I RACCONTI DI VIBORG 07 – OLTRE LO SPECCHIO: DIARIO DI 21 – PARTE UNO

NOTA

Questo è il diario originale di un Allaghé, Numero Ventuno. Molte cose somigliano a un diario umano, ma altre sono strettamente Allaghè. Il suo modo di percepire emozioni  è  diverso dal nostro. Essendo un essere della Luce,  percepisce il mondo secondo sensi diversi.

Ho donato questo quaderno all’Allaghèn 21 per il suo secondo compleanno. È naturale che un Allaghèn allo stato selvatico non festeggi i suoi genetliaci in quanto non la sua  mente non è adatta a muoversi nella cronologia.  Ventuno non è un “selvatico” ma un prodotto del mio laboratorio, sicché ha imparato certe usanze del Regno della Materia.

Janas Erik Matthia Duca di Kargaard

Esperienza 1

Caro Coesistente,

il Creatore è sempre da solo. Non ha amici. Non può averne, chi gli era vicino lo ha ingannato. Il Creatore conosce il nome di ogni cosa viva e pulsi nel mondo. Le sue spalle sono molto ampie, e ci si può stare, senza ferirlo con la nostra luce. Il Creatore non subisce la presenza di un Coesistente, ma è immune alla nostra radioattività di fondo. È un bel luogo quello da lui abitato.

La prima cosa che ho sentito dal Creatore: Ventuno.  Quando si rivolge a me usa questa parola. Ventuno è in realtà un numero. Ventuno sono le sue creazione prima di quella definitiva. Ventuno è il numero dell’Esistente della Creazione. 

Tu sei il suo regalo per il secondo anno che ho trascorso con lui, in quest’Esperienza.

Esperienza 2

Mio Coesistente,

oggi ha pregato, è la notte prima del Settimo Giorno, ed era come sempre, in perfetta solitudine, l’ho sentito.

L’aurea elettronica attorno a lui si è flessa in modo vistoso, creando alcuni varchi visibili. È stato meraviglioso inserirsi in quei varchi e lasciarsi andare sulla sua voce. Una scia d’argento, e io come un veliero, simile a quei modelli di legno che il Creatore tiene sulla sua libreria più antica, mi lascio andare al suo canto.  Sto crogiolandomi sulla sua voce, ma accade qualcosa, Diario. Aspetta, vado a vedere. Torno tra non molto.

Più tardi,

Eccomi di nuovo,

si tratta di un altro abitatore della Creazione, è il servo del Creatore. Non so perché un ente debba sottostare a un altro ente, ma qui funziona così. Non coesistono, la loro vita è come una scalinata piramidale, ci sono enti sottostanti e sovrastanti. Il Creatore è in cima alla scalinata, mentre l’altro abitatore, pare sia messo sul gradino base della piramide. Non ho ancora afferrato il modo di salire e scendere da questa scala, sembra che tutti gli abitatori della Creazione siano indaffarati a muoversi su e giù in questa piramide.

Il servo del Creatore, colui che si trova al di sotto del suo livello, è un individuo grossolano, massiccio e cavernoso. Boromir, lo appella il Creatore. È una sigla come quella che ha dato alla mia nascita? Il Creatore da voce  a ogni cosa, definendola con un suono unico. Boromir è il suono di quel “sottostante”. Gregg è un sottostante, ma è diverso dal servo, perché il Creatore dice che è il suo attendente, una persona messa al di sopra di Boromir, ma ancora sotto al Creatore. Gregg è il suono di quell’abitatore sottostante.

Una volta ho conosciuto il sottostante Gregg. Abbiamo giocato a scacchi. Che le cose siano identificabili con suoni particolari non è strano per un Esistente. Ma che gli enti stessi li siano, mi suona tanto aliena come usanza, che quando ti scrivo devo sempre rammentare a quale ente corrisponda il suono. Scriverti mi serve come esercizio. Sto migliorando, il Creatore mi dice  che sto diventando sempre più rapido nella risoluzione dei suoi test. Questo è grazie a te. 

L’ente Gregg, orbita attorno al Creatore con una forza diversa dal sottostante Boromir. La sua luce pulsa in modo più vivido, e la voce è una scia più vibrante. È un ente con il quale è piacevole scambiare qualche parola. Non è rovente come il Creatore, perciò non importa quanto lasci vicino a lui le mie  emozioni, non mi faccio male. Se mandassi così vicino al Creatore le mie emozioni, sarei già morto bruciato. Con il resto degli abitatori della Creazione non corro questo rischio. Sono riuscito a creare uno spazio vuoto, un campo di forza che mi consente di riflettere l’eco delle emozioni che rimbalza sulle loro sfere. Perciò è  il vuoto creato che assorbe quel ritorno. La cosa è impossibile se mi trovo vicino al Creatore. E ancora non sono riuscito a deflettere l’eco emotivo che rimbalza sulla sua luce. Trasmetto l’Esperienza ai Coesistenti, ma nessuno sembra aver vissuto una situazione simile. Perciò non ho alcuna trasmissione di risposta, che mi aiuti a gestire le emozioni con lui.

Sono molto stanco, oggi. Prometto che tornerò al più presto, Caro amico.

Esperienza 3

Sono due le cose che mi fanno paura. La prima sono gli Zombie, i morti viventi, quelli che secondo la mitologia si nutrono della polpa dei vivi. La seconda cosa che mi terrorizza sono le meduse. Le meduse si attaccano al cervello e ti succhiano i pensieri. Perciò non mi piace entrare in acqua se so che ci possono essere le meduse, né in un mattatoio perché i morti possono risorgere e mangiare i vivi. Il Creatore mi ha detto di evitare l’acqua del Lago perché è pieno di meduse, non le ho mai viste, ma lui dice che se entro in acqua potrei finire in seri guai, reagendo con gli atomi dell’idrogeno, le meduse, appunto. Lui le ha definito l’idrogeno come una medusa, un’ameba priva di complessità atomica, una struttura alla base della chimica. Si attacca ai miei atomi, e scioglie i legami che li tengono uniti. Finirei in un’emorragia atomica che si trasformerebbe in una reazione nucleare, morirei.  Ma quel cane è proprio sulla riva del lago, e il suo è un contenitore vuoto, credo, dal momento che sta lì da ieri notte.

Mi sono avvicinato, mentre il Creatore  parlava con un tizio vestito di verde. Ho sospettato che quell’animale dalla pelliccia nera e fulva fosse privo di energia. Ma non posso avvicinarmi all’acqua. Il Creatore dice solo quando sono luce, l’idrogeno può causarmi problemi, ma allo stato  materiale posso anche farmi il bagno. Ma io ho paura lo stesso del Lago.

Nessuno mi da retta. Allora devo cercare io la causa della morte di quel cane. Perché? Perché il Creatore cerca sempre qualcosa, e forse è questo il motivo ridonante della Creazione: cercare.

Uhm, mi chiama il Creatore, ti lascio.

Alessandra Biagini Scalambra