I RACCONTI DI VIBORG 09 – OLTRE LO SPECCHIO: DIARIO DI 21 – PARTE TRE

Esperienza 7

Dopo un po’ di riposo, sono di nuovo qui a scrivere.

Il cane è un abitatore, come un uomo. Cane e uomo hanno contenitori diversi, ma tutti e due si muovono nel medesimo modo: salire e scendere. Lo so perché ho preso un libro dal Laboratorio del Creatore: “Etologia, principi e sistemi del comportamento animale.”  Nella creazione Abitatori con contenitori diversi sono uguali nel comportamento. Potrei dire che c’è un insieme di entità, gli Abitatori della Creazione, e un suo sottoinsieme, con i diversi tipi di contenitori.  Due cerchi concentrici, così:

(mettere disegno dei cerchi)

Anche i ratti bianchi del Laboratorio (ne ho quattro nel mio alloggio, me li ha lasciati prendere il Creatore) dividono questo medesimo stile di vita.

Oggi li ho lasciati liberi per la stanza. E ne ho sollevato uno per uno, guardando bene sotto le zampine. Anche loro replicano il discorso del fiore e del polline.

“Sì, anche i topi sono divisi in due sessi.” Mi ha confermato il Creatore.

Io e i quattro ratti siamo diversi. Così comincio a capire le parole di Boromir: “Io e te siamo due cose diverse” Però, a differenza del sottostante Boromir, posso dire di avere  una cosa in comune con i ratti: sono anch’io in una gabbia.  Mi piacciono i contenitori dei ratti, sono soffici, bianchi. Il Bianco è la luce madre, matrice  delle altre luci. Le stelle sono bianche quando stanno per fertilizzare un nuovo universo. La trasmissione dell’Esperienza è bianca.  Il Creatore è bianco. Dentro il bianco c’è il nero. Da lì nessun segreto fugge. Dal cuore del bianco, il nero, nulla può andare violato. Nel Creatore c’è un’anima di nero, dalla quale nessun raggio emotivo sembra fuggirgli. Le parole della Trasmissione sono nere, e si propagano ovunque. I Coesistenti sono contenitori bianchi e neri sono i loro occhi. Anch’io sono così.

“Torniamo sul luogo dell’uccisione di quel Cane?” chiedo al Creatore

Sta lavorando con delle carte sulla scrivania del Laboratorio. Si ferma, per rispondermi: “Non possiamo perdere tempo sul cadavere di un cane.”

“Se facessi delle indagini, scopriresti subito com’è morto.”

“Non posso fare un’autopsia a un cane, e poi cosa c’è che t’interessa nella morte di quella povera bestia?”

Ora espongo la mia teoria: “è un Abitatore, e non ha più energia. Il suo contenitore è abbandonato nell’acqua. Le meduse gli hanno succhiato il cervello.”

“Adesso capisco, sì.” Scosta la sedia e si alza: “Ventuno, le meduse non sono un pericolo per chi abita nella Creazione. Lo sono per te, perché interagisci in modo diverso con questo mondo, ma per un cane, l’acqua di un lago è innocua.”

“Il suo contenitore è vuoto, e sta nell’acqua, perciò lo hanno succhiato le meduse.”

“No, non è così. Sarà morto di freddo, o di una malattia qualsiasi, ma le meduse non c’entrano nulla.”

“Gli zombie non l’hanno toccato.”

“Gli zombie non esistono.”

“Arrivano quando c’è un contenitore che ha una perdita d’energia.”

Il Creatore non fa smorfie sul viso, a differenza dei sottostanti.

“Se gli zombie non l’hanno mangiato significa che quand’è morto aveva ancora tutta la sua energia in corpo, le meduse lo hanno preso per questo.” Continuo nella mia ipotesi, forse lo sto interessando al caso.

Il Creatore non ride, non emette alcun sospiro, solo mi guarda. Non so cosa stia pensando, il suo nero è troppo dentro di lui per recepire qualche raggio emotivo.

“Va’ a preparati per l’esercitazione, Ventuno, non distrarti con queste sciocchezze.” Mi fa.

