AVEVA RAGIONE LA MAMMA!

Era grondante di sudore.
Stava correndo da… da quanto non lo sapeva più nemmeno lui.
Il tempo si era fermato, come il suo respiro, nello stesso istante in cui aveva percepito la presenza che lo seguiva.
Quante volte sua madre gli aveva detto di non avventurarsi nel bosco dopo il tramonto… da solo, poi.
"Non si sa mai chi puoi incontrare là fuori: il bosco di notte diventa il regno delle creature del Male!", gli ripeteva ogni volta, ma lui aveva sempre creduto che si trattasse di favolette per bambini.
E lui un bambino ormai non lo era più da tempo.
Puah, solo favolette! Puah, alla mamma!
Adesso però le favolette erano diventate reali… troppo reali.
La creatura gli stava sempre dietro, sempre addosso, sempre appiccicato, guadagnando terreno a ogni passo… e lui correva, correva, correva.
Si voltò indietro. Inciampò. Si rialzò.
Riprese a correre. Il cuore batteva, le vene pulsavano… sentiva il fiato della presenza sul collo, percepiva il suo fetido odore vicino… troppo vicino.
Urtò contro qualcosa di massiccio, possente, statuario.
Cadde di nuovo e fu per l’ultima volta: riuscì solo a girarsi, in tempo per accorgersi della creatura che lo aveva anticipato e gli aveva sbarrato la strada e per guardarlo in faccia, dritto negli occhi.
L’uomo mannaro che lo squartava fu l’ultima cosa che il giovane licantropo vide.
Poi spirò.
Aveva ragione la mamma!
28/12/2008, Davide Longoni