LA SALAMANDRA

Questo anfibio dalla strana colorazione, che nessuno probabilmente al giorno d’oggi penserebbe di inserire in una rubrica di creature fantastiche, in realtà nel Medioevo era un animale temuto e considerato sacro, poiché Dio lo aveva posto a guardia del fuoco. Molto simile per alcune sue caratteristiche alla fenice – uccello legato in vita e in morte a questo elemento – la salamandra si credeva che traesse alla stessa maniera sostentamento dal fuoco. Paracelso, che molti ricorderanno essere un medico e alchimista svizzero vissuto verso la fine del XVI secolo, credeva che questa creatura non potesse in alcun modo avvicinare gli uomini, perché se così non fosse stato avrebbe causato loro una terrificante ed immediata morte.

Jorge Luis Borges nel suo “Manuale di zoologia fantastica” accosta la salamandra a un piccolo drago che vive nel fuoco, rifacendosi probabilmente alla versione di Plinio che nella sua famosissima Naturalis Historia (X, 188) attribuisce a questo animale una natura tanto fredda da consentirgli di spegnere il fuoco al solo contatto. Il Fisiologo greco, bestiario proto-cristiano, a sua volta riprende alcune proprietà descritte dallo scienziato latino, confermando che: “se la salamandra entra in una fornace di fuoco ardente, la fornace si spegne completamente, e se entra nella sala di riscaldamento di un bagno, si spegne anche questa”.

Anche nel libro di Daniele (3, 1-30) si fa riferimento a questo animale che per il cristianesimo divenne simbolicamente una sorta di compendio alle proprietà attribuite alla fenice. Infatti se quest’ultima serviva a rappresentare la resurrezione della carne dopo la morte, la salamandra venne utilizzata dai teologi per dimostrare come i corpi possano sopravvivere nel fuoco.

Inoltre sempre l’accostamento di questo anfibio alla fenice ha fatto sì che la salamandra venisse descritta in alcuni bestiari non più come un rettile bensì come un uccello freddo che vive nel vulcano Etna.

Persino Marco Polo, raccontando della provincia di Chienchintalas (cap.LX), ritrova questo animale spiegando come esso in realtà non sia affatto ciò che sembra.

Giusy Tolve