Perché quell’ultramurale femmina mi ha sorriso? Voleva dirmi anche lui che era una stupidaggine, indagare sul cane morto? Oppure era contento che mi stessi occupando del caso? 

Ti saprò dire poi. Questa è la notte prima dell’esercitazione. Il Creatore passerà fra non molto per assicurarsi che abbia spento la luce e stia riposando.

Esperienza 8

Ho qualche minuto, prima di seguire il Creatore verso il tunnel.

La notte è stata piena di incubi orribili. Il contenitore del cane era stato accerchiato da strane entità, non di questo mondo, che banchettavano succhiando la sua energia residua, aprendo le carni marce. La loro voce era rosso pallido, con riflessi di piombo,  ma non trasmettevano frasi sensate, quanto gridi lunghi, ripetitivi, alternati a battiti metallici. Il cane era ridotto a un sacco di pelliccia e basta, sembrava che avessero liquefatto persino le ossa durante la suzione.

È venuto il Creatore a svegliarmi, mi ha portato nel Laboratorio, dove mi sono vestito.

“Che forma ha il contenitore delle meduse?” gli chiedo, ancora frastornato per via degli incubi.

“Sono entità atomiche.” Replica.

“E gli zombie, che tipo di contenitore hanno?”

“Ti ho detto che gli zombie non esistono.”  Mi fa, passandomi la tuta.

“Odio questa cosa, ci impiego ore a infilarmela, e mi fa male alle dita ogni volta che la tiro su!”

“Ti protegge quando effettui il passaggio di stato energia-materia.” Risponde “questo mondo non possiede uno stato di plasma per poter assorbire il tuo impatto, perciò potresti farti male una volta ritornato materia.”

“Ho letto che gli zombie prendono il contenitore di un altro, e lo abitano.”

“Dove lo hai letto?”

“In un tuo libro, Riposate in Pace, credo s’intitolasse.”

“Ma è un libro di quando ero ragazzo. Ci sono scritte fesserie. Non credere a tutto quello che leggi.”

“Ma in un altro libro c’è scritto che esistono entità che prendono il contenitore di altri, alla loro morte. Per esempio ci sono abitatori che prendono la conchiglia di altri abitatori morti nel mare.”

“I paguri e i crostacei sono animali e sono diversi dagli zombie dei romanzi.”

Appena finii di calzare la tuta: “Ora basta parlare di sciocchezze, concentrati sull’esercitazione.” Mi fa.

“Ma se una cosa non esiste, tu la crei, vero?”

“Adesso piantiamola di parlare, abbiamo un compito.” Replica.

“Potresti creare uno zombie.”

“Potrei. Ma gli zombie vanno contro natura.”

Finalmente mi ha detto qualcosa!

Se gli zombie vanno contro natura,  si spiega il mio orribile sogno.

Ora vado. Il Creatore è tornato, dobbiamo andare verso l’acceleratore.

Siamo sempre soli io e lui, quando debbo incanalarmi nel tunnel. È quasi un rituale: il Creatore mi saluta con la mano sulla guancia. Credo sia l’unica volta che vedo qualcosa provenire dal suo nero, oltrepassare la madre bianca e raggiungermi. È piacevole.

Esperienza 9

Non posso vedere gli zombie in riva al lago, al contrario delle meduse che scottano al di sotto della superficie d’acqua,  perché sono entità contro natura.  L’unico modo per percepirle è in un luogo dove la legge del Creatore sia diversa, cioè nei sogni.

È entrato nella stanza. Ha fra le mani alcuni fogli: “L’esercitazione è riuscita con ottimi risultati. Sei stato bravo, Ventuno. Meriti un giorno libero.”  La soffice luce della sua voce mi rende contento, perché lui è contento.

Usciamo in riva al lago, un’occasione per perlustrare ancora il luogo della morte del cane nero.  Mentre cammino sulla sponda, noto un ultramurale che avanza con passo aggraziato. È il tipo femmina che ho incontrato l’altro giorno.

