ERZSEBETH BATHORY – SANGUE E PERFEZIONE

Ecco un altro gradito ritorno letterario, quello di Simona Gervasone, giunta così al suo terzo libro, dopo "La sesta era" e "Il trafficante di destini": stavolta la scrittrice piemontese pubblica per le Edizioni 0111 la sua nuova fatica, intitolata “Erzsébeth Bàthotry – Sangue e perfezione” (220 pagine; 13,90 euro).
Leggiamo la sinossi direttamente scritta dall’autrice. “Questo romanzo narra la storia di Erzsebeth Bathory, a partire dall’anno 1597, quando ha già 37 anni.
Erzsebeth, con il passare degli anni, comincia a notare sul proprio volto i segni inarrestabili del tempo e non ammette che il suo futuro possa riservarle il deterioramento naturale che affligge ogni essere umano. Ha dentro di sé un’aggressività che non riesce a gestire e il fatto di essere una donna potente le da i mezzi per arrivare a compiere inumane torture ed efferate uccisioni. È una donna profondamente sensuale e con il suo fascino riesce ad ammaliare uomini e donne senza distinzione.
Fin da ragazzina dimostra un carattere crudele e forte. Forse dipende dal suo essere figlia di due cugini. Forse ha un’origine genetica. Il matrimonio con Ferencz Nadasdy darà il via ad anni di fastidioso "apprendistato" presso la futura suocera Orsolya, che s’impegna affinché la giovane diventi la migliore tra le mogli. In questi anni, Erzsebeth mal sopporta di essere continuamente controllata e di non poter sfogare i suoi istinti. In questo periodo si getterà tra le braccia di un uomo affascinante e riuscirà a non farsi scoprire da Orsolya.
Ma è dopo il matrimonio che Erzsebeth comprende tutto il potere di cui dispone.
Basta uno spillo mal appuntato sull’abito perché la sarta colpevole venga punita nei modi più bizzarri e crudeli.
Ferencz torna di rado al castello di Csejthe e nonostante sia a conoscenza di alcune abitudini di sua moglie, non sa fino a che punto si spingano le punizioni e le torture. La ama con tutto se stesso. Ama la sua decisione, il suo portamento fiero, la sua aria misteriosa e la sua incredibile carica erotica.
Sono due le persone che sospettano di lei: Jànos Ponnikenus (pastore di Csejthe) e Emerich Megyery (tutore del figlio di Erzsebeth).
Megyery aiuterà una giovane a fuggire e vedrà con i propri occhi lo scempio del cadavere di una giovane serva. Da quel momento giurerà guerra alla contessa e una volta trovato un appiglio, svelerà i fatti di cui è stato testimone allo stesso re.
Ponnikenus dal canto suo, è terrorizzato da Erzsebeth, ma non può chiudere gli occhi di fronte ai continui funerali notturni.
Ciò che però lo spingerà a indagare più a fondo, sarà la morte di Ilona Harczy, giovane voce del coro della chiesa per cui provava un tenero affetto.
Ilona muore dopo aver suscitato la gelosia di Erzsebeth. Nessuna può essere più ammirata di lei alla corte viennese, dove si reca spesso per presenziare agli appuntamenti mondani, per comprare filtri magici e per discorrere di occulto con re Rodolfo.
A quel punto Ponnikenus non potrà fare a meno di leggere la vecchia missiva lasciatagli dal suo predecessore Andràs Berthoni e che fino ad allora non aveva voluto nemmeno prendere in considerazione.
La missiva contiene le indicazioni per poter giungere a una cripta dove sono contenuti i corpi delle giovani uccise dalla contessa quando Andràs era pastore di Csejthe.
Ponnikenus rimarrà sconvolto da ciò che vedrà e finalmente comprenderà che quel che si sente dire sul conto della contessa non è solo pettegolezzo.
Erzsebeth continua indisturbata a torturare e uccidere, ma avviene anche il suo avvicinamento alla stregoneria, per mezzo di Darvulia che la inizierà ai piaceri della morte.
Nei bagni di sangue cercherà il segreto dell’eterna bellezza; nel grasso degli animali cercherà il rimedio per mantenere la pelle morbida e protetta; nei cataplasmi di belladonna cercherà la cura per una pelle sempre più bianca.
Solo una serva riuscirà a suscitare l’interesse della contessa e ne diverrà l’amante. Si tratta di Vanka; giovanissima contadina dall’aria misteriosa quanto lei. La conquistano i suoi capelli di un rosso brillante e i suoi occhi profondi, dove le pare di rivedere se stessa.
Darvulia non ammette che questa serva goda di tanti favori e s’ingegna per spingere la contessa a sacrificarla. La spingerà a credere che sia una pericolosa strega e che il suo sacrificio potrebbe portarle un immenso giovamento. Da quel momento qualcosa si spezza una volta di più dentro Erzsebeth e nulla la trattiene dal mettere in atto le torture più fantasiose.
Accade però che re Rodolfo abdichi a favore del fratello Mattia, fervente cattolico e per nulla incline all’occulto.
Da quel momento in avanti, i pettegolezzi sulla contessa si faranno sempre più insistenti e arriveranno alle orecchie di re Mattia e del Palatino Thurzò (cugino di Erzsebeth), ma non sarà questo a fermarla.
Nulla può fermare le stragi giornaliere, la ricerca della perfezione e del potere assoluto sulla vita e sulla morte. Con l’aiuto di Darvulia, Dorkò, Jo Ilona,  Kata e Fizckò, ucciderà più di 600 giovani, ne berrà il sangue, vi farà il bagno, darà vita a incantesimi, tenterà di togliere di mezzo i suoi nemici…
Ma è con l’arrivo di Erza Majorova che inizia il vero declino.
Erza la spinge a sacrificare giovani vergini di nobile estrazione per poter beneficiare di un sangue più puro. Presto queste morti insospettiranno re Mattia e il Palatino e inizierà una vera e propria indagine, capeggiata dal nemico di sempre: Megyery il rosso.
Erzsebeth non si darà per vinta nemmeno quando si vedrà con le spalle al muro.
Insieme a Erza Majorova andrà incontro al maligno, darà vita a riti e trappole avvelenate per eliminare i suoi nemici. Prima tenterà di avvelenare Ponnikenus e poi addirittura il re. Entrambi si salveranno; Ponnikenus grazie al suo sospetto e re Mattia, grazie all’intervento di Doricza, domestica alle dipendenze della contessa.
Con il passare degli anni, Erzsebeth da sempre più l’impressione di aver totalmente perso la ragione, di essere inquieta, angosciata, sola e lontana dal mondo che la circonda.
Neppure le aperte accuse formulate da Thurzò, riusciranno a farla confessare.
Neppure la condanna a morte dei suoi accoliti riuscirà a farla sentire persa.
Nemmeno la sua condanna al carcere a vita le toglie il sogno di vivere in eterno con la sua bellezza intatta… e forse la morte le darà quello che sempre ha cercato in vita".
Pubblichiamo invece ora di seguito la prefazione che il sottoscritto ha realizzato appositamente per questo libro: “Parlare di horror, tanto in letteratura quanto al cinema, spesso e volentieri evoca nell’immaginario collettivo figure irreali che popolano più le antiche tradizioni o i nostri peggiori incubi che non la vita reale.
Ma quando è la realtà a superare la fantasia, quando una leggenda affonda le proprie radici in fatti storici documentati, ecco che il discorso prende tutta un’altra piega e si intuisce che, alla base di “certe storie”, esiste sempre un fondo di verità.
Uno degli esempi più classici è quello dei vampiri, esseri votati al Male che si aggirano nella notte assetati di sangue e che rimandano a certi miti dell’antichità come quello delle lamie: una delle rappresentazioni più moderne di questo archetipo è quella del nobile, o della nobile, che di giorno si comporta in maniera affabile e gentile e che di notte si trasforma nel terrore dei suoi concittadini. Questo modello prende la propria origine da personaggi realmente esistiti che hanno saputo creare e ritagliare intorno alla propria figura una sapiente miscela di arcano mistero leggendario e macabra e sanguinaria realtà.
E’ il caso del conte Dracula, ispirato a un aristocratico rumeno noto per la sua fama di “impalatore dei nemici” che portava il nome di Drakul.
E’ il caso della contessa ungherese Bathory, soprannominata in epoca più recente e non a caso, “Contessa Dracula”.
E’ il caso, raccontato con sapiente maestria, del nuovo romanzo di Simona Gervasone, eclettica scrittrice del fantastico in grado di passare da un genere all’altro con un’agilità di stile e linguaggio senza pari, riuscendo sempre a trasmetterci il cuore pulsante dei suoi protagonisti, siano essi buoni o malvagi. Anche stavolta, con la storia delle contessa Bathory e della sua corte, Simona è stata capace di regalarci un’opera fantastica che trae a piene mani linfa vitale dalle leggende che a loro volta trovano riscontro in fatti storici documentati e realmente accaduti.
Preparatevi a sorseggiare un dosato cocktail a metà tra fantasia e realtà, pronti a saltellare ora da una parte ora dall’altra del sottile limite che separa i due mondi.
Preparatevi ad affrontare la famigerata “Contessa Dracula” in tutto il suo sanguinario splendore!”.
Buona lettura!
14/12/2008, Davide Longoni