SACRIFICIO AGLI DEI – DUE STORIE D’AMORE…

-Ti amo, Lasye- Abner, il giovane umano disse, fissando la sua bellissima ragazza, appoggiata languidamente alla parete di legno della casupola dal tetto di paglia, sita nelle vicinanze del confine del villaggio.

-Anch’io- rispose con voce suadente lei.

-Non voglio che tu muoia!- esclamò Abner, i suoi occhi verdi velati da vun’ombra di dolore e sconforto.

-Ma non può essere evitato, purtroppo, mio caro… E’ la volontà degli dei…-ribatté la ragazza, scuotendo la sua lunga chioma bianca come la neve.

-Ci sarà senz’altro qualcosa che possiamo fare!- insistette lui, con amarezza  mista a ira nella sua voce. Abner era sempre stato il più emotivo e risoluto dei due, una specie di testa calda in confronto alla calma e all’imperturbabilità della sua fidanzata Elfa che sembrava quasi sovrannaturale talvolta.

-Eppure non c’è…- -Potremmo lasciare per sempre questo posto e cominciare una nuova vita da qualche altra parte…” -Ma  questo non aiuterebbe il nostro villaggio: la sua popolazione morirebbe  comunque, così come i nostri amici, i parenti e tutti coloro che conosciamo! E’  proprio ciò che vuoi?-

-No, non lo è- replicò il ragazzo, abbassando il volto triste. -Ma è una cosa troppo dura da sopportare, lo capisci…-

-Nessuno può capirlo meglio di me- fece lei, un’espressione pacata sui suoi lineamenti fini e delicati- Ad ogni modo, è per il bene degli abitanti di Yuast, non c’è dubbio…” -Assolutamente no!- Lasye lo guardò per alcuni momenti, senza parlare, accarezzando i suoi capelli  neri. Gli Elfi erano molto magri, simili agli umani per corporatura, in generale, ma decisamente più aggraziati. Le Elfe, poi, erano bellissime e molto sensuali, nonostante gli abiti formali e molto poco femminili che indossavano comunemente. Le loro facce potevano sembrare imperscrutabili e aliene, a volte, sebbene Abner avesse ormai da tempo appreso a comprendere i loro pensieri reconditi. -Preferiresti far adirare gli dei? Lasceresti che uccidessero il nostro bestiame, che annientassero le coltivazioni e facessero morire di fame i fanciulli, così come tutti gli anziani che vivono qui?-

-No, certo che no, non potrei mai! Però…-

-…però non c’è proprio alcun altro modo… il prete ce lo ha confermato molte volte. Dobbiamo fare esattamente come ci ha ordinato. Io stessa sono tenuta a seguire il percorso che tutte le altre giovani Elfe dai capelli bianchi hanno dovuto compiere prima di me…-

-Sono così sconvolto, così disperato…- il ragazzo esclamò, cominciando a piangere. Non era un atteggiamento appropriato per qualcuno che sarebbe dovuto diventare un giorno un membro della soldatesca cittadina, lo sapeva bene, eppure non vi era nulla che potesse fare per impedirlo. -E’ per il bene di tutti loro- aggiunse lei, baciandolo e reclinando lentamente la fronte pallida su quella del suo ragazzo.

Le lacrime di  Abner continuarono a lungo.

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Il giorno seguente, l’intera popolazione di Yuast si radunò davanti alle porte di pietra levigata del Tempio degli Dei che sorgeva esattamente nel centro del villaggio. C’era parecchia concitazione, come avveniva sempre durante lo svolgimento di tali riti terribili, e un gruppo di giovani conoscenti e amici stava  circondando e trattenendo Abner — che aveva voluto essere presente a ogni costo — nel caso il ragazzo non fosse riuscito a controllarsi e avesse perso la  propria compostezza nel corso della cerimonia religiosa.

Con indosso la lunga veste rosso e blu, il prete lasciò la propria residenza, incedendo lentamente fra due ali di folla, seguendo il percorso tracciato dalle  pietre pitturate di arancione innanzi a sé. Giunto alla sua conclusione, salì per la scalinata che conduceva al pavimento rialzato del Tempio.

Lasye già si trovava distesa sul simbolo antico intagliato nella roccia, silenziosa e in attesa. L’uomo raggiunse il punto in cui si trovava l’Elfa e impugnò saldamente il coltello ricurvo, calandolo con un colpo deciso nel petto della ragazza dall’alto. Il sangue della giovane si sparse velocemente per tutto l’abito rituale di colore nero che aveva indosso, mentre lei esalava il suo  ultimo respiro. Un urlo terribile si levò fino al cielo, squarciando la  solennità che sembrava  attorniare ogni cosa, all’improvviso. Si trattava di Abner che aveva ceduto infine alla sua profonda disperazione.

Ma ormai tutto era compiuto.

Il prete si allontanò dalla pietra sacrificale e prese a scendere lentamente giù  dai gradini, passando attraverso gli abitanti del villaggio che erano assiepati tutt’attorno. I suoi occhi non osarono incrociare lo sguardo di Abner. L’uomo si sentiva molto triste per ciò che aveva fatto, ma sapeva di non aver avuto alcuna scelta, ovviamente. A causa della profezia che gli era stata rivelata più  di vent’anni prima, era perfettamente consapevole di quali sarebbero state le conseguenze se non avesse agito in quel modo.

Di fatto, quell’uccisione non risultava necessaria per la salvezza del villaggio di  Yuast. Indiscutibilmente. In base alla profezia (che solo lui e la sua consorte conoscevano per intero) il giorno in cui una giovane Elfa dalla chioma bianca avesse raggiunto l’età di 14  anni, la sua stessa moglie sarebbe morta di colpo. Ed era inoltre stato rivelato loro che quella stessa giovane ragazza sarebbe divenuta la nuova consorte del prete, con cui lui stesso avrebbe dovuto condividere il suo potere di visione del futuro per il resto della sua esistenza. Ma l’uomo amava moltissimo sua moglie e non avrebbe mai potuto permettere che una tale circostanza si verificasse per davvero, non voleva che la sua donna morisse a causa di tutto ciò che era stato predetto.

Vi erano così tanti Elfi che vivevano pacificamente fra loro nel villaggio, sin da quando molti di loro si erano lasciati alle spalle il loro luogo di nascita, stabilendosi definitivamente fra gli umani di Yuast, non molto lontano dalla  sconfinata Foresta Immortale da cui la specie degli Elfi proveniva.

Era quello il motivo per cui vi erano così tanti Elfi fra di loro e tale fatto aveva notevolmente incrementato la probabilità che qualche giovane dai capelli bianchi nascesse nel villaggio, sebbene ciò avvenisse normalmente molto di rado fra i membri di quella razza molto antica. Forse la causa erano i frequenti matrimoni che si verificavano fra i membri delle due popolazioni, chi poteva dirlo con certezza?

O forse era semplicemente la stessa profezia che non accettava di essere aggirata così facilmente, dopotutto!

Layse era già la terza giovane Elfa dai capelli bianchi che era nata a Yuast e che lui stesso aveva dovuto sacrificare prima che raggiungesse i 14 anni, con il pretesto apparente di calmare gli dei. La vera ragione era molto diversa, ovviamente, ma nessun altro poteva saperlo a parte il prete stesso e sua moglie. Anche la sua donna l’amava moltissimo, e dunque comprendeva il suo metodo crudele, e tuttavia non sarebbe mai stata capace di compiere quel gesto di persona, neanche per salvare se stessa, dato che in passato si era sempre dedicata a preservare la vita altrui. Come che fosse, quel giovane sfortunato, Abner, non avrebbe mai potuto  vivere felicemente con quella ragazza Elfa… E  d’altra parte, la moglie del prete non avrebbe mai accettato il fatto che suo marito sposasse quella giovane Elfa  subito dopo la sua morte.

Ovviamente, tutte le ragazze sacrificate nel corso degli anni avrebbero visto la cosa da un punto di vista molto diverso da quello del prete: ma non era mai stato consentito loro di dire come la pensavano fino a oggi…

Sergio Palumbo