Inchina il collo, e si porta la mano sul berretto per salutare il Creatore: “Vostra Altezza.” Fa.

Lui abbassa la testa, come per dire: “Va bene.” Lo fa sempre anche con me.

Una scoperta orrenda!

“Hanno rubato il contenitore!” dico.

L’ultramurale mi guarda spaesato, e il Creatore alza gli occhi al cielo.

“Quale contenitore avrebbero rubato?” fa il tipo femmina.

Il Creatore: “Lasci perdere. Ventuno, andiamo.” Mi fa.

“Il cane. Il cane!”

“Uh, sì, sì. Non preoccuparti, è stato il servizio veterinario a rimuovere il corpo di quella bestiola. Lo hanno sepolto in un cimitero per animali.”

“La ringrazio, Agente.” Bofonchia il Creatore “Adesso vieni via da lì, Ventuno, o t’inzupperai.”

“Perché t’interessava tanto quel cane?” mi fa l’ultramurale

“Perché lo hanno ucciso per rubargli la sua energia. Sono state entità contro natura.”

Mi guarda stranito e poi: “E tu avresti un’idea di chi sia stato?”

“Te l’ho detto, entità contro natura.”

“D’accordo, ma com’erano fatte queste creature?”

Il Creatore intervenne: “Agente, la ringrazio, ma adesso credo che basti.”

L’abitatore reclinò il viso: “Come volete, Altezza, vi auguro una buona giornata.”

Si rivolge a me: “Ventuno sono stanco di questa storia. Finiscila con questo cane, o non ti faccio uscire per tre giorni.”

Esperienza 9 (ancora)

È tutto pronto. Ho messo nello zaino i panini che ho fatto di nascosto con la cena, la sciarpa, una coperta, i calzini di scorta e te, ovviamente. Ah, dimenticavo, il cane di pezza. Me lo ha regalato il Creatore, mi farà compagnia. Non capisco perché nessuno comprenda l’importanza della morte del cane nero.  Andrò al Lago e cercherò qualche prova da portare al Creatore, in questo modo mi crederà e se trovo qualche traccia del loro contenitore, sarà in grado di replicare gli zombie, così come ha fatto con il mio contenitore.  Devo prendere dei sacchetti di plastica per metterci quello che troverò.

Ora vado. A risentirci.

Esperienza 10

Pensavo fosse difficile, invece hanno dormito tutti, come volevo. Il Creatore non è in casa, perciò ho approfittato per uscire adesso. Se ci fosse stato, non avrei potuto addormentare le guardie. La sua frequenza interferisce con la mia e si accorge di quello che faccio.

È notte. Sono sul luogo dove ho travato il contenitore del cane morto. Non ci sono più tracce del suo corpo. Solo qualche pelo su un tronco. Lo raccolgo.

Devo trovare il tipo femmina,  sa dov’è stato portato il cane, lo ha detto prima. Se trovo il suo contenitore posso dimostrare che gli zombie lo hanno attaccato e ucciso.

Mi metto alla ricerca. Ci vediamo poi.

Esperienza 11

Sono rimasto attorno al luogo del ritrovamento. Mi sono accorto che non tutto è andato perso di quel cane. Alcuni suoi atomi devono essere sfuggiti, e ora sono irretiti nella realtà del Lago. L’energia residua dei suoi elettroni è molto debole, ma riesco a sentirla lo stesso in modo chiaro. La luce colpisce i miei fotoni, e sento in modo distinto quella forza che sta scemando, sulle rive del Lago.  Se mi sforzo posso recepire questi fotoni residui, e leggere le loro esperienze. Ora ci provo. L’energia è molto debole, ma è possibile tirar fuori qualcosa.

