SANGUE REALE

Chi crede che il fumetto sia un mezzo per raccontare storie di grande respiro, adulte e affascinanti, ma anche chi crede per contro che sia robetta da ragazzini e non vera letteratura dovrebbe dare più di uno sguardo ai due volumi che costituiscono la saga di Sangue reale (Panini Comics), e cioè Nozze sacrileghe e Crimine e castigo.

In due volumi di grande impatto visivo si sviluppa una saga fantasy per adulti, con forti reminescenze di Shakespeare e delle tragedie greche, senza pietà e redenzione per nessuno dei suoi protagonisti, un dramma annunciato dall’inizio ma non per questo meno affascinante.

Il giovane re Alvar, fiero e coraggioso, viene creduto morto in battaglia e spodestato sul trono e nel letto della moglie Violena dal fratello. Soccorso da Batia, pastorella deforme che diventa la sua amante, Alvar rimane con lei, credendo sua la di lei figlia Sambra, in realtà frutto di una violenza sessuale. Diversi anni dopo Alvar ritrova la memoria e lascia la nuova famiglia per riprendere il suo trono, imprigionando la moglie fedifraga Violena e il figlio criminale Rador, e imponento poi come consorte e amante la figlia Sambra.

Ma la vendetta di Violena e Rador sarà tremenda, Alvar fuggirà con la figlia consorte, per poi ridiventare re e uccidere Sambra per portarle via il figlio che ha avuto da lei. Il finale sembra conclusivo, ma pare che ci saranno degli ulteriori sviluppi.

Dopo aver raccontato con l’aiuto di Milo Manara l’epopea di sesso e corruzione dei Borgia, Alejandro Jodorowsky racconta un’altra corte, inventata ma in cui ci sono pulsioni e passioni, con l’aiuto del disegno realistico di Liu Donghzi. Un mondo medievaleggiante e cupo, restituito con aerografo e toni oscuri in una storia eccessiva e dove la morte e il dramma sono incombente, le passioni estreme, il perdono impossibile, gli amori devastanti salvo quando sono placati dalla morte.

Non ci sono eroi nell’universo fantasy di Sangue reale, c’è piuttosto il dramma umano del potere che corrompe tutto, anche i sentimenti, della rapacità di possedere tutto e tutti che porta alla rovina completa e totale.

Non è un fumetto commerciale, a tratti le situazioni sono crude se non intollerabili, ma per chi crede che il fantasy sia ben altro che scenario da videogiochi è un’opera da non perdere, oltre che per chi ama la letteratura di gran livello sempre e comunque, e poco importa come è rappresentata.

Elena Romanello