UN PACCO REGALO MOLTO PARTICOLARE…

Il freddo all’aperto era estremamente intenso quest’anno, pensò Elthan. Troppo anche per un Elfo del Nord come lui.

C’era sempre un sacco da fare in questo periodo, il Natale era ormai a tiro e  ovunque le stanze risultavano stracolme di pacchetti, giocattoli e via dicendo, pronti per essere consegnati in tutto il mondo.

Lavorare nel magazzino di consegne di Babbo Natale in questo mese era un compito davvero stressante, senza dubbio. C’erano da soddisfare i ragazzini e le ragazzine che si erano comportati bene durante l’anno, assemblando i doni  che avevano espressamente richiesto nelle  settimane precedenti, e preparare  un pacco regalo appropriato per ciascuno di loro.

Moltissime erano state le lettere pervenute fino a oggi, non meno degli altri anni in realtà, alcune di loro facevano domanda di cose utili e facili da reperire, come la nuova SpaceStation 4, il bellissimo tri pad e così via. Tuttavia, per altre, non vi poteva essere alcuna risposta, sfortunatamente…

“Ridammi il mio fratellino morto!” implorava una di quelle missive. “Voglio che la mia casa venga ricostruita esattamente come era prima del disastro!” diceva un’altra sulla medesima falsariga. Richieste come quelle non potevano avverarsi naturalmente e più a lungo i loro giovani mittenti avessero continuato a desiderare tali miracoli e più profondamente e dolorosamente sarebbero stati delusi in conclusione…

Lassù, nel lontano Nord del mondo interamente ricoperto dalla spessa neve invernale, non c’era altro da fare per lui e tutti gli altri Elfi che sgobbavano in quel posto a parte costruire giocattoli e impacchettarli per bene. Qui dentro si potevano scorgere orecchie appuntite, lunghi nasi e figure smilze affaccendate a ogni angolo, il lavoro era molto faticoso e apparentemente sembrava vi fossero molti più bimbi buoni da accontentare rispetto a ciò che molti fra loro  si attendessero, tanto per fare un confronto con l’anno precedente, ad esempio.      

A un certo punto alcune campanelline risuonarono all’esterno e improvvisamente cadde il silenzio: la slitta di Babbo Natale era appena ritornata e stava aspettando di fuori che qualcuno andasse a caricarla prima di ripartire per un altro giro di consegne. Questa volta era il turno di Elthan!

Il giovane piccolo Elfo prese il sacco contenente i doni che aveva appena riempito con il frutto del suo lavoro di quella mattinata, quindi mise indosso il suo cappellaccio imbottito e si diresse verso l’uscita. Appena fuori, vide la faccia contornata dalla barba bianchissima di Babbo Natale che se ne stava avvolto nella sua tradizionale tenuta delle feste, apparentemente incurante del freddo. Il vecchio fece un cenno con la mano, invitando l’Elfo ad affrettarsi a raggiungerlo a bordo.

Elthan pos  giù il sacco, tirò fuori il suo contenuto velocemente e lo distribuì sul ripiano. Ora la slitta era appesantita da moltissimi regali che parevano appoggiati ovunque, una vista piuttosto usuale a ogni viaggio in realtà. Tuttavia questa volta vi era una piccola differenza: una piccola scatola di metallo diversa da tutti gli altri  pacchetti.     

Il mezzo fatato prese a muoversi in volo e in un attimo superò la Catena Montuosa Bianca che separava i loro Reami Magici dal mondo comune abitato  dagli Umani. Le terre sottostanti continuavano a scorrere a grande velocità  sotto di loro mentre l’Elfo guardava in basso, trasformandosi di volta in volta  in pianure gelide, foreste, poi mare, città e deserti… La slitta, trascinata in alto da bellissime creature alate, stava procedendo a grande velocità secondo il volere di Babbo Natale e nessuna legge naturale poteva frenarne il corso. Ad ogni modo, quella strana magia non era opera degli Elfi: solo il suo unico proprietario poteva gestire un tale potere!

Elthan si sentiva sempre un po’ a disagio quando volava in quel modo, in un certo senso si trovava molto meglio quando era al suolo piuttosto che a quell’altezza, senza alcun dubbio… ciononostante, ogniqualvolta  l’Elfo provava  paura, semplicemente gli bastava rivolgere lo sguardo verso gli occhi azzurri di  Babbo Natale e si rincuorav  immediatamente.

Si trovavano ormai nelle vicinanze del primo indirizzo da raggiungere  per quella giornata, quando una tempesta che veniva da Ovest comparve all’improvviso e fece sobbalzare il loro mezzo di trasporto. Ma non fu tutto: misteriosamente un barlume risplendette all’interno di quelle nubi scure, quindi  una figura luminosa uscì alla vista e cominciò a inseguire a perdifiato  la loro slitta come se volesse colpirla, danneggiarla o perfino distruggerla. 

Aveva le sembianze di una creatura alata, nera al centro ma piena di luce  verso l’esterno, un qualcosa di terribile e stravagante che sembrava  capace di volare in cielo bene quasi come lo stesso Babbo Natale! Era chiaro che si trattava di un essere  soprannaturale, bello e orribile al tempo stesso… Chi poteva mai essere? Un mostro o un demone? Come che fosse, Elthan non lo sapeva…

L’inseguitore cominciò a scagliare contro di loro  una specie di scarica d’energia  che quasi andò a segno, dopodiché si ricaricò, per così dire, e prese ad attaccare nuovamente. E di nuovo ancora! L’Elfo pensò che quella cosa voleva  fermarli a ogni costo, non c’era alcun dubbio in proposito…

La slitta se ne volò via, in basso e verso l’alto, sotto la guida esperta del suo vecchio conducente, mentre il carico veniva spinto di qua e di là, senza tuttavia mai cadere fuoribordo per merito dei molti supporti e sostegni di cui era  dotata. Improvvisamente un’altra esplosione risuonò molto vicino tanto da far voltare di scatto Babbo Natale. A quel punto, il vecchio dalla barba bianchissima fissò la figura che li stava assalendo per un breve momento, quindi sollevò una mano e sbottò in un grido rabbioso. Subito l’inseguitore arrestò il suo volo e cominciò a dissolversi a poco a poco, letteralmente. 