Capto ogni fotone residuo. Ecco cosa mi trasmettono. Un attacco, in piena notte, ombre scure emergono dal lago e dal bosco, accerchiano il cane, si trova da solo e i nemici sono tanti. Non può indietreggiare, comincia a comprendere, cosa sta per succedere. Ma non è solo quel cane. Ci sono altri fotoni che non appartengono alla sua onda. Non riesco a capire, adesso. Devo districare queste particelle. È come guardare in un ammasso di spaghetti conditi. Tutti i sensi accorrono per dividerli in bocca. Devo cercare di individuare ogni singolo sapore di ognuno degli spaghetti. Ma quello che trovo è strano. Non è solo il cane, a essere accerchiato,  ci sono altri abitatori, contenitori diversi.  Gli zombi sono diversi. I fotoni sono più potenti, veloci. Aggrediscono le loro prede. Questa parte di terra e acqua è un mattatoio. C’è sangue dappertutto. Ma il mondo è tagliato fuori dagli eventi. Nessuno sente l’orrore che sta accadendo. La luce degli zombie ha isolato questa zona di terra.  Ma mi accorgo che la luce è troppo potente, per essere solo un residuo di un’energia predata.

Esperienza 12

Il Creatore è una sbarra di uranio incandescente. La sua ira illumina di un sinistro verde rosso nero ogni sua smorfia. È furioso con me. Sono uscito senza permesso, addormentando le guardie. Il Sottostante Boromir vorrebbe colpirmi, sento la radiazione del suo sangue che s’arroventa nelle vene. Ma la forza del suo astro centrale lo blocca.

“Non volevo che t’arrabbiassi.” Dico.

“Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?” sta per esplodere.

“Non mi rendo conto del perché nessuno si occupa di quel cane.”

“Ancora con la storia del cane? Adesso mi sono stancato della tua disobbedienza! Boromir, portalo in camera sua e che ci rimanga per tre giorni! Niente dolce, niente bibite, che mangi solo il necessario! E se insisti con questa storia devo prendere provvedimenti più dolorosi, mi sono spiegato?”

Non capisco perché non mi da retta. La questione è della massima importanza, ma sembra non accorgersene. Il Creatore sa quant’è importante affrontare gli zombie, perché lo ha detto lui, sono contro natura.

“Ti ho portato le prove che cercavi. Sono stati gli zombie.” Ripeto, sperando di attrarre la sua attenzione.

“Boromir esci!” Ordina.

Poi mi strattona “Ora siamo soli. Dimmi perché continui in questa follia?”

La sua attenzione l’ho raccolta, anche se non credo sia positivo.

“Io devo mettere pace alla morte di quel cane.” Dico afferrandogli le mani.

“Non è il tuo destino. Non sei parte di questo mondo.”

“Gli zombie non sono di questo mondo.”

“Gli zombie non esistono, Ventuno.”

Il Creatore caccia i demoni, dà vita ai morti, sa il corso delle stelle. La sua parola è la realtà. Perché allora mi dice questo? Perché gli zombie non esistono nelle leggi del Creatore.

Affondare nel mare senza urlare. Questa è la vittoria su te stesso.  Il Creatore non abbandonerà il suo mondo, quando sembrerà che tutto affondi.

“Gli zombie non esistono perché sono lontani dalle tue leggi.”  Continuo.

Mi sono sorpreso udendo la sua voce cedevole “Ventuno, nessuno può vivere al di fuori delle mie leggi.”

“Per questo loro non vivono.”

“Sono stanco di queste tue fissazioni.”

“Non possono vivere senza la tua Regola, perciò hanno ingannato la realtà.”

Il suo volto non traspariva luce, il gorgo nero che lo riempiva non emetteva alcuna emozione nei confronti delle mie parole.

“Che cosa vuoi dire?”

“Loro agiscono al di fuori della natura di questo mondo. Io li ho percepiti perché sono della loro stessa sostanza.”

“Se fossero esseri di luce li avremmo di certo intercettati.”

“Se sono come me. Ma loro non sono come me.”

“Ventuno, è stato un incubo, lo vuoi capire? Solo un brutto sogno.”

“Ti ho portato le prove.”

“E sia, dammi pure le tue prove, così la finiremo con quest’assurdità.”

“Sul luogo dove giaceva il contenitore del cane morto c’è un’ attività atomica insolita.  Sono gli atomi del cane che perdurano nel luogo della sua morte.”

