DOVE IL SILENZIO MUORE

Se volete un altro prezioso consiglio per arricchire la vostra biblioteca fantastica personale, allora non perdetevi il nuovo libro di Simonetta Santamaria, “Dove il silenzio muore”, edito da Cento Autori.
E’ un horror di quelli tosti, con maledizioni, spiriti, vendette paranormali e una ragazza pronta a tutto pur di risolvere il mistero che si annida dentro “La Silenziosa”. Il volume è ambientato proprio in questa villa dal soprannome strano, su cui incombe una terribile maledizione risalente agli antichi misteri egizi. Quando Sara, la protagonista, decide di riaprire quella casa, che era appartenuta ai suoi genitori, si ritrova a piombare in un incubo senza via d’uscita. La maledizione torna a colpire attraverso il suo terribile emissario, l’Ouroboros, il serpente del diavolo.
Ma la storia tratteggiata dalla Santamaria non è un racconto di morti atroci, di sangue che cola a fiumi o di grida di angoscia. Simona preferisce restare addosso alle persone vive, attorno alle quali costruisce una vita fatta di lacrime, di silenzi, di segreti e sopra le quali getta il peso della sopportazione della vita stessa. E il Male, quello vero, quello antico, quello dell’Ouroboros, fa da sottofondo e da collante al tutto fino all’incalzante, soffocante, ma liberatorio epilogo finale.
Simonetta Santamaria vive e scrive a Napoli e dice di sé: “Adoro i gatti, in particolare quelli neri perché sono dei paria. E scrivo horror. Perché è un genere che mi piglia da sempre, perché va a braccetto col noir, il thriller e il giallo, generi che scavano nel profondo della mente umana mettendone a nudo il lato oscuro. Già, proprio quello che attende silente, accoccolato da qualche parte, dentro ognuno di noi. Ogni tipologia di aberrazione ha il suo fascino…”.
Il suo horror però non è splatter, non leggeremo mai fiumi di sangue nei suoi libri, ma piuttosto lo troveremo mentre si va a inserire nella vita quotidiana, non suscitando quasi mai ribrezzo. Simonoir, come è stata soprannominata la scrittrice, preferisce affidarsi a una sorda inquietudine, quella che ti fa scrutare nel buio, dopo che hai chiuso il libro. Come lei stessa racconta, all’interno delle sue storie: “Non troverete mai un essere soprannaturale in un mondo fantastico ma un essere soprannaturale inserito in un contesto tangibile, tanto da sembrare egli stesso reale. E scrivo horror per dimostrare che anche le donne lo sanno fare… Il mio horror è dunque una sfida agli uomini e alle firme d’oltreoceano. Piccola come Davide, con in mano, al posto della fionda, delle storie italiane, e più ancora napoletane”.
Tra le sue opere segnaliamo: “Laura”, (2003 – Il Foglio Edizioni), racconto inserito nell’antologia “Malefica”; “Una lunga autostrada (2004), racconto in e-Book; “Quel giorno sul Vesuvio” (2005), racconto vincitore dell’XI edizione del “Premio Lovecraft”; “Donne in noir” (2005 – Il Foglio Edizioni), una personale raccolta di racconti horror/noir; “Black Millenium” (2005), e-Book personale; “La sindrome di nonna Papera” (2005 – Graus), racconto nell’antologia “Quel sacripante del grafico si è scordato il titolo”, curata dal laboratorio di scrittura umoristica “Achille Campanile”; “L’amante”(2005), racconto in e-Book, vincitore del concorso Consiglia Un Racconto e secondo classificato al concorso Noir Story; “Un cuore nuovo (2006), racconto nell’antologia di Bidonville “Il Giralibro”; “Irrefrenabile passione” (2006 – Kairòs), racconto nell’antologia “San Gennoir”; “Una foglia, un sasso, un fiore giallo”, racconto in volume con “Quel giorno sul Vesuvio” per lacollana “Leggere veloce”; “Confessione di un apprendista di bottega” (2007- Larcher), racconto nell’antologia “Partenope Pandemonium”; “Necromundus” (2007 – Alacran), da un’idea di Giuseppe Cozzolino, racconto pubblicato sul numero 5 di “M- Rivista del Mistero”; infine “Dove il silenzio muore” (2008 – Cento Autori).
A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura!
05/08/2008, Davide Longoni