di 14 puntate. Nel 2001 Tim Burton gira il remake “Planet of the Apes”, discostandosi dalle trame di Boulle e Serling.

14/12/2007, Michele Tetro