“E allora? È normale, un corpo lascia sempre una scia di molecole.”

“Non c’erano molecole. Atomi.”

“Se ci sono molecole ci sono atomi.”

Il Creatore mi fissa negli occhi. Sento freddo. La sua luce è forte, mi scava dentro, è un’onda dura, con un suono simile al metallo. Abbasso lo sguardo perché ho troppo freddo.

“Ventuno, manderò un tecnico in quel luogo, e gli farò rilevare la radioattività di fondo del terreno. Consideralo un premio per l’ottima esercitazione che hai eseguito. Ma non esagerare. Se il tecnico mi porterà risultati neutri o negativi, questa storia deve essere chiusa, non tollererò deroghe.”

Siamo in camera. Mi avvicino alla gabbia dei ratti, devo dar  loro da mangiare. Li metto uno per uno sul pavimento, e loro si sparpagliano, per sgranchirsi le zampe. Il Creatore prende la memoria che sorveglia la mia stanza, con i dati, come ogni giorno. E mi lascia solo. 

Il tecnico non risolverà nulla. Solo io posso percepire quei corpuscoli residui delle onde elettromagnetiche. Debbo osare ancora. Aspetterò il momento buono per uscire un’altra volta. Il Creatore non merita di esser colpito alle spalle. È sempre solo, e deve difendere questo mondo da forze contrarie.

Ti lascio, perché devo informarmi sul come si combattono gli zombie.

Esperienza 13

Ho pianificato la ricerca:

1) L’entità abitatore di un ciclo chiamato “Il Vendicatore dei Sogni”  in due sue storie ha affrontato i morti viventi.

In “Il Ritorno del Maledetto” affronta il corpo di un condannato a morte. Le scene sono disegnate in modo chiaro. Il nemico si affronta con un’ascia, che l’ente ruba da una caserma dei pompieri. Non riuscirò mai a raggiungere il garage dei Pompieri del Creatore. Una volta mi ci ha portato, ma è troppo distante. Userò la mia spada. L’ha forgiata il Creatore, perciò non sbaglierà un colpo. Nella seconda storia invece l’ente fronteggia l’orda di zombie fuoriuscita da una specie di centro sperimentale con un revolver. So usare quell’arma. E so dov’è. C’è la stanza delle guardie, dove Boromir custodisce le pistole per il tiro a segno. Vado lì con il Creatore a prenderla, quando devo esercitarmi. Non mi sarà difficile venire in possesso del revolver.

Quindi avrò con me due possibilità :

1.a la spada

1.b il revolver

Punto sull’uso della spada, tenendo il revolver per i tiri a distanza, dove non bisognerà scoprirsi in campo aperto.

2) La Libreria Proibita. É divieto assoluto per me di accostarmi alla libreria proibita del Laboratorio. Ma il Creatore ha scritto il più potente trattato sulla vita, e lo custodisce in quegli scaffali. Nella sua opera sono descritti i passaggi fondamentali della creazione. Lui sa come resuscitare un morto, creando una nuova fase vitale nel suo contenitore. Sa come affrontare ciò che è morto e rivitalizzato, perché è  un atto contro la sua legge. In quel libro perciò saranno raccolte le formule di cui ho bisogno per affrontare e spaventare gli zombie. La parola contenuta nel libro è quella del Creatore, riporterà legge nella natura e la pace nella morte di  quel cane. È forse l’arma più potente che devo portarmi dietro. Lo scaffale interdetto si trova nello studio privato del Creatore, dietro la sua scrivania. Quando non è in Laboratorio, il suo studio è sempre chiuso. Nessuno può mettervi piede. Ho un piano. Ascolta.

Tra non molto andrò in Laboratorio per alcune analisi. Non appena il Creatore volgerà la sua attenzione su qualcosa di più urgente, prenderò il libro e lo nasconderò nello zainetto. Poi mi riporterà in camera e potrò studiarlo. 

Riassumendo, avrò a disposizione: la spada, il revolver, la parola del Creatore. Sarò in grado di fronteggiare il nemico.

Alessandra Biagini Scalambra