“Che incredibile meraviglia!” pensò stupito l’Elfo. Di certo doveva trattarsi di  uno dei trucchi che facevano parte dell’armamentario segreto di Babbo Natale…

Elthan guardò in volto il vecchio e si mostrò estremamente riconoscente, non era mai stato tanto impaurito prima di allora durante i viaggi che aveva fatto per le consegne… Il guidatore diede un ordine e la slitta prontamente riprese il suo corso.

Non restava molto tempo, un bel po’ di pacchi regalo dovevano ancora essere  consegnati e avevano ancora molta strada da fare…

Qualche minuto dopo furono finalmente sull’obiettivo. Il mezzo di trasporto magico discese lentamente verso la superficie e atterrò in una specie di terra desolata e desertica. Sembrava non ci fosse proprio niente laggiù, eccetto uno striminzito villaggio di tende alcune miglia più avanti. ”Che strano posto” si  disse l’Elfo. Poiché era un po’ dubbioso, volle controllare un’altra volta  l’etichetta sul regalo: l’indirizzo era proprio quello, niente errori. 

Scese dalla slitta e cominciò a camminare con il suo passo più veloce di quello di qualsiasi essere umano, tenendo saldamente fra le braccia la scatola di piombo che conteneva il regalo da consegnare al destinatario. Non appena  Elthan individuò la faccia di un ragazzino all’estremità del villaggio, fu certo  che era lui colui a cui doveva essere consegnato, non vi era possibilità che si sbagliasse.

-Eccoti il tuo regalo natalizio, ciò che hai chiesto per quest’anno a Babbo Natale!- l’Elfo gli disse, non appena gli arrivò davanti comparendo quasi dal niente. Il ragazzino dapprima parve sorpreso e rimase in silenzio, quindi si appoggiò bene sulla sua stampella, dato che aveva una gamba soltanto, e prese la scatoletta con le sue piccole dita, sorridendo debolmente. Sembrava  avesse nove anni soltanto, ma il suo volto martoriato e privo di un occhio non manifestava tutta la felicità che un qualsiasi ragazzo di nove anni avrebbe  espresso comunemente.

La domanda sorse spontanea nella mente di Elthan -Come hai perso la tua gamba, ragazzino?-

-E’ accaduto a causa di una bomba su cui sono capitato lo scorso inverno. Stavo tentando di aiutare il mio fratellino più giovane a uscire fuori da un campo di mine in cui si era addentrato sconsideratamente e alla fine ci sono riuscito, fortunatamente, purtroppo però ho messo il mio piede nel punto  sbagliato…-

L’Elfo rimase ad ascoltarlo senza esprimere commenti -E  che mi dici riguardo al tuo occhio?-

-Una scheggia lo ha colpito quando una granata è esplosa vicino al villaggio un mese fa, stavo correndo per avvertire i bambini dell’improvviso attacco che stavamo subendo in modo da farli allontanare in fretta senza danni, ma  sfortunatamente…-

-Sei stato davvero un bravo ragazzino, molto coraggioso e ammirevole- Elthan annuì, quindi lo fissò a lungo -Dimmi ancora una cosa, per favore: per quale motivo hai desiderato ricevere proprio questo  dono? Voglio dire, perché una scatola di piombo contenente dell’uranio all’interno?-

-In realtà, non è tanto per me, è destinato alla mia tribù… Tutti i suoi membri hanno sofferto parecchio, fin da quando la guerra è cominciata, li ho sentiti parlare più volte di ciò di cui avevano bisogno, di come volessero vendicarsi dei torti subiti, di tutti i nostri morti, delle loro città in fiamme, capisci…-

-E dunque?-

-Ecco, ho pensato che avrei potuto ricorrere al mio desiderio di Natale, ero certo che ne meritavo uno poiché mi ero comportato bene durante tutto  l’anno. Non dubitavo che la tribù avrebbe apprezzato moltissimo se io fossi riuscito a procurare loro quell’uranio che desideravano tanto in un modo o nell’altro…-

-E cosa pensano di farne loro…? E’ un dono davvero molto strano, molto pericoloso per di più…-

-La tribù ne costruirà una bomba, una di quelle che hanno il potere di  cancellare completamente tutti i nostri nemici, per quanto ne so… Così  dicono, quantomeno… E questo ci ridarà indietro la nostra terra, la nostra libertà…-

-Capisco- soggiunse l’Elfo. In realtà non desiderava approfondire oltre  l’argomento. “E’ ora di andare, vi sono ancora così  tanti regali da consegnare…”. Quindi si allontanò, tornandosene alla slitta che l’attendeva.

Non  appena furono ripartiti nuovamente, Elthan guardò dall’alto quelle  desolate terre del Medio Oriente che stavano sorvolando proprio in quel momento: così tanti staterelli coinvolti in una guerra lunga e terribile, l’un  contro l’altro armato.  

Cominciava davvero a pensare che la filosofia del Natale stesse per scomparire ormai del tutto…

Sergio Palumbo