LA TAVOLA DI SMERALDO

Per tutti gli appassionati del genere, e non solo per quelli, vi presentiamo la saga de “La Tavola di Smeraldo” di Sergio Marchi, un ciclo fantasy per ragazzi diviso in tre volumi che ha vinto parecchi premi negli anni scorsi e che è stato pubblicato anche in Grecia e negli Usa.
Il primo capitolo si intitola semplicemente “La Tavola di Smeraldo”, finalista del premio “Selezione Bancarellino 2003” con prefazione di Sergio Leondi, docente e storico, membro della Società Storica Lombarda.
Il volume, rivolto principalmente ai ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 14 anni, è ambientato nel 1568 e narra di un umile giovane di nome Bernardo che – ponendo a rischio la propria vita – riporta alla luce un oggetto misterioso, forgiato più di tremila anni prima da Ermete Trismegisto, padre di tutti gli alchimisti, capace di trasformare l’energia negativa in positiva e regalare l’immortalità.
Questo oggetto, per l’appunto la Tavola di Smeraldo, giaceva avvolto dalle tenebre nelle segrete del castello di Peschiera Borromeo, alle porte di Milano. Il suo rinvenimento, dopo mille peripezie, cambia completamente la vita del ragazzo che, suo malgrado, viene eletto arbitro dell’eterna lotta fra il bene e il male.
I fatti da cui si diparte la narrazione hanno precisi riferimenti storici, a partire dalla stessa Tavola che deriverebbe dalla famosa Clavicula Salomonis, il testo di Re Salomone che in essa riversò tutto il suo sapere, salvo poi farla sparire per evitare che cadesse in mani malvagie, sino – appunto – al ritrovamento da parte di Ermete Trismegisto.
Altro riferimento storico ben preciso è quello a San Carlo, personaggio chiave del volume come Cardinale Borromeo, proprietario del castello di Peschiera.
Il secondo volume, intitolato “La Tavola di Smeraldo – L’attentato”, finalista del premio “Selezione Bancarellino 2005”, vanta una prefazione a cura del dottor Alessandro Cecchi Paone.
Bernardo Massalia questa volta dovrà vedersela con l’ordine degli Umiliati, frati avidi e corrotti, che hanno ormai come attività principale quella di accumulare ricchezze e che per questo attentano alla vita dell’Arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, già risoluto a sopprimere l’ordine.
Questa volta sarà particolarmente dura, perché la strega Berenice, che ha un conto aperto con il ragazzo, aiuta i frati a rapire Dorotea, la ragazza amata da Bernardo.
Con la giovane nelle loro mani, gli Umiliati riescono a farsi consegnare la Tavola e a tenere in pugno il ragazzo, che per un momento pensa di essere sconfitto. Fortunatamente, si ricorda che qualcuno, solo pochi mesi prima, gli aveva insegnato ad essere invincibile: il Maestro, l’anziano alchimista che lo aveva trasformato in un uomo e lo aveva aiutato a recuperare la Tavola.
Bernardo lo cercherà di nuovo e farà ancora una volta appello alle sue tre qualità che lo rendono invincibile: la forza di volontà, la caparbietà e l’assoluta determinazione a non arrendersi mai.
Come nel primo episodio, la storia fantastica della Tavola lega insieme fatti storici realmente accaduti.
Reale infatti, nel 1569, è la volontà dell’Arcivescovo Carlo Borromeo di sopprimere l’ordine dei frati; reale è l’attentato a opera degli Umiliati per mano del Farina e reale è il miracoloso esito. Il Cardinale fu colpito alla schiena da distanza ravvicinata da un colpo di archibugio, ma rimase inspiegabilmente illeso.
Reale, inoltre, è anche il suggestivo eremo di Colomini, che si può visitare ancora oggi nella splendida cornice della Garfagnana.
Leggiamo qualche stralcio dalla prefazione di Alessandro Cecchi Paone: “Forse non tutti sanno che la pietra filosofale non esiste, e non è mai esistita. Come non esistono il Sacro Graal, l’Arca dell’Alleanza, l’elisir di lunga vita. Eppure, da sempre, gli uomini continuano a crederci, e a cercarli, in ogni angolo della Terra. Perché sono come l’Araba Fenice, che “ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”. Lo stesso vale per la Tavola di Smeraldo, cui è dedicata anche questo avvincente secondo volume della trilogia di Sergio Marchi, nel senso che non c’è prova che all’oggetto materiale corrispondano nella realtà poteri magici. Ma è vero anche il contrario: chi può provare che non esistano? Nessuno ovviamente, come nessuno deve e può fingere di non capire che la forza inestinguibile di questi miti immateriali sta proprio nella loro introvabilità e, di conseguenza, nella impossibilità di confutarne i poteri…
Il fatto è che conta assai di più, come insegnano i maestri Zen, il percorso della meta, la ricerca della scoperta. Sono la fatica, i pericoli, le peripezie, gli incontri e le prove che sprigionano quei poteri meravigliosi che possediamo senza saperlo, che scopriamo in noi proprio mentre li attribuiamo simbolicamente all’oggetto perduto e introvabile di cui andiamo alla conquista…
Sotto questa luce cosa possiamo leggere in definitiva tra le righe della Tavola di Smeraldo? Non c’è il rischio di un’astrattezza che non aiuta a prepararsi alla vita, di un che di misterioso che inquieta e seduce, allontanando dalla cultura razionale e dall’educazione scientifica, che sono indispensabili per essere protagonisti della propria vita e del proprio futuro? Tutt’altro: è nell’ordine delle cose che il pensiero magico preceda quello razionale, è stato così nella storia del genere umano, e sarà così nella vita di ogni singolo essere umano. Anche gli scienziati più geniali sono stati bambini che hanno creduto alle favole, anzi forse più degli altri. Così come proprio gli alchimisti, in un’era in cui non c’erano gli strumenti della tecnologia, hanno preceduto, preparando loro la strada, i chimici, grazie ai quali e alle cui scoperte, guarda caso, noi oggi viviamo più a lungo e meglio. Buona lettura”.
Il terzo volume, intitolato “La Tavola di Smeraldo – Minaccia dal passato”, è ancora inedito.
All’alba del ventunesimo secolo, un orfano di soli vent’anni al quale la vita sembra aver voltato le spalle dal momento in cui è stato messo al mondo, ritrova una antica pergamena che mette in guardia il mondo dalla sua imminente fine e nello stesso tempo indica il luogo dove dovrebbe trovarsi la mitica Tavola di Smeraldo; forse uno stupido scherzo diretto a chi è superstizioso, ma qualcuno è pronto a uccidere pur di impossessarsi di quella pergamena. Qualcuno determinato a dominare il mondo e creare un’umanità a sua immagine e somiglianza.
Due personaggi tornati dal passato, grazie alla forza del bene uno e alla intelligenza umana posta al servizio del male l’altro, daranno vita a uno scontro apocalittico che porterà il genere umano a una sconvolgente conclusione…
Sergio Marchi nasce a Genova ma risiede alle porte di Milano dal 1991.
Nel 1993 pubblica il primo libro e poco dopo si specializza in letteratura per ragazzi.
Nel 1996 esce il giallo “Un giovane detective e tre indizi”, edito da Paoline Editoriale Libri, con il quale vince nel 1997 il Premio Selezione Bancarellino.
Successivamente pubblica con Mondatori Education (Mursia, Carlo Signorelli Editore) e Tiziano Cornegliani Editore.
Ha collaborato con due giornali, rispettivamente con una sua rubrica “Ragazzi perché non ne parliamo?” e scrivendo brevi racconti.
Viene spesso invitato nelle scuole e nelle biblioteche per incontrare direttamente i ragazzi e rispondere alle loro numerose domande.
Per alcuni dei suoi libri è stato affiancato da nomi illustri come don Antonio Mazzi, noto fondatore della comunità per tossicodipendenti Exodus, alla quale ha devoluto parte del ricavato del primo volume della trilogia fantasy storica “La Tavola di Smeraldo”, dal professor Sergio Leondi e dal dottor Alessandro Cecchi Paone che hanno scritto per lui due splendide prefazioni per altrettanti libri.

Per acquistare la saga de “La tavola di Smeraldo” potete recarvi direttamente sul blog di Sergio Marchi.
Buona lettura!
01/12/2008, Davide